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Gli eSports in Italia hanno una regina: la sfida di Hevnokat

Elena Coriale è la donna di punta degli esports in Italia, un contesto che troppo spesso viene etichettato come maschile.

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Luigi Di Maso

Luigi Di Maso

Giornalista

Giornalista sportivo e professionista nel mondo della comunicazione digitale. Lavora insieme a club, leghe e brand nel mondo del calcio. È ormai da anni una delle anime del Social Football Summit di Roma. Per Virgilio Sport cura gli approfondimenti relativi all’intreccio tra i mondi del calcio, della comunicazione e del marketing

Elena Coriale, in arte Hevnokat, è la vera regina degli eSports in Italia. Se è vero che la passione per i videogiochi non è più una peculiarità del mondo maschile, nel mondo degli eSports competitivi per ora le quote rosa sono ancora in secondo piano. Tuttavia, a sfidare questo tabù c’è una player classe 1994, nata e cresciuta a Sanremo, che vuole dimostrare a tutti di poter essere alla pari dei colleghi e sembra avere i numeri della sua. Con la maglia del Genoa eSports Elena Coriale ha dominato la seconda stagione competitiva nella eFemminile (FIFA 21) della Lega Dilettanti con un campionato da record: secondo titolo consecutivo, seconda volta best scorer, battuto il suo record precedente di 120 gol con 137 reti segnate, e la win streak più lunga (22 vittorie e 0 sconfitte).

Impressionate. “Sono contentissima – ha scritto Hevnokat sui proprio social – di aver conquistato tutti gli obiettivi che mi ero prefissata, ovviamente anche grazie al supporto di tutti voi: dal Genoa eSports, ai miei procuratori di Pro2besports, al mio coach, alle persone a me care ed inaspettatamente, ai tifosi del Genoa che hanno sempre fatto un tifo senza eguali. Grazie di tutto, questa vittoria è anche vostra”.

C’è quindi uno stereotipo da abbattere. Il calcio e di conseguenza i giochi come FIFA sono sempre stati visti come “giochi per maschi”.

“Purtroppo – ha dichiarato in una recente intervista a eSportsItalia.com – è un pensiero ancora molto attuale, nonostante esistano leghe e campionati femminili, squadre, eventi, e via dicendo. Penso che sia uno stereotipo radicato in modo troppo profondo per poter essere completamente annientato in poco tempo, ma di sicuro c’è una sensibilità diversa rispetto a prima. La strada è ancora lunga, ma non smetteremo mai di lottare.”

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