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Europa League: come gioca il Siviglia, l’avversario della Juventus in semifinale

Dopo l’altalena della gestione Sampaoli gli andalusi sono rinati grazie al 61enne Mendilibar: i bianconeri affronteranno una squadra esperta e dal rendimento super nelle coppe

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Nessuno può dire con certezza se il dna europeo sia davvero un valore tangibile in una squadra, un elemento in grado di fare davvero la differenza nel calcio: se così fosse, il Siviglia rappresenterebbe l’ostacolo peggiore per la Juventus nel suo cammino verso il traguardo della vittoria dell’Europa League. Anche in una stagione tribolata nella Liga, gli andalusi sono riusciti ad approdare in semifinale nella competizione vinta già 6 volte nella loro storia: decisivo l’arrivo in panchina di Mendilibar.

Il Siviglia e la cura Mendilibar

Ieri sera il Manchester United s’è aggiunto alla lunga lista di vittime eccellenti “matate” dal Siviglia nella storia dell’Europa League. Dopo il 2-2 dell’Old Trafford gli andalusi si sono imposti per 3-0, punendo severamente il turnover di Ten Hag e i limiti tecnici del duo De Gea-Maguire, protagonisti del pasticcio che ha spalancato le porte al trionfo del Siviglia. L’eliminazione dello United è finora il fiore all’occhiello della gestione di José Luis Mendilibar, esperto allenatore chiamato a marzo sulla panchina degli andalusi dopo l’esonero di Jorge Sampaoli, che era riuscito a superare i primi due turni a eliminazione diretta dell’Europa League, contro PSV e Fenerbahce, ma non a limitare l’emorragia di punti in campionato. Con Mendilibar il Siviglia è ancora imbattuto (7 punti in 3 partite nella Liga) e la sensazione è che potrà migliorare il 13esimo posto occupato attualmente.

Come gioca il Siviglia di Mendilibar

Basco, 62 anni, Mendilibar è un tecnico che ha vissuto gran parte della sua carriera in squadre impegnate a lottare per la salvezza – Eibar, Osasuna, Levante, Alaves – con una breve e sfortunata parentesi nell’Athletic Bilbao nel 2005 (13 partite e poi esonero). Più che uno stratega, viene ritenuto un grande motivatore, in grado di rivoltare in poche settimane lo stato d’animo di una squadra. Al Siviglia pare esserci riuscito, ripartendo tatticamente da un 4-2-3-1 scolastico per il calcio spagnolo, ma che punta poco sul tiki-taka e molto di più sulla possenza di En-Nesyri, centravanti marocchino autore ieri di una doppietta allo United e protagonista anche agli ultimi Mondiali, un giocatore che dà il meglio di sé sui palloni alti.

L’esperienza di un Siviglia di ultratrentenni

Rispetto al passato il Siviglia di Mendilibar è dunque squadra più solida difensivamente (clean sheet in 3 gare su 5 col nuovo allenatore), meno portata allo spettacolo e più alla gestione dei momenti della partita, una caratteristica che deriva anche dall’esperienza di molti dei suoi giocatori chiave: ieri contro lo United il Siviglia è sceso in campo con 7 titolari ultratrentenni, con il 37enne terzino destro Jesus Navas e il 35enne regista/trequartista Rakitic ancora centrali nel gioco. E vedremo se Mendilibar darà spazio anche al Papu Gomez, tornato a disposizione dopo un lungo infortunio alla caviglia. A dare la velocità è Ocampos, esterno visto brevemente in Italia con Genoa e Milan, affermatosi a ottimi livelli nella Liga. Dopo lo Sporting tecnico ma spesso inconcludente dei quarti, la Juventus si troverà di fronte in semifinale un avversario più ostico per le sue caratteristiche.

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