L’emergere di un nuovo possibile filone di inchiesta, nell’ambito del fascicolo dedicato alla Juventus dalla procura di Torino, ha posto al centro dell’attenzione la carta segreta sul caso Mandragora e riportato alla stretta attualità quanto avvenuto per Cristiano Ronaldo. Una side letter, come è stato definito, prepotentemente tornato di attualità anche grazie alla nuova convocazione a Roma di Paulo Dybala.
- Il nuovo filone della procura di Torino
- L'interrogatorio di Cristiano Ronaldo
- Inchiesta Juventus: nuovo filone procura di Torino
- Debiti morali e debiti reali: i sospetti su Juve e altri club
- Il caso Mandragora e l'email di Claudio Chiellini
- L'ipotesi degli inquirenti: l'obbligo di riacquisto
- La seconda convocazione di Dybala
Il nuovo filone della procura di Torino
Secondo quanto emerso ieri, la Juventus secondo la tesi della procura sulla base di elementi investigativi ritenuti di interesse potrebbe aver stretto degli accordi segreti con altri club, per acquisti e cessioni di calciatori, difformi da quelli depositati in Lega.
Si tratterebbe di contratti occulti, al pari delle side letter delle manovre stipendi, per riuscire a far tornare i conti del bilancio per la società che, ricordiamo, è quotata in Borsa e vincolata a una serie di condizioni rigide monitorate dalla Consob.
L’interrogatorio di Cristiano Ronaldo
Con una simile premessa, che andremo approfondendo di seguito, l’interrogatorio di Cristiano, al centro a sua volta di un autentico capitolo a parte, altrimenti noto come carta Ronaldo (oggetto anche dell’inchiesta di Report), e in conflitto con il club per via degli stipendi non pagati, potrebbe essere deciso a breve.
Il quotidiano Libero, al pari di altri media nel recente passato, come Repubblica ritengono che possa essere prossima la convocazione del campione in procura, per chiarire quanto avvenuto nell’intervallo di interesse. E già a marzo Cristiano sarebbe tra i possibili in lista, per i pm torinesi.
Cristiano Ronaldo con Andrea Agnelli
Inchiesta Juventus: nuovo filone procura di Torino
A riportare la notizia è il Corriere della Sera che, stando a quanto si legge, ha appreso di questo nuovo filone d’indagine nell’ambito dell’inchiesta Prisma che ha già portato i giudici della procura a formulare le loro accuse tra gli altri a Andrea Agnelli, ex presidente, e Pavel Nedved, suo vice per falso in bilancio e false comunicazioni sociali.
Quelli che il Corsera ha riassunto nell’espressione «rapporti opachi» tra la società bianconera e altri club si riporta con abbondanza negli atti dell’inchiesta che avrebbe portato a quanto sappiamo: le accuse, le dimissioni in blocco del CDA, la nuova presidenza e l’avvio di un cammino in una terra di mezzo che potrebbe avere diversi epiloghi.
Per non parlare della penalizzazione di 15 punti a campionato in corso, sentenza della giustizia sportiva contro la quale la società ha già preparato il ricorso.
Debiti morali e debiti reali: i sospetti su Juve e altri club
Nuovi episodi potrebbero portare a contestazioni suppletive nell’udienza preliminare del 27 marzo, in cui si parla di plusvalenze e di debiti, verso altre società, non registrati.
«Debiti morali», li aveva definiti l’ex ds Fabio Paratici, oggi al Tottenham. Debiti morali che, stando agli inquirenti, sarebbero reali ed è in questo contesto che vanno lette alcune audizioni avvenute nell’ultima settimana. Davanti ai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello si sono seduti l’ex calciatore juventino Rolando Mandragora, il padre (che di fatto è il suo agente), il vice presidente dell’Udinese Stefano Campoccia (il suo nome era già emerso tra i partecipanti alla cena organizzata il 23 settembre 2021 da Agnelli alla Mandria e alla quale era stato invitato il presidente Gabriele Gravina) e Maurizio Lombardo (ex dirigente Juve).
Fabio Paratici con Bonucci, all’epoca della loro appartenenza al club bianconero
Il caso Mandragora e l’email di Claudio Chiellini
Cerchiamo di riportare quello che è stato il caso Mandragora. Il giocatore, oggi nella rosa della Fiorentina, è stato ceduto dalla Juve all’Udinese nel 2018 per 20 milioni di euro, con una plusvalenza di oltre 13 milioni.
Il contratto prevedeva una clausola facoltativa di recompra a 26 milioni da esercitare entro il 2020. Mandragora ha giocato due anni, con risultati altalenanti e concludendo con un infortunio importante al crociato. Paradossalmente ciò non blocca l’operazione e la Juventus lo ricompra a 10 milioni di euro (più 6 di bonus) per poi lasciarlo in prestito ai friulani.
L’ipotesi dei pm, parallelamente al contratto depositato in Lega in cui si parlava di «facoltà» di riacquisto, la Juve avrebbe sottoscritto un secondo accordo segreto con «obbligo» di riacquisto. Quello che Paratici avrebbe definiti debiti morali.
L’operazione — stando all’ipotesi meramente investigativa, precisa il Corsera — avrebbe permesso alla società bianconera di iscrivere nel bilancio 2019 la plusvalenza e di non iscrivere il debito di 26 milioni.
L’ipotesi degli inquirenti: l’obbligo di riacquisto
Ve ne sarebbe traccia da una mail del 10 luglio 2020 in cui Claudio Chiellini, capo dell’area prestiti della Juve, nella quale l’ex dirigente elencava le cifre ancora dovute a club e agenti: accanto all’Udinese c’è scritto 26 milioni. Una informazione che avrebbe scatenato le verifiche e l’individuazione di alcune operazioni di mercato con l’Atalanta sospette.
La seconda convocazione di Dybala
Altri temi, invece, sono stati al centro della seconda convocazione dell’ex attaccante bianconero oggi alla Roma, Paulo Dybala, ascoltato a Roma. Secondo quel che trapela, si è tornati a discutere della seconda manovra stipendi per posticipare il pagamento di 3 milioni e 700 mila euro, da saldare in due tranche se il calciatore fosse rimasto in bianconero.
Dopo l’addio di Dybala, il suo avvocato avrebbe avanzato una richiesta di risarcimento di tre milioni di euro, una situazione simile ma non del tutto a quella di Ronaldo. Il debito contratto, in termini di ingaggio, sarebbe stato saldato e inserito nel nuovo bilancio alla voce fondi rischi.