24 giugno 2014, Italia-Uruguay 0-1 con gol di Diego Godin. Quella è stata l’ultima volta che abbiamo visto gli azzurri ai Mondiali. Dopodiché mancata qualificazione all’edizione russa del 2018 con Ventura in panchina e stesso risultato anche a quella successiva in Qatar con Mancini al timone. La sconfitta con la Germania è preoccupante da questo punto di vista, anche in relazione ai numeri difensivi che sono emersi per il team di Spalletti.
- L'Italia è in...difesa
- Quanti gol subiti: l'identità perduta
- Risultati e un cambio di filosofia che non ha aiutato
- Rimonta con la Germania: perché serve in ottica Mondiale
- La ricetta immediata di Spalletti
L’Italia è in…difesa
Roberto Mancini, oggi nome chiacchierato in orbita Juventus, aveva smesso di credere nella Nazionale preferendo rifugiarsi in Arabia. Da allora la patata bollente è passata nelle mani di Luciano Spalletti che ha esordito nel non brillantissimo Europeo. L’Italia del calcio prova a ritrovarsi, senza però avere la caratteristica principale che l’ha resa grande in passato: la solidità difensiva.
Quanti gol subiti: l’identità perduta
Già , perché nella propria storia l’Italia ha sempre potuto attingere a una straordinaria difesa per reparto e per singoli interpreti. Da Scirea a Paolo Maldini, da Gentile a Cannavaro, da Baresi a Nesta senza trascurare anche gli interpreti dell’Europeo vinto nel 2021 come Bonucci e Chiellini. Oggi però la formazione azzurra fatica proprio dove ha fatto scuola in passato: si continua infatti a incassare gol di testa e su calcio piazzato (7 tra Francia, Germania, Belgio e Israele).
Risultati e un cambio di filosofia che non ha aiutato
Anche i risultati non aiutano. L’Italia ha perso 4 delle ultime 10 partite giocate manifestando delle difficoltà che appaiono oggettive e sulle quali sta provando a lavorare il Ct Spalletti. Non semplice, anche perché gli uomini di caratura internazionale a disposizione sono davvero pochi (Donnarumma, Tonali, Barella e poi si può discutere in maniera più soggettiva). Neanche la tattica ci salva.
Sul problema difensivo il Pallone d’Oro Cannavaro ha provato a dire la sua tempo fa facendo riferimento al cambio di filosofia calcistica che ha imposto ai centrali difensivi di lavorare più sull’impostazione che sulla marcatura. La conseguenza è stata proprio una perdita di identità . L’ultimo marcatore puro è stato Giorgio Chiellini, dopodiché attualmente gli uomini in rosa rispondono tutti alle logiche moderne.
Rimonta con la Germania: perché serve in ottica Mondiale
E così ci ritroviamo alla vigilia della gara contro la Germania con tanti interrogativi in testa. Ma cosa rischia l’Italia? Al di là della Nations League, competizione che ha una rilevanza evidentemente minore, il vero problema è relativo alla qualificazione al prossimo Mondiale. Se gli azzurri non rimontano verranno inseriti nel gruppo da 5 con Norvegia, Israele, Estonia, Moldavia (Girone I).
La squadra che passa il turno, invece, andrà a completare il Girone A che sulla carta è più abbordabile con Slovacchia, Irlanda del Nord, Lussemburgo. Ricordiamo che soltanto la prima avrà garantito l’accesso alla manifestazione di Stati Uniti, Messico e Canada. Infine, c’è il discorso del ranking che naturalmente ha un peso non banale per quel che riguarda le nazionali.
La ricetta immediata di Spalletti
Si accettano miracoli anche se sono impossibili. Soluzioni tampone invece no. Una l’ha pensata Luciano Spalletti individuando in Buongiorno un possibile elemento chiave in marcatura. L’ex difensore del Torino, oggi punto fermo del Napoli di Conte, potrebbe occupare la posizione centrale della difesa a tre dirottando Bastoni a sinistra con Di Lorenzo sul centro-destra.
In zona offensiva, invece, Barella potrebbe avanzare da trequartista alle spalle di Kean. In quel caso toccherebbe probabilmente a Frattesi giocare da mezzala: i suoi inserimenti potrebbero risultare determinanti in zona gol. Non va trascurata neppure Casadei, anche perché il giovane torinista è in un buon momento di forma.