Quella che sembrava una indiscrezione dal retrogusto di boutade, un po’ un ballon d’essai diffuso per generare un surplus di viralità e niente più, col passare delle ore sta prendendo invece dei contorni alquanto concreti. Lewis Hamilton che approda in Ferrari per correre la stagione 2025 con la monoposto rossa (se non addirittura prima) è forse una prospettiva davvero realizzabile. Ma con Charles Leclerc la convivenza in scuderia sarà pacifica, o i due galli nel pollaio (absit iniuria verbis) si beccheranno senza pietà alcuna per il predominio dell’aia?
- Hamilton in Ferrari: forse questa volta ci siamo davvero
- Leclerc e la convivenza in squadra con Hamilton: opportunità o rischio?
- Le rivalità iconiche in F1 tra compagni di squadra: Senna vs Prost
- Mansell vs Piquet: la rivalità che esplose nel biennio 1986-1987
- Da Pironi contro Villeneuve a Hamilton vs Rosberg
Hamilton in Ferrari: forse questa volta ci siamo davvero
Ovvio, stiamo favoleggiando per ora su mere congetture. Non è la prima volta che l’attuale pilota Mercedes viene accostato al regno di Maranello: già negli anni passati, e in particolare nei periodi di mercato, spuntava la voce di un clamoroso ingaggio da parte di Ferrari del 7 volte iridato. Ma l’indiscrezione fornita stamane dal Corriere della Sera non solo come abbiamo detto ha preso sempre più corpo anziché sgonfiarsi nel corso delle ore, ma addirittura secondo l’edizione online della Gazzetta dello Sport l’annuncio potrebbe essere imminente.
E allora, facciamo un esercizio teorico e consideriamo Hamilton già in rosso, con buona pace del frustrato Carlos Sainz, il cui rinnovo, a differenza di quello del compagno di squadra, è alla guisa di una scartoffia persa in ufficio burocratico (ove mai esistesse veramente la possibilità che lo spagnolo possa prolungare il contratto). E consideriamo allora anche l’elefante nella stanza, ovvero Leclerc, o meglio la convivenza con il britannico.
Leclerc e la convivenza in squadra con Hamilton: opportunità o rischio?
Il monegasco infatti ha di suo sofferto a tratti la rivalità sotterranea e strisciante con Sainz. Al di là degli ottimi rapporti paventati tra i due, in una situazione di pari livello in cui entrambi sono sempre stati generalmente posti in Ferrari (non esiste ufficialmente un primo pilota e un suo scudiero, come ai tempi di Schumacher e i suoi Sancho Panza), non è mancata la pressione sia su Leclerc che su Sainz per poter dimostrare il proprio valore in pista e meritarsi i galloni di capitano rosso.
Avere quindi uno come Sir Hamilton al proprio fianco, ovvero un pilota di esperienza più ampia rispetto al parigrado con cui attualmente condivide i box, e che soprattutto può vantare una mensola incurvata dal peso dei sette titoli mondiali più il resto dei trofei, potrebbe rappresentare una affascinante e al tempo stesso inquietante incognita. La presenza del britannico può essere per Leclerc uno sprone per migliorarsi, un pungolo per dimostrare non solo di essere al suo livello ma di poter battere un pluriridato di tale pregevole fattura. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, un elemento perturbante in squadra.
Le rivalità iconiche in F1 tra compagni di squadra: Senna vs Prost
Se è vero che il monegasco è blindato da un contratto pluriennale, è anche vero che il confronto con Hamilton potrebbe essere logorante lungo i vari weekend di gara. Uno scenario che richiamerebbe ad esempio la rivalità più iconica nella F1 tra compagni di squadra, quella tra Ayrton Senna (guarda caso, idolo e punto di riferimento per Leclerc) ed Alain Prost. Le tensioni tra i due esplosero in particolare nel GP di San Marino, quando correvano entrambi per la McLaren, per poi proseguire anche quando le loro strade si divisero nel 1990, con il francese che passò in Ferrari.
Mansell vs Piquet: la rivalità che esplose nel biennio 1986-1987
La storia della F1, purtroppo per il futuribile dinamico duo Leclerc-Hamilton, non lesina affatto altri esempi di questo genere. Conosciamo infatti altre rivalità tra compagni di squadra, a cominciare da quella tra Nino Farina e Juan Manuel Fangio all’alba della storia del Mondiale, e ai tempi dell’Alfa Romeo. Oppure lo stesso Fangio con Stirling Moss, o facendo un passo in avanti di qualche decennio il rapporto teso nel biennio 1986-1987 condiviso in Williams tra Nigel Mansell e Nelson Piquet, con il primo che perso un titolo quasi suo nel drammatico (sportivamente parlando) GP d’Australia di fine stagione 1986, e lo stesso dicasi per il brasiliano ancora matematicamente in lotta.
L’anno dopo i due furono protagonisti di un sorpasso iconico entrato nella storia della F1, quello avvenuto a Silverstone, con Mansell che nel corso di una lotta gomito a gomito con Piquet lo supera all’altezza della curva Stowe, beffandolo con un cambio di traiettoria. Insomma, più che un semplice sorpasso, uno spietato sberleffo, come l’attaccante che fa tunnel ad un coriaceo difensore in area. Con l’aggravante che parliamo di compagni di team.
Da Pironi contro Villeneuve a Hamilton vs Rosberg
E poi l’alto tradimento (anche se a dirla così sprofondiamo nella più trita retorica) di Didier Pironi nei confronti di Gilles Villeneuve nel GP di Imola nel 1982, con gli ordini di scuderia impartiti da Ferrari (rieccola) gettati alle ortiche da parte del primo. E, arrivando ai tempi più recenti, ironia della sorte troviamo pure Hamilton, quando la convivenza con colui che interruppe la sua striscia di titoli mondiali, ovvero Nico Rosberg, arrivò ad un punto di rottura nella stagione 2014 e in particolare in Bahrain, dove i due se la diedero di santa ragione in pista.
Le rivalità motorsportive tra compagni di squadra, non solo in F1 (basti pensare ai rapporti ondivaghi e spesso tesi tra Thierry Neuville ed Ott Tanak in Hyundai Motorsport, parlando di WRC), sono insomma un topos consolidato, che esalta ed esacerba gli animi dei tifosi e fa la gioia di chi racconta questo sport. E a quanto pare, nei prossimi anni, ne avremo ancora da raccontare.