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Come sta Jacobs? Dalla Fidal non trapela ottimismo e l'affare Reider non aiuta

Marcell Jacobs non ha fatto trapelare nulla sul suo reale stato fisico dopo il guaio accusato al termine della finale olimpica dei 100. E la vicenda Reider non aiuta

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

In principio erano solo crampi. Nulla di cui preoccuparsi eccessivamente, anche se poi quando di mezzo ci vanno i muscoli uno non può mai sapere se il danno sia contenuto o di altro tenore. Alla fine però la riserva dovrà essere sciolta in fretta, unitamente al grande dilemma che attanaglia da un paio di giorni l’atletica italiana: come sta realmente Marcell Jacobs? Domanda lecita, perché lo sprinter di Desenzano ha chiuso la finale olimpica dei 100 col ghiaccio dietro alla gamba sinistra, e pertanto qualche preoccupazione è lecita attendersela.

Senza bollettino, si può solo ipotizzare

Non c’è stato un vero e proprio bollettino medico, ma indiscrezioni filtrate dal mondo Fidal hanno lasciato intendere che il problema riscontrato da Jacobs fosse ben superiore ai semplici crampi di cui l’ex campione olimpico ha parlato a caldo ai microfoni Rai.

Si parla di affaticamento del bicipite femorale sinistro, una diagnosi che se confermata metterebbe a serio rischio la presenza di Marcell nella batteria della staffetta 4×100 in programma venerdì nel tardo pomeriggio. Molto dipenderà dalle sensazioni che Jacobs proverà a poche ore dalla staffetta: se tutto sarà a posto, allora la sua presenza tra i quattro che proveranno a confermare l’oro olimpico di Tokyo (e l’argento mondiale a Eugene dell’anno passato) è da considerare scontata. Altrimenti potrebbe partire il casting, con l’Italia che per fortuna ha diverse carte tra le quali poter attingere.

Il grattacapo Reider: Marcell resta senza il suo coach

Per Jacobs le ultime ore hanno evidenziato però anche un altro grattacapo, che nulla c’entra con il suo fisico: a Rana Reider, il coach che l’ha preso sotto la sua ala dallo scorso autunno, è stato ritirato il pass per accedere a tutti gli impianti delle olimpiadi.

Il motivo? Il coach è accusato da alcune atlete canadesi di aver abusato di loro (i fatti risalirebbero al novembre 2021) sia dal punto di vista sessuale che emotivo. Le accuse invero non sono così nuove, ma sono esplose proprio dopo la finale dei 100 metri, sembra (anche) su pressione del comitato americano, che teme di vedere la staffetta canadese prendere il sopravvento rispetto a quella che metteranno in campo gli statunitensi (pur di arrivare a una medaglia del metallo più pregiato si è disposti a tutto). Polemiche a non finire, con la difesa degli avvocati di Reider che contestano tempi e modalità scelte per attaccare il loro assistito. Per Jacobs (come per i canadesi) un guaio di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.

Quale staffetta? Le opzioni in assenza di Jacobs

Tornando alla staffetta azzurra, qualora dovesse marcare visita Jacobs si aprirebbe la corsa alla sua sostituzione. Filippo Tortu è certo di un posto, poi ci sono Lorenzo Patta, Lorenzo Ndele Simonelli, Chituru Ali, Fausto Desalu, Roberto Rigali e Matteo Melluzzo.

Sulla carta il posto di Jacobs in seconda frazione potrebbe prenderlo Ali, che al netto della mancata qualificazione alla finale olimpica dei 100 resta un signor sprinter, capace di scendere anche sotto il muro dei 10 secondi nel meeting di Turku.

A quel punto i nodi da sciogliere riguarderebbero unicamente le due fasi di curva: Melluzzo ai campionati Europei ha brillato in prima frazione, altrimenti occhio a Desalu, già presente a Tokyo, ma sin qui apparso meno brillante dei compagni. Patta in terza frazione è più di un’opzione: dovesse dare forfait Jacobs, nessuno gli toglierebbe la curva, cosa che potrebbe accadere qualora Jacobs si rendesse disponibile (a quel punto Ali potrebbe insidiarlo, spostando Tortu in curva). Tutte opzioni da calibrare in base alle condizioni di Marcell e alle decisioni dei tecnici azzurri, che proveranno a capire chi offrirà maggiori garanzie.

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