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F1, muro del pianto Ferrari: stavolta Leclerc finisce a processo, accusa pesante

Dopo l'erroraccio di Leclerc al Gran Premio di Francia è tempo di analisi in casa Ferrari: sbaglia il muretto, sbagliano i piloti. Le ragioni dei tanti problemi, e i dubbi sulla solidità del monegasco

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Dalla Francia all’Ungheria passando per Monaco e Maranello. Il “Nooooo!” di disperazione urlato e ascoltato in mondovisione da Charles Leclerc subito dopo l’uscita di pista che ha messo fine al suo Gran Premio di Francia di F1 è stata un po’ la stessa espressione che hanno gridato milioni e milioni di tifosi della Ferrari in tutto il mondo.

L’errore del pilota monegasco è di quelli da matita blu, grave e pesante nell’ottica di un Mondiale sempre più lontano per la rossa. Anche se il talento di Leclerc è indubbio, così come la sua velocità, nel day after la gara di Le Castellet pare giusto in casa Ferrari porsi alcune domande e cercarne le risposte.

Leclerc, l’errore in Francia costa caro

L’intuizione è della Gazzetta dello Sport che dall’immagine dell’uscita di pista di Leclerc in Francia titola “Il muro del pianto”. Che ha pervaso come detto tutto il mondo Ferrari ad ogni latitudine ieri intorno alle 15.30 quando il monegasco è andato a sbattere perdendo il controllo alla curva 11. Lo stesso Charles in un eccessivo impulso di autocritica si è preso tutte le colpe, forse esagerando, dandosi le colpe nel caso la Ferrari non vinca il Mondiale per colpa dei suoi errori a Imola e ieri a Le Castellet.

Nel Gran Premio dell’Emilia Romagna, Leclerc dopo una partenza a rilento, nel tentativo di restare attaccato a Perez per andare a prendere il 2° posto, si girò salendo eccessivamente su un cordolo alle Acqua Minerali finendo col perdere anche il podio e punti preziosi nella classifica iridata.

E se dopo Monaco e Silverstone si è data giustamente la croce addosso al muretto Ferrari incapace di gestire gli imprevisti in corsa, è giusto rimarcare che anche Leclerc sbaglia e in questo momento molto più di Verstappen che in questo mondiale non ha pecche, come se la vittoria del titolo lo scorso anno nell’ultima gara, lo avesse ancor di più maturato.

La Ferrari si interroga: Leclerc è il pilota giusto?

I primi interrogativi sono corsi sul web già ieri pomeriggio subito dopo l’erroraccio di Leclerc. In tanti si sono domandati se pur con tutto il suo talento e la sua velocità da fenomeno, Leclerc sia il pilota giusto per riportare la Ferrari a vincere il titolo. Non è la prima volta che Charles sbaglia, Imola, come ammesso da lui stesso, ma in passato non è stato esente da errori.

Gli errori di Leclerc. A Monaco due anni fa nel difendere la pole andò a sbattere all’ultimo tentativo in Q3, pregiudicando a detta di molti la tenuta della sua monoposto che di fatti si ammutolì nel giro di formazione della gara la domenica. Andando a ritroso viene alla memoria l’errore in Austria nel 2019 quando Leclerc andò a tamponare proprio l’altra Ferrari allora nelle mani ancora di Vettel.

Leclerc: il precedente Schumacher fa ben sperare

Corsi e ricosi storici che fanno ben sperare. Il dominio della Ferrari di Todt e Brown con Schumacher capace di vincere 5 mondiali di fila non è partito nel segno della vittoria anzi. Furono tanti gli errori commessi proprio dal pilota tedesco nelle prime stagioni con la rossa, non sempre impeccabile contro lo strapotere di allora di Williams e McLaren. Schumi ci mise 4 stagioni, pure un infortunio di mezzo a Silverstone, prima di riportare il titolo a Maranello dopo due decadi.

Binotto lo aveva detto: la previsione del team principal Ferrari

La sensazione è che, un po’ come se il team principal Mattia Binotto ci avesse preso più e più volte a inizio stagione, che questo 2022 per la Ferrari dovesse essere un anno di rilancio, il ritorno alla competitività per la prima posizione, di vittorie, di soddisfazioni, ma non di Mondiale. Era stato profeta in Patria il leader del reparto corse di Maranello che si è sempre detto scettico, forse per pretattica, sulle reali chance della Ferrari di vincere il Mondiale.

Ferrari-Leclerc al limite: Red Bull e Verstappen no

Nonostante ieri Binotto abbia sottolineato come la corsa al titolo sia ancora aperta, con tante gare a disposizione, appare altrettanto scontato che questa Ferrari, velocissima e capace di competere su tutte le piste, debba per forza andare al limite in tutte le sue componenti per restare a quel livello, per restare davanti alla Red Bull che invece, pur sembrando in alcune occasioni leggermente più lenta della rossa, vedi Austria e ieri in Francia, riesce a massimizzare sempre le sue gare, senza errori e senza forzature, nè del pilota, nè del team.

La Ferrari sbaglia, la Red Bull no. Errori al box, errori al muretto (vedi Monaco e il pasticcio di Silverstone sempre con Leclerc) ma anche le indecisioni ieri nel richiamare Sainz dopo averlo fatto lottare e perdere tempo con Russell e Perez per poi comunque richiamarlo al pit. Ma sbagliano anche i piloti, come ammesso dallo stesso Leclerc, errore banale almeno secondo lui, ma figlio di una scelta strategica che aveva messo in conto il sovrasterzo della Ferrari per risparmiare le gomme anteriori. Verstappen invece è lì, non rischia mai o quasi mai, in Austria ha limitato i danni, lo aveva fatto anche a Silverstone con i problemi al drs, e ieri stava gestendo la sua corsa mettendo pressione a Leclerc ma senza forzare il suo status di 2°, quasi a chiamare Leclerc all’errore. Un vero campione del mondo.

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