L’Australia si prepara ad accogliere nuovamente la Formula 1 dopo due anni di digiuno a causa del Covid-19. Melbourne e l’Albert Park, tracciato cittadino mozzafiato e velocissimo, non si presentano però come i piloti ricordano dalla gara nel 2019. Nell’ultimo periodo il tracciato ha subito un restyling, dei ritocchi per rendere emozionante e spettacolare l’azione delle monoposto nelle libere, qualifiche e soprattutto in gara, dopo che in tanti in passato avevano puntato il dito contro la pista perché priva di veri e propri punti di sorpasso.
- Albert Park cambia, ecco le modifiche per il GP 2022
- Staccate dure e freni a rischio, quale sarà l'arma segreta dei piloti?
- Dalla polemica alla conferma: quante zone DRS
- Ritardi nella consegna del materiale: weekend a rischio?
Albert Park cambia, ecco le modifiche per il GP 2022
“Vedrete una pista diversa, un GP nuovo. Il tracciato è molto più fluido e consentirà molti più sorpassi”. A presentare così il nuovo layout di Albert Park è stato Daniel Ricciardo, pilota McLaren che è stato coinvolto dall’organizzazione australiana per il cambio look della pista. Rispetto al tracciato visto l’ultima volta nel 2019, il nuovo cittadino di Melbourne sarà infatti più veloce ed emozionante, con medie stimate sul giro di circa cinque secondi al di sotto della “vecchia” pista.
Tra gli interventi principali c’è il riposizionamento della curva 1, spostata a destra di circa 3,5 metri e allargata. Allargate anche curva 3, 6 e 8, sempre più veloci e interessate anche dalla zona DRS.
Staccate dure e freni a rischio, quale sarà l’arma segreta dei piloti?
Come analizzato da Brembo, azienda a che fornisce l’impianto freni alle scuderie di F1, una delle chiavi di lettura fondamentali per avere la meglio su questa pista è il sistema di raffreddamento dei freni. Il tracciato, essendo un cittadino, non è gommato e all’inizio del weekend si presenterà di certo scivolosa e ricca di insidie per i piloti. Dopo essere stata collaudata, sarà tutto un gioco di freni, che verranno chiamati in causa tra curve semplici e staccate più impegnative.
Classificato come GP di impegno medio sull’impianto frenante, a dir la verità saranno tre le staccate che metteranno a serio rischio i freni. La curve 3, 11 e 14 sono infatti quelle in cui ci sarà una maggiore decelerazione, passando dai quasi 300 km/h ai 100. Ciò si traduce anche in una maggiore usura di pastiglie e dischi che raggiungono temperature molto elevate per via dell’aumento di grip.
Dalla polemica alla conferma: quante zone DRS
Il GP d’Australia arriva subito dopo quello di Jeddah, gara nella quale il duello tra Leclerc e Max Verstappen ha tenuto il pubblico col fiato sospeso fino agli ultimi giri. Nelle ore successive al Gran Premio arabo non sono mancate le critiche per le mosse d’azzardo, al limite del pericolo, dei due piloti che hanno giocato l’uno con l’altro per ottenere il DRS. Ad avere la meglio, a malincuore per i tifosi della Rossa, è stato l’olandese che proprio grazie all’ala spalancata del Drag Reduction System ha potuto sorpassare la F1-75.
Dalle polemiche sul sistema, che a detta di molti potrebbe rendere pericolosa la F1 attuale che risente dell’effetto Venturi, all’Australia il tempo è volato e la FIA non ha preso decisioni in merito. Ecco allora che all’Albert Park saranno ben 4 le zone DRS, una in più rispetto al precedente appuntamento australiano del 2019.
Il primo detection point si trova all’uscita di curva 6 e sarà utilizzato per il DRS tra la curva 8 e la curva 9, ma servirà anche per la zona posizionata tra le curve 10 e 11. Il secondo è invece tra la curva 12 e 13, che consentirà di utilizzare il sistema nel rettilineo verso il traguardo e successivamente tra la curva 2 e la 3.
Ritardi nella consegna del materiale: weekend a rischio?
Dopo quanto vissuto in MotoGP, con il cargo in ritardo che ha causato lo slittamento del programma del fine settimana in Argentina, anche la F1 trema. Tra i ritardi che i trasporti stanno affrontando in tutto il mondo, innescati sia dall’aumento dei costi che dall’impatto della guerra tra Ucraina e Russia, i team del Circus possono però tirare un sospiro di sollievo dopo la paura.
È infatti servito un intervento diretto di DHL, partner ufficiale di F1, per garantire al paddock di avere per tempo tutto il materiale necessario per non mettere a repentaglio il ritorno delle monoposto in Australia. Dopo dei ritardi dovuti a un guasto di una nave contenente il carico di tre squadre, DHL ha intercettato il materiale a Singapore e lo ha spedito per via aerea a Melbourne. Il carico è arrivato in Australia lunedì mattina e tutti i team hanno avuto le rispettive attrezzature in tempo per il regolare svolgimento del terzo round del campionato.