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Conference League, Puskas Akademia-Fiorentina 1-1 (5-6 dcr): Kean non basta ma ci pensa De Gea

Un anno di inattività che non pesa: il numero uno spagnolo sale in cattedra e regala la qualificazione ai gigliati. Dopo l'1-1 dei tempi regolamentari il passaggio del turno viene assegnato alla lotteria dei rigori.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Una Fiorentina tutt’altro che brillante vince a Budapest e supera i play-off strappando il pass per la UEFA Conference League. I viola soffrono nel primo tempo, poi trovano il vantaggio nella ripresa con Kean. Quando il grosso sembra fatto è Nagy dal dischetto a rimettere le cose a posto per la Puskas Akademia. Due espulsi nei toscani: prima Ranieri e poi Comuzzo. Ai supplementari non accade più nulla e si va ai rigori dove De Gea e Biraghi diventano decisivi regalando la qualificazione a Palladino.

Le scelte di Palladino: dentro i titolari

Inizio di stagione stentato per la Fiorentina di Raffaele Palladino che al ritorno contro la Puskas Akademia schiera una formazione composta da più titolari rispetto a quelli visti all’andata. D’altro canto il 3-3 del Franchi non consente alcun tipo di speculazione, sebbene come sappiamo i gol fuori casa non abbiano più da tempo valore doppio. Non c’è ancora Gudmundsson, fiore all’occhiello della campagna acquisti gigliata. Altra chance per Ikoné in attacco accanto a Sottil alle spalle di Kean. Panchina per Colpani.

Primo tempo di marca ungherese

La voglia di costruire dal basso può comportare dei rischi. Ne corre uno serio Ranieri che regala una clamorosa opportunità da rete agli ungheresi. Il pressing alto di questi ultimi è un’arma che lo stesso Zsolt Hornyák, tecnico della Puskas Akademia, aveva annunciato di voler attuare. La difesa a tre dei viola, non ancora perfettamente collaudata, era considerata il punto debole da colpire. E in effetti nella prima frazione di gioco sono proprio i padroni di casa a rendersi più pericolosi.

Kean e l’arbitro diventano protagonisti

La ripresa segue gli stessi canoni del primo tempo. Ma stavolta mentre gli ungheresi attaccano è Kean a colpire con una rasoiata di destro sulla quale nulla può Pecsi. La Fiorentina non è brillante dal punto di vista fisico, così invece di azzannare la preda ferita prova a gestirla difendendo con maggior ordine. La strategia poteva anche dare esito positivo, se non fosse stato per l’intervento di Ranieri (espulso) nel finale punito oltremisura dal severissimo arbitro con un calcio di rigore. Così arriva il pari di Nagy e i conseguenti supplementari.

Ai rigori passa la viola

Dopo il rosso a Ranieri per la Fiorentina arriva anche quello a Comuzzo nel primo tempo supplementare con i gigliati che addirittura rimangono in 9 uomini. Pessima la direzione di gara del portoghese António Nobre col team di Palladino che ne paga dazio. Nonostante la differenza numerica la Puskas Akademia non ne approfitta portando la gara fino ai calci di rigore. Dal dischetto sono i viola ad avere la meglio, con De Gea che ne para uno e i toscani che li segnano tutti. Quello decisivo per la qualificazione è di Biraghi.

I top della Fiorentina

  • De Gea 7,5 Per essere stato fermo un anno i riflessi non sono niente male. Compie tre parate significative e paga un rigore.
  • Kean 7 Generoso. Lotta e si batte per far salire la squadra e darle una mano a ripartire. Il gol non è un caso.
  • Colpani 6 Entra con un buon piglio che manifesta in entrambe le fasi di gioco.

I flop della Fiorentina

  • Pongracic 4 Male, male, male in questo suo inizio in viola.
  • Ranieri 5 Fino all’episodio non aveva sfigurato, anzi. Però l’ingenuità resta, con il cattivo posizionamento in marcatura e al netto dell’eccessiva severità dell’arbitro.
  • Dodò 5 Addirittura tenta un goffo colpo di tacco per uscire dalla propria area di rigore. Poco incisivo quando spinge, deleterio quando difende.

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