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Inchiesta Juventus, si temono la decisione della UEFA e Ceferin. Marchetti: "Aspettiamo i dossier"

Giorgio Marchetti, vice segretario UEFA, non si sbilancia sulla Juventus e le sanzioni ma al tempo stesso bacchetta la società sulla Superlega

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quel che è stato e che scaturirà dall’inchiesta Prisma ha già prodotto delle conseguenze notevoli, per la Juventus che ha incassato dalla giustizia sportiva una penalizzazione di 15 punti che si è tradotto in un fardello, dal punto di vista della classifica.

Vige estrema incertezza, soprattutto su quel che verte sulla manovra stipendi, la carta Ronaldo e gli ultimi elementi che potrebbero imporre altre decisioni. A livello europeo, per ora, la squadra di mister Allegri paga, ma solo in termini di concentrazione. Le possibili conseguenze saranno valutate a tempo debito, stando a quel che ha risposto il vice segretario della UEFA, Giorgio Marchetti.

Juventus, che ne sarà della Juventus: Marchetti e la UEFA

Non si espone con frasi azzardate, Marchetti nel suo intervento a Gr Parlamento, eppure quanto afferma suona già come una linea che, citando il regolamento, è condivisa:

“Caso Juventus? L’UEFA deve comportarsi nel rispetto dei regolamenti, ci sono ancora attività di indagine non ancora concluse nei confronti della Juve, c’è una sentenza già presa e che mi sembra di capire sarà appellata. Aspettiamo di vedere la documentazione su tutti i dossier per capire se ci sono dei profili concernenti ai regolamenti UEFA“, quanto detto a ‘La Politica nel Pallone’.

La trasmissione degli atti alle altre procure

Solo poche ore prima, l’ennesimo colpo di scena nella vicenda con al centro la Juventus: come spiegato dall’agenzia ANSA, la procura di Torino ha trasmesso alle procure competenti, a livello territoriale, gli atti che interessano le altre società coinvolte nelle indagini.

L’ANSA ha anticipato la notizia, in un lancio in cui si spiega che l’iniziativa è stata intrapresa “per ragioni di competenza territoriale”: pare quindi che siamo di fronte alla questione dei rapporti tra la Juve ed altri club. In particolare, le procure oggetto della trasmissione degli atti sono quelle di Bologna, Udine, Bergamo e Cagliari, in riferimento ai club di Serie A di ciascuna città, più quella di Genova, ed in questo caso la squadra coinvolta nei rapporti dovrebbe essere la Sampdoria, e Modena (per il Sassuolo, sempre in attesa di conferme ovviamente).

Una mossa prevedibile, quasi dovuta, dopo quel che è stato diffuso in merito al caso Mandragora e alle side letter che avrebbero esplicitato il senso di quei debiti morali e debiti reali che, stando alle ultime novità, sarebbero riconducibili a Fabio Paratici e all’epoca del suo operato alla Juventus.

Agnelli e Elkann Fonte: ANSA

La dirigenza Juve

Il futuro della Superlega, Marchetti feroce

Ovviamente, ha costituito materia di approfondimento anche il futuro della Superlega che vede la Juventus tra le società che stanno portando avanti il progetto nonostante il primo, innegabile fallimento che si concluse con l’uscita delle prime aderenti ad eccezione della Juve e delle spagnole:

“Sta a loro decidere cosa vogliono fare, ovvero se rientrare, sono tre società fondamentali per il calcio europeo. Ma un tentativo di avvicinamento non dipende dalla Uefa, che rappresenta gli interessi di tutti i club europei. La Juve sarà giudicata come tutti i club, poi dovrà decidere anche quale sarà il suo posizionamento in Europa. L’Uefa non è un monolite che prende decisioni, decide di concerto con gli stakeholder, e i club sono i primi stakeholder. Noi pensiamo che la Superlega è un pericolo, perché è un progetto che vuole escludere. Viene presentato come un progetto che vuole salvare il calcio, ma se è così lo è per pochi. Qualunque format non cambia la sostanza”.

Un modo per ribadire, ancora una volta, la linea del numero uno ed ex amico di Andrea Agnelli, l’avvocato Aleksander Ceferin che ha stroncato il progetto senza alcuna possibilità di apertura.

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