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F1: a Imola ha sbagliato Leclerc, non la Ferrari: rimediare è possibile

Cosa resta del GP di Imola? Rimane una Ferrari, intesa come mezzo, che è tornata a essere considerata una seria contendente per il titolo. Un sesto posto ora torna a essere una delusione.

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Grandissima delusione per le migliaia di tifosi presenti sulle tribune di Imola, arrivati per assistere al GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna. Alla fine è stato un assolo Red Bull, con Max Verstappen primo sia nella Sprint Qualyfing che in gara e il fido scudiero Sergio Perez secondo.

Malissimo le Ferrari, con il buon Carlos Sainz buttato fuori alla seconda curva incolpevolmente da Daniel Ricciardo e con Charles Leclerc che, nella speranza di guadagnare tre punti dall‘Olandese Volante, ha finito per perderne sette.

La Rossa però può guardare con fiducia al futuro, dato che una delusione del genere alla quarta gara della stagione può anche, in fondo, servire da lezione, nonostante Leclerc sia già stato campione del mondo nelle categorie inferiori.

Ferrari, niente paura: a Imola l’errore è stato solo di Leclerc

Tralasciamo per un secondo l’incolpevole Sainz, buttato fuori per il secondo GP consecutivo in modo del tutto casuale. I problemi per Leclerc sono iniziati già durante la Sprint Qualyfing, quando molti piloti hanno lamentato problemi alle gomme.

Nonostante tutto il monegasco è riuscito a rimanere in testa fino all’ultimo dei 21 giri della mini gara, salvo poi essere superato proprio nel finale sempre da Verstappen, che dunque si è preso i primi 8 punti del weekend.

In gara, poi, Leclerc è stato protagonista di una partenza terribile che gli ha fatto perdere posizioni, ma la Ferrari ora è una macchina vera, forse la migliore del lotto assieme alla Red Bull. Il Predestinato è rimasto incollato alle due Red Bull fino a sette giri dalla fine, quando nel tentativo di raggiungere Perez ha perso la macchina ed ha sbattuto a muro, cosa che lo ha costretto a rientrare ai box per sostituire l’anteriore finendo poi sesto.

A parte l’evidente errore, la Ferrari, e parliamo come mezzo in sé, si è dimostrata competitiva per tutto il weekend anche in una pista tecnica come Imola, a dimostrazione del fatto che quanto successo è stato un episodio isolato, che il progetto è valido e che la macchina viaggia che è un piacere. Il gap è stato colmato.

F1, la Ferrari ha cambiato status: ecco la dimostrazione

In Bahrain abbiamo assistito a una doppietta Ferrari, con Leclerc primo e Sainz secondo. A Jeddah, in Arabia Saudita, ha vinto Verstappen, ma Leclerc è comunque arrivato secondo e Sainz terzo. Ad Albert Park, in Australia, ha vinto ancora Leclerc mentre Sainz non è riuscito a finire la corsa.

A Imola, il sesto posto di Charles Leclerc è stato accolto da un enorme delusione da tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori, ed è proprio questo che è cambiato dagli scorsi due anni a ora. In passato, o comunque in questi ultimi anni di oblio, un sesto posto sarebbe stato accolto come una leggera ripresa, come un buon risultato dal quale ripartire.

Ora invece è una delusione enorme, una macchia che nella stagione potrebbe costare carissimo. Grazie al lavoro dei meccanici di Maranello, la Ferrari è tornata una macchina di punta, anche sotto l’aspetto della mentalità.

L’oblio di Hamilton: chi è, e cosa ne ha fatto del vero Lewis

No, non possiamo accettare tutto questo. Non possiamo vedere un Lewis Hamilton tristemente 13°, senza mai provare una strategia differente che non fosse l’allargarsi all’esterno e provare poi a entrare all’interno. Non possiamo accettare un Lewis Hamilton doppiato da Max Verstappen quando solo pochi mesi fa battagliavano per il campionato.

Non lo possiamo accettare perchè Hamilton è un sette volte campione del mondo F1 (di cui sei con Mercedes), e anche perchè il suo compagno di squadra, il giovane George Russell, nello stesso momento tagliava il traguardo subito ai piedi del podio, al quarto posto.

Ha poco da dire Toto Wolff (“abbiamo chiesto scusa a Lewis perchè gli abbiamo dato una macchina inguidabile), coi suoi giochi psicologici mentre il pilota giovane si metteva dietro quasi tutti, nello stesso tempo nel quale il vecchio leone faticava nelle retrovie. Francamente inspiegabile questa difficoltà di Sir Lewis di adattarsi alla W13, e quanto sono lontani i tempi degli “Hammer Time” che timbravano giri fuscia a ripetizione.

Per il bene del campionato e del Motorsport, urge ritrovare il miglior Hamilton, a cominciare da Miami, prossimo GP in programma il weekend dell’8maggio.

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