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Eriksen, Blind che gioca con un defibrillatore: "Avevo un blocco"

Il campione olandese ed ex compagno di squadra di Eriksen, Dailey Blind, ha deciso di svelare come ha affrontato il dramma dopo i suoi problemi di salute

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Le immagini che ripercorrono il dramma vissuto da Christian Eriksen ha scosso chiunque abbia avuto modo di assistere alla sequenza di azioni impressionanti che hanno posto – all’attenzione delle telecamere – l’arresto cardiaco del giocatore danese in diretta davanti ai suoi cari, a sua moglie Sabrina e non solo e alle persone che rivedevano dal vivo (non solo in televisione) una partita dopo la chiusura imposta dal lockdown.

La storia di Daley Blind: il malore e il cuore

A osservare quanto stava accadendo in campo, ai margini del momento più intenso e complicato dall’avvio di questi Europei, c’è stato anche Daley Blind, tra i giocatori olandesi domenica sera tra i protagonisti della vittoria della sua Olanda sull’Ucraina. Ma non avrebbe voluto scendere in campo, dopo quanto accaduto alla vigilia a Eriksen che, ad oggi, si trova ancora ricoverato e sottoposto ad accertamenti.

Le parole del medico della Danimarca su Eriksen

Anche il medico della Danimarca, Morten Boesen, ha numerosi dubbi sulle cause dell’accaduto:

“Non abbiamo una spiegazione sul perché, non so rispondere. Se la squadra ha ricevuto assistenza psicologica? Sì, ci sono stati quattro professionisti in hotel con la squadra durante la notte. Abbiamo fatto dei gruppi di aiuto, tutti hanno potuto esprimere i loro sentimenti. Questa mattina questi professionisti sono tornati, così i giocatori hanno potuto beneficiare di un aiuto medico, apprezziamo molto l’aiuto arrivato da fuori”.

Eriksen ha rischiato davvero di non farcela: “Era morto. C’è stato un arresto cardiaco, se n’era andato, non so come abbiamo fatto a riportarlo indietro, è successo in maniera veloce. Non sono un cardiologo, i dettagli sul perché e sul come li lascio agli esperti nella materia. Se Eriksen è stato vaccinato? Il suo club ha già risposto, non risponderemo ancora”.

Il dramma di Blind:  il defibrillatore sottocutaneo

Ma oltre all’apprensione per un amico, un compagno di squadra dell’epoca dell’Ajax, Blind ha rivissuto il suo personale incontro con la malattia, la miocardite. Il difensore nel 2019 si era sentito male durante la sfida di Champions con il Valencia. Dopo le visite di controllo gli era stata diagnosticata una miocardite, una infiammazione cardiaca che lo aveva costretto al riposo assoluto, ma anche all’impianto di un defibrillatore.

Un apparecchio che, una volta, si era anche spento all’improvviso cosa non da poco, procurandogli un malore sul campo qualche mese dopo l’intervento nel corso di un’amichevole estiva contro l’Hertha Berlino.

Così quando sabato, come chiunque altro, ha assistito al malore di Eriksen e le manovre salvavita, Blind ha capito prima degli altri che cosa stesse accadendo e che cosa sarebbe accaduto da lì a poco.

“Per giocare – ha spiegato dopo la gara – ho dovuto superare un blocco mentale. Sapevo di cosa stavamo parlando, ed è stato molto pesante per me e per la mia famiglia, i miei genitori e mia moglie: quelle immagini mi hanno colpito molto e mi hanno fatto capire tante cose, quindi è stato molto difficile per me andare in campo”.

Blind si è spinto oltre, consapevole di quanto è stato per lui e delle pressioni che potrebbero accompagnare il periodo più delicato che dovrà affrontare Eriksen, a seguito dell’arresto cardiaco che lo ha colpito:

“Voglio inviare un messaggio ai media: non speculate sulla carriera di Chris, se continuerà o meno, e sulla sua vita. Vi prego, lasciatelo in pace e dategli tempo per guarire”.

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