A Michael Fabbri è toccato arbitrare il match più delicato della giornata di Serie A, Inter-Lazio. Al direttore di gara l’oneroso compito di decidere del fallo di Hoedt su Lautaro Martinez, l’episodio a cui il tecnico biancoceleste, Simone Inzaghi, imputa l’indirizzo della partita. E una decisione alquanto dubbia, a suo dire. Se Antonio Conte gioisce e si compiace del sorpasso sul Milan, complice la prestazione opaca contro lo Spezia, per Inzaghi c’è ben altro di cui discutere.
L’episodio cardine di Inter-Lazio
Un incontro non semplice, carico di aspettative e tensioni da ambo le parti: l’arbitro si conferma equilibrato, anche nelle decisioni importanti. Ad esempio il rigore che avrebbe impresso la svolta alla partita.
Analizziamo dunque l’episodio: Hoedt prova a fermare Lautaro in scivolata, prende anche il pallone, ma prima travolge l’attaccante che cade. Corretto il giallo e non il rosso. Regolare la rete del raddoppio, con Lukaku (doppio gol per lui) tenuto in gioco dalla difesa laziale: questa condizione convalida la rete, perché se fosse stato al di là il gol sarebbe stato da annullare.
I dubbi di Inzaghi sul rigore
Che cosa recrimina, invece, l’allenatore della Lazio? “C’è rammarico, potevamo ottenere di più. Sapevamo che l’Inter poteva fare questa partita, perdere 3-1 dispiace perché ci siamo innervositi troppo, dovevamo andare avanti a giocare. Loro sono stati bravi a difendersi bassi e noi facevamo fatica a trovare spazi nello stretto. Poi una volta riaperto il risultato non dovevamo subire subito il terzo gol. Ci meritavamo qualcosa in più”, ha detto ai microfoni di Sky Sport.
Netta l’opinione del tecnico sul penalty: “Se lo rivedi venti volte non lo dai. L’arbitro è andato così deciso sul dischetto, ha preso una decisione clamorosa in tre secondi. Ha indirizzato la partita dopo 25 minuti, stavamo dominando e fino a quel momento non c’era stata gara. I ragazzi non l’hanno accettato e ci siamo agitati, perdendo un po’ di lucidità”.