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Fuori controllo padre di Camila Giorgi: giudice chiama sicurezza

Agli Internazionali di Roma, lite di Sergio Giorgi con la giudice di sedia Lara Morgane che, intimorita, ha contattato la security

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E’ il protagonista di questa giornata appena trascorsa degli Internazionali d’Italia e non per i suoi metodi da marine, disciplina e controllo pressoché completo di quanto gira attorno alla talentuosa figlia, Camila Giorgi. Sergio, che di mestiere fa il suo coach, è il misuratore, il calibro della portata della sua prestazione in un match e così doveva essere anche durante l’incontro previsto dal tabellone di Roma contro la spagnola Sara Sorribes Tormo che l’ha battuta (per la cronaca) 7-6,6-7, 7-5.

Sergio Giorgi litiga con la giudice di sedia: chiamata la sicurezza

Sergio Giorgi non passa per un padre tenero, ma uno di quei papà-allenatori che nel tennis non sono stati rari. Anzi, si sono rivelati altrettanti discussi, controversi e molto influenti soprattutto sul talento dei loro ragazzi. Lunedì ha intimorito a tal punto la giudice di sedia, Lara Morgane che ha chiesto l’intervento della sicurezza a seguito di una vivace discussione con il genitore della tennista.

“E’ possibile avere qualcuno vicino a me? Il padre della Giorgi sta creando un problema”, ha avvisato la giudice che ha messo in evidenza l’eccentricità e le sue proteste.

Sregolatezza e metodo Bielsa per il padre di Camila Giorgi

Italoargentino, molto pressante nella storia della carriera della figlia nata nelle Marche quasi per caso, viste le ascendenze dei genitori, Sergio Giorgi non è nuovo a certe esuberanze e invadenze che – probabilmente – hanno complicato anche i rapporti con la Federtennis italiana dopo che Camila ha scelto di gareggiare con i nostri colori.

In un’intervista, per descrivere il suo personalissimo metodo ha usato queste parole: “Io ho studiato medicina — ha raccontato Sergio Giorgi — non mi serve qualcuno che mi dica come allenare Camila. Che poi li ho provati alcuni di questi preparatori atletici, tecnici. Hanno delle idee stereotipate, non c’è verso di spiegargli che le loro nozioni vanno interpretate a seconda della giocatrice che si trovano ad allenare. Semplicemente non sono interessati. I metodi di allenamento di Camila arrivano da vari sport, dalla boxe soprattutto, ma mi piace molto anche Marcelo Bielsa. El «loco»? Non cadeteci. Bielsa dice che la fase difensiva serve solo per recuperare il pallone ma poi devi attaccare, è quello che è divertente. Io andavo pazzo per Oscar de la Hoya, che si difendeva per attaccare. Camila non si difende? Camila attacca. Anche fuori dal campo…”.

Un modo poco ortodosso, almeno nell’ambiente del tennis, per far parlare di sé e spostare il fulcro dell’attenzione dalla figlia prodigio, seguita da Nick Bollettieri e rimasta con il padre-coach, oggi al centro delle cronache.

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