Non ha mancato di risollevare un polverone il servizio mandato in onda ieri sera dalla trasmissione di Italia1 Le Iene relativo agli accadimenti in sala VOR (Video Operations Room) in occasione del mancato secondo giallo di Daniele Orsato a Miralem Pjanic nel celeberrimo Inter-Juventus dell’aprile 2018. Sull’episodio è tornato anche l’ex arbitro Luca Marelli, che dal suo canale YouTube ha analizzato i vari passaggi della vicenda e, letteralmente, smontato il sevizio de Le Iene, spiegando perché Paolo Valeri al Var fosse impossibilitato a intervenire e, perché, in campo, Orsato abbia una sola colpa.
I file e la mail sul caso Pjanic
Dopo aver spiegato perché l’Aia non potesse essere in possesso dei file audio relativi all’episodio, visto che a gestirli è una società esterna, la Hawk-eye, che decide anche gli episodi che, in base al regolamento Var, devono essere archiviati, nella sua disamina, Marelli sottolinea come solo un fotogramma del servizio firmato da Filippo Roma aggiunga qualcosa di nuovo alla vicenda. In particolare, l’ex fischietto delle sezione di Como fa riferimento alla mail, inviata una decina di giorni dopo la partita da Nicola Rizzoli a Roberto Rossetti, che rivela come effettivamente Rizzoli non fosse in possesso dell’audio relativo all’episodio contestato.
Caso Pjanic, l’unico errore di Orsato
Marelli torna poi sul campo e analizza la dinamica che ha portato alla decisione, sì errata ma giustificabile, di Orsato. Come spiega Marelli, Orsato commette un unico errore: “essere troppo vicino all’azione”. Infatti, prosegue l’ex arbitro: “Essere troppo vicini o essere troppo lontani, a livello arbitrale, è un problema: un enorme problema. Orsato dalla sua posizione non ha visto l’intera dinamica dell’azione. E lo ha anche spiegato, ‘ho visto un contatto aereo tra due corpi’, dunque non ha colto l’imprudenza di Pjanic e ha sbagliato”.
Poi Marelli si sofferma sul regolamento mostrato dal servizio e, ancora una volta, spiega perché Le Iene commettano un’ingenuità non da poco: “facendo notare come il Var possa intervenire per un contrasto imprudente, hanno tralasciato però un particolare fondamentale, cioè, che la possibilità a intervenire sia riferita solo a episodi di espulsioni dirette (non seconda ammonizione). Pjanic doveva essere espulso per seconda ammonizione e, perciò, il Var non può intervenire. E lo hanno fatto pure vedere, ma non lo hanno sottolineato…”.
Caso Pjanic, che cosa è successo al Var
Tornando all’episodio, Marelli spiega: “Quello di Pjanic non è mai cartellino rosso, è un giallo evidente, un errore gigantesco in una partita che poteva essere decisiva, anzi probabilmente lo è stata. Il Var a Orsato dice solo ‘c’è contrasto’, che non c’entra niente con il regolamento mostrato dalle Iene, è una frase che forse Orsato interpreta male e Valeri dice per far capire che Pjanic fa fallo, ma non possiamo saperlo. Quello che invece è certo è che Valeri non può fare altro, perché non è una dinamica in cui il Var può intervenire”.
“Brave Le Iene a ricostruire il labiale tra Giarratini e Valeri, con il primo che dice due volte ‘è giallo’ e il secondo a confermare con un ‘e certo’. Però, – conclude Marelli – guardando le immagini, si capisce bene quando lo dice. Non lo dice a Orsato, perché trattandosi di un cartellino giallo il Var non può intervenire e, infatti, non preme il pulsante rosso, ma lo dice solo in sala Vor, allargando le braccia come a sottolineare ‘è giallo, ma non posso farci niente’, perché non è un episodio da Var. Il mistero dunque è un altro: perché Hawk-eye non ha fornito l’audio? E questo non deve essere chiesto all’Aia o agli arbitri coinvolti, ma alla società che ha gestito il materiale relativo agli episodi di quel match”.
Caso Pjanic, per Marelli l’Aia deve cambiare
Infine, Marelli chiosa: “il servizio de Le Iene non è fatto per niente male, però è di parte. Quello che mi dispiace è che l’Aia dovrebbe intervenire. Dovrebbe mandare Valeri, Orsato e Rizzoli a parlare, punto per punto, di questo episodio per spiegare quello che è successo. Sarebbe il caso che l’Aia parlasse e facesse un po’ chiarezza. Altrimenti restiamo sempre nel limbo, con una sola parte che parla e ci fa vedere con un sapiente montaggio quello che vuole farci vedere e ingenera quello che vuole… un po’ confusione. Non penso ci sia malafede, però è ovvio che sia facile rendersi conto come sia una ricostruzione di parte, dato che comunque c’è un contenzioso tra le due parti (tra l’Aia e Le Iene). Sarebbe il caso che l’Aia parlasse. Però non lo farà, purtroppo. Questo è un grande difetto dell’associazione in questo momento, che si fa troppo parlare addosso. E non va bene. Spero che in futuro questo, che è dovuto ai dodici anni di gestione passata, cambi”.