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Il Milan non corre e perde: Cardinale lancia messaggi a Pioli-Maldini

Il proprietario ha seguito da New York la disfatta in Supercoppa contro l'Inter, la fiducia c'è, ma è agganciata ai risultati

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Il Milan si è smarrito. Lo hanno visto tutti, vicini e lontani. Persino il proprietario Gerry Cardinale, da New York, ha assistito con un misto di stizza e stupore al rovescio rimediato dai rossoneri contro l’Inter nella Supercoppa di Riad. Che succede? Al momento il panico non è ancora scattato a Milanello, ma da qui a fine anno sono tutti in discussione: giocatori, dirigenti e allenatore.

Cardinale: quarto posto per non rivoluzionare tutto

Cardinale ha chiaro in mente che lo scudetto oggi appare un miraggio, 9 punti di svantaggio dal Napoli sono tanti per una squadra che invece di correre, zoppica. Sa però che, in una stagione, gli alti e bassi ci sono e quindi, al momento, non accarezza idee rivoluzionarie. Non rischia Stefano Pioli, non rischiano Paolo Maldini e Frederic Massara. A fine anno, però, sarà diverso. L’obiettivo è finire tra le prime quattro per essere in Champions anche l’anno prossimo. Non una banalità, considerato che il secondo posto è insidiato da Juventus e Inter (a -1) e che a -4 c’è il terzetto galoppante Roma-Atalanta-Lazio.

Il quarto posto non serve solo per il prestigio, ma anche per il bilancio grazie ai premi Uefa e ai soldi degli sponsor. E ancora: più facile che un calciatore accetti di restare o di arrivare in una squadra altamente competitiva.

Milan: che succede se il Milan va e non va in Champions

Se il Milan sarà nella prossima Champions, in estate ci saranno solo ritocchi, piccoli movimenti. Ma se la scivolata continuerà, Cardinale è pronto a prendere decisioni clamorose. E non è Pioli quello più a rischio, ma l’area tecnica, Maldini e Massara. Ricordate il balletto per rinnovare il loro contratto? Alla fine è arrivato e Maldini ha avuto anche maggiore libertà di movimento. In estate è stato fatto un mercato importante per confermare lo scudetto appena vinto. Sono stati spesi 32 milioni per De Ketelaere, sono arrivati anche Origi e Adli. Ebbene, nessuno dei tre ha convinto. I più di 40 milioni investiti non hanno portato a un salto in classifica. Normale che a fine anno la proprietà chieda il conto a chi ha avuto libertà di scegliere dove guardare per rinforzare la squadra.

I mali del Milan

Entrando nello specifico dei mali che affliggono il Milan in questa stagione, possiamo parlarne di due in particolare. Chi l’anno scorso ha dato il 100 per cento e anche di più, in questa stagione si sta prendendo delle pause. Come se la pancia fosse già piena invece di considerare quel titolo come l’inizio di un ciclo. Ci sono giocatori che possono dare il cambio di passo, ma che stanno vivendo un periodo grigio, vedi Giroud e Leao. Per quest’ultimo è stato annullato l’incontro che ci sarebbe dovuto essere oggi con i suoi agenti per quel rinnovo che non arriva. Forse il portoghese è infastidito da questa trattativa che va per le lunghe. Giroud è tornato dai Mondiali sicuramente stanco e anche un po’ demotivato dopo la finale persa con l’Argentina.

Il fatto che il Milan corra poco, difficilmente dipende dalla preparazione fisica, anche se la stagione è anomala. A non correre è probabilmente la testa. Ci sono poi gli infortuni che hanno condizionato e continuano a condizionare l’andatura (vedi Maignan). Un Ibrahimovic che non si sa quando tornerà. Un mercato, ripetiamo, che si è rivelato finora deludente. Chi doveva incidere – in particolare De Ketelaere – finora si è visto poco o male. Qualcuno dovrà naturalmente renderne conto. Di tutto. Ma se uno dei primi quattro posti sarà del Milan, allora anche le discussioni saranno più dolci e le decisioni meno traumatiche.

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