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Europei Roma, che finale: Tamberi annuncia il ritiro, Tortu ringrazia Mattarella, Fiona May piange per Larissa

Gimbo conferma che i Giochi di Parigi saranno l'atto conclusivo della sua carriera, Tortu svela un retroscena sul Presidente e Fiona emoziona: abbraccio alla figlia dopo l'argento.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Un’Italia così non si era mai vista. Agli Europei e in nessun’altra grande manifestazione di atletica leggera. Azzurri primi nel medagliere, anzi primissimi con 24 medaglie totali, di cui undici d’oro, nove d’argento e quattro di bronzo. Un trionfo, un’abbuffata difficilmente pronosticabile alla vigilia. E siccome l’appetito vien mangiando, adesso è già tempo di pensare al prossimo banchetto: Parigi. Le Olimpiadi, si sa, sono piatto ricco. E gli Azzurri vogliono esserci e rimpinzarsi a piene mani. Dopo la splendida parentesi di Roma, ora si punta con decisione ai Giochi. Per qualcuno sarà la prima grande vetrina a cinque cerchi, Per qualche altro, invece, sarà l’ultima.

Gimbo conferma: “Smetto dopo Parigi”

Difficile prendere come certezza assoluta qualsiasi cosa dica o lasci intendere Gianmarco Tamberi, ma stavolta i propositi del dominatore dell’alto sembrano definitivi: tra due mesi la sua inimitabile carriera avrà fine. Lo ha confermato lo stesso Gimbo all’Ansa, dopo l’ennesima notte magica sotto gli occhi di Sergio Mattarella: “Non ho mai sognato il record del mondo, solo di vincere. Sono ossessionato dalle Olimpiadi”. E ancora: “Sono molto concentrato su Parigi, so quanto ho lavorato e questo era un passaggio importante“. Quindi la conferma: “Fare l’atleta è veramente tanto pesante, devi vivere solo e esclusivamente per quello. Parigi sarà l’atto finale“.

Iapichino e le lacrime di mamma Fiona

Chi vivrà la sua prima esperienza olimpica è Larissa Iapichino, neo vicecampionessa d’Europa nel salto in lungo: “Ho avuto un po’ di tensioni, non so se fosse innervamento o disidratazione. Ho vissuto un po’ di panico all’inizio, ma sono entrata in gara e ho cercato fino all’ultimo di agguantare il meglio. Con sei e 94 ci sono riuscita. Questa medaglia è speciale, davanti al pubblico di casa, gli amici, la famiglia ha sicuramente un valore aggiunto. Felice di aver regalato un’emozione all’Italia, a Roma”. E a mamma Fiona May che a fine gara l’ha abbracciata a lungo, senza riuscire a trattenere le lacrime: “Mamma era super agitata e mi ha detto ‘sii fiera di te e goditela perché una medaglia non è mai scontata’. Ha ragione”.

Jacobs soddisfatto: “Il duro lavoro paga”

Marcell Jacobs sa come si fa, proprio come Tamberi. Lui le Olimpiadi le ha vinte. E Marcell ha capito, dopo i due ori di Roma, che sarà tra i protagonisti pure a Parigi. “La gara di stasera era difficile, ma questa staffetta ci regala sempre grandi soddisfazioni. Il cambio con Matteo era un’incognita, l’abbiamo provato una volta sola, ma è stato ottimo. Io tornato? Ho sempre saputo che il duro lavoro paga, sempre“. Anche Matteo Melluzzo era preoccupato: “La curva dovevo provarla, ero un po’ in ansia ma è andata bene”. Lorenzo Patta è in vena di battute: “C’era rumore, Filippo si è mosso un po’ prima. Lasciatemelo dire: l’esultanza di Tortu sul traguardo è stata una delle cose più brutte viste in tutta la mia vita”.

Il retroscena di Tortu: “Mi ha ricaricato Mattarella”

E a proposito di Tortu, da Filippo un succoso retroscena sul discorso “motivazionale” di Mattarella dopo la delusione dell’argento nei 200 metri: “L’incontro col Presidente è stato molto emozionante e mi ha ricaricato. Mi ha invitato a essere orgoglioso dell’argento, se era felice lui dovevo esserlo anche io. È stato molto importante, prima della staffetta. Ringrazio i miei tre compagni, ma anche gli altri del gruppo, che hanno corso in batteria”. Infine Pietro Arese, medaglia di bronzo nei 1500: “Finalmente sul podio dopo tanti sacrifici quarti posti, ogni volta c’era quel quasi, quasi, quasi. Il 2024 invece è l’anno del sì, non più del quasi”.

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