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Giro d'Italia, tappa 6: Sanchez beffa un generosissimo Alaphilippe, Pogacar lascia fare. Caduta per Caruso

Anche a Rapolano arriva la fuga, Pelayo Sanchez beffa Alaphilippe e Plapp. Bene Piccolo che prova a uscire dal gruppo, dove Pogacar non si danna l'anima. Brutta caduta per Caruso.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parla spagnolo la sesta tappa del Giro: Pelayo Sanchez è bravo a resistere agli attacchi di Julian Alaphilippe e ancora di più a sfruttarne la scia nella volata a ranghi ristretti che premia il corridore della Movistar, bravissimo a cogliere l’attimo e a piazzare un acuto non così scontato. L’australiano Luke Plapp chiude al terzo posto, di fatto quasi rinunciando ad affrontare lo sprint, mentre Andrea Piccolo arriva quarto uscendo dal gruppo nel finale, con gli uomini di classifica che lasciano fare aspettando giornate più impegnative, con la cronometro di domani da Foligno a Perugia primo vero banco di prova. Unico neo di giornata la caduta di Caruso, fuori dai giochi di classifica (a quasi 12′ di ritardo).

Giro d’Italia, 6a tappa:

La tappa degli sterrati non ha tradito le attese. Con una fuga partita da lontano che ha avuto tra i protagonisti anche Julian Alaphilippe, oltre a Luke Plapp, che per una trentina di chilometri è stato anche maglia rosa virtuale (l’UAE ha lasciato fare). Poi sui due tratti in sterrato di Vidritta e Bagnaia la tappa è letteralmente esplosa: proprio Plapp ha provato a scappare dal gruppo dei fuggitivi, con Alaphilippe e Pelayo Sanchez bravi a riportarsi sulla sua ruota.

I tre hanno cominciato ad andare d’amore e d’accordo, pregustando di anticipare il ritorno del gruppo, che sui tratti più duri ha visto alternarsi anche tanti gregari di lusso (vedi Ganna e Milan) a tirare per i propri capitani. Pogacar ha controllato senza affanni e ha lasciato fare, evitando soprattutto di incappare in qualche sbavatura (tra gli altri a terra, ma senza conseguenze, Dani Martinez, Uijtdebroeks e O’Connor, a differenza dello sfortunato Caruso).

Nel finale lo strappo di Serre di Rapolano fa avvicinare il gruppo, ma non abbastanza: la volata premia Sanchez, che beffa Alaphilippe che per mezza ruota, con Plapp terzo e Piccolo (uscito dal gruppo negli ultimi 3 km) che chiude a 24 secondi.

Giro d’Italia, tappa 6: ordine d’arrivo e classifica

L’ordine d’arrivo della quarta tappa del Giro:

  1. Sanchez (Spa) in 4h01’08”
  2. Alaphilippe (Fra) s.t.
  3. Plapp (Aus) a 3”
  4. Piccolo (Ita) a 24”
  5. Narvaez (Ecu) a 29”
  6. Mezgec (Slo) s.t.
  7. Hermans (Bel) s.t.
  8. Schultz (Aus) s.t.
  9. Martinez (Col) s.t.
  10. Lutsenko (Kaz) s.t.

Questi i primi 5 in classifica generale (qui la classifica completa):

  1. Pogacar (Slo) in 23h21’31”
  2. Thomas (Gbr) a 46”
  3. Martinez (Col) a 47”
  4. Uijtdebroeks (Bel) a 55”
  5. Rubio (Col) a 56”

Tappa 6, Torre del Lago Piccini-Rapolano Terme: pagelle

  • SANCHEZ 9: prima gioia in un grande giro, e davanti a un fuoriclasse (magari un po’ decadente, ma pur sempre tale) come Julian Alaphilippe. Che prova in tutti i modi a scrollarselo di dosso, senza riuscirci. Bravo l’asturiano a non farsi prendere dalla foga e non sbagliare nulla. Vittoria che vale.
  • ALAPHILIPPE 7,5: il finale è amaro, perché su un traguardo come quello di Rapolano fino a un paio d’anni fa avrebbe vinto a mani basse. Stavolta deve ingoiare il rospo, ma non ha molto da rimproverarsi: ha provato a staccare i compagni di fuga sullo strappo, poi gli sono mancate le gambe in volata.
  • PLAPP 7,5: è stato il più combattivo di giornata, cercando anche di andare da solo prima che Alpahilippe e Sanchez lo raggiungessero dopo il primo sterrato di giornata. Nel finale ha pagato dazio alla fatica, ma dopo aver fatto il massimo.
  • BARDET 6,5: sullo strappo di Serre di Rapolano fa il ritmo nel gruppo dei migliori, mostrando una condizione decisamente accattivante. Bello rivederlo così: magari quando arriveranno le salite potrà regalare spettacolo e divertire.
  • TIBERI 6,5: per un ragazzo che vuole crescere, imparando dai migliori, non c’è cosa migliore che stare accanto a quelli che viaggiano forte. Peccato solo per la caduta di Caruso che rischia di sottrargli una risorsa preziosa lungo il cammino.
  • POGACAR 6: lascia fare ai rivali, preferendo restare a ruota. La testa corre già alla cronometro di domani: ogni tanto serve agire con parsimonia.

Giro d’Italia, arriva la prima crono: Ganna, ma non solo

Arriva il momento della prima cronometro al Giro: da Foligno a Perugia, per complessivi 40 chilometri, ci sarà da battere tantissime insidie, a cominciare dal vento (che potrebbe essere un fattore) passando per un finale decisamente impegnativo, con l’ultima parte del percorso che obbligherà i corridori a salire fin sulla parte alta di Perugia (dislivello di circa 300 metri negli ultimi 5 km). Una tappa che potrebbe anche rivelarsi indigesta per gli specialisti delle corse contro il tempo: Ganna è il logico favorito, ma su un tracciato tanto mosso anche uno come Pogacar potrebbe (dovrebbe) dire la sua, oltre a Thomas (che pure perse il Giro lo scorso anno proprio nella parte conclusiva dell’ultima cronometro, guarda a caso quella più dura) e Arensman.

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