Grandissima gioia traspare, se non dalle parole vere e proprie, dai gesti e dagli sguardi del CT della nazionale Roberto Mancini, che in 3 anni di lavoro ha trasformato una nazionale che aveva mancato la qualificazione ad un Mondiale in una Squadra che si andrà a giocare la finale di un Europeo a Wembley. L’Italia disputerà la finale per la quarta edizione diversa degli Europei, eguagliando la Spagna e l’URSS, solo la Germania ha fatto meglio (sei).
Il Mancio commenta a caldo la lotteria dei rigori da cui gli azzurri sono usciti vittoriosi:
“Questi sono i rigori, partita durissima. Spagna grandissima squadra. Sapevamo che sarebbe stata da soffrire”.
La partita, bisogna dirlo, è stata giocata meglio dalla Spagna di Luis Enrique, che però ne è uscita sconfitta, forse anche per stanchezza. La Spagna è infatti la seconda squadra a giocare tre volte i tempi supplementari in una singola edizione degli Europei, dopo il Portogallo nel 2016:
“Ci hanno messo un po’ in difficoltà all’inizio poi abbiamo trovato le coordinate giuste senza rischiare tanto. Sapevamo che erano maestri nel palleggio e che sarebbe stata durissima”.
La vittoria è arrivata nella più classiche delle partite “all’italiana”, cioè di cuore, grinta e cattiveria. Al Mancio però questa definizione non piace:
“Le squadre di calcio attaccano e difendono, non è che si può solo attaccare. È stata una partita aperta tra due grandi squadre”.
Infine, si prova a fare i complimenti al CT per il proprio lavoro, ma Mancini non ci sta e lascia tutti i meriti ai giocatori, sapendo che comunque non è ancora finita:
“I meriti sono dei ragazzi perché loro hanno creduto a tutto questo ma non è ancora finita e dobbiamo recuperare le forze e giocarci la finale”.