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Processo Juventus, questione Allegri: con il patteggiamento cambia tutto, gli scenari

Alla Juventus che ha scelto la via del patteggiamento sui processi sportivi restanti tiene banco la questione Allegri, deve restare, deve andare via. Cosa cambia alla luce della mossa dei legali bianconeri

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Lo aveva chiesto lui stesso dopo la debacle di Empoli: “Spero che questo stillicidio finisca presto”. Massimiliano Allegri è stato accontentato, anche o almeno in questo. La decisione della Juventus di patteggiare per il processo sportivo sul fronte della manovra stipendi va in quella direzione così come il non fare ricorso contro la penalizzazione di 10 punti per le plusvalenze, cosa che appare scontata viste le parole di Calvo domenica sera.

Alla luce di tutto resta lecita la domanda che tutto il popolo juventino si sta ponendo in questo momento: Max Allegri resterà alla Juventus? La fine dei vari processi sportivi cambierà gli orienti del club e del tecnico stesso? Proviamo a vedere tutti gli scenari possibili.

Juve, cosa cambia dopo il patteggiamento nel processo

Con ben oltre due settimane di anticipo rispetto alla data del 15 giungo prefissata, la Juventus è andata a Roma come fosse Canossa presso le aule del Tribunale federale per portare la sua “resa” sul fronte della manovra stipendi, il secondo filone di indagine scaturita dall’inchiesta Prisma su cui la Juve ha deciso di patteggiare per mettere una volta per tutte la parola fine sul ciclone di processi sportivi che si è abbattuto sul club svilendo la stagione e la classifica della squadra di Allegri.

Con questa mossa la Juve ha attenuato la pena, la squadra al momento è settima con sei punti di vantaggio sull’ottava: giocherebbe la Conference League. A 90′ dalla fine i bianconeri potrebbero ancora insidiare Roma e Atalanta per un posto in Europa League. Altro discorso è l’eventuale sanzione Uefa che a quel punto potrebbe togliere alla Juve anche la partecipazione alla Conference o EL 2023/24. Ma poca roba riguardo al rischio di perdere poi la qualificazione Champions il prossimo anno.

Juventus, Allegri resta o va via? Cosa cambia adesso

Una volta archiviati i vari processi sportivi la Juventus potrebbe finalmente concentrarsi sulle questioni tecniche, quelle che stanno maggiormente a cuore dei tifosi che non vedono l’ora che la squadra possa rilanciarsi, riscattarsi, per dirla alla Gomorra “riprendersi tutto quello che è suo…” Ma per farlo serve un progetto tecnico e un tecnico che possa risollevare e ricostruire una squadra che verosimilmente potrebbe ripartire da zero con gli addii sempre più probabili dei vari Di Maria e Rabiot e il possibile, chissà, sacrificio di un top player (Vlahovic?) per fare cassa andando verso una stagione senza gli introiti della Champions.

Allegri via dalla Juventus, sì e perchè

Max Allegri è uscito visibilmente malconcio e avvilito dall’ultima stagione, inanellando il secondo anno di fila con zero titoli. Maluccio per uno che era tornato, in barba agli addii di Sarri (1 scudetto) e Pirlo (1 Coppa Italia e 1 Supercoppa) proprio per riportare la Juve in alto a competere per lo scudetto. Al momento non ci è mai riuscito, nè quest’anno ma nemmeno la scorsa stagione seppur priva di problemi legati a questioni extra campo. Anche i numeri sono schiaccianti contro il tecnico livornese: 17 sconfitte stagionali di cui 10 in campionato non si vedevano dai tempi di Delneri, degli anni bui della Juve post calciopoli prima del ritorno al successo con Antonio Conte in panchina. Per non parlare del fallimento in Champions nella prima parte della stagione come non accadeva da oltre un decennio.

Allegri e la mancanza di idee di gioco. Il tema è dibattuto da sempre ma lo stesso Max ci ha costruito una battaglia ideologica. La sua Juventus 2.0 non ha mai brillato per gioco. Mancano le trame, a volte i movimenti senza palla, gli inserimenti, le geometrie. Il predominio sterile contro il Milan è stata l’ennesima prova. Il gioco a volte sparagnino di Allegri, pragmatico e concreto come pochi, può andare bene quando hai per le mani un “instant team” con gente come Pjanic, Khedira, Mandzukic, la B-BBC in difesa e la concretezza dei vari Higuain, del primo Dybala e di Cristiano Ronaldo ma risulta meno adatto con gente come Locatelli, Kostic, una difesa tutt’altro che imperforabile e un Vlahovic fantasma di se stesso. Anche qui la Juve deve chiedersi: Allegri è l’uomo giusto per ripartire e ricostruire? O sarebbe meglio un allenatore meno pragmatico, meno blasonato ma più votato alle dinamiche di gioco? Il tutto al netto delle questioni contrattuali su Allegri, un ingaggio monstre di 9 milioni e l’eventuale accorso su buonuscita, dimissioni o esonero. Dettagli comunque non di poco conto.

Allegri deve restare alla Juventus, i motivi per tenere Max

Non auguro una stagione così a nessun collega“. Parole di Max Allegri dopo la partita col Milan. Proprio la stagione anomala, definita folkloristica dal tecnico livornese, è per forza di cose alla base di un ragionamento necessario nel valutare e soppesare le responsabilità di Allegri nel fallimento di questa sua seconda stagione dopo il ritorno a Torino. La Juve al momento ha fatto 69 punti sul campo (Allegri ne conta 71 considerando il gol della vittoria annullato al Var con la Salernitana un vero e proprio errore oggettivo e tecnico) ed è anche facile pensare che al di là di tutto una squadra, questa squadra, avrebbe potuto fare molto di più senza le pressioni di una stagione vissuta tra penalizzazioni, annullamenti e ripenalizzazioni.

Nelle ultime due stagioni è vero che Allegri non è riuscito a tirare fuori un granchè ma all’atto pratico ha avuto davvero poco dal mercato. Al primo anno ha perso Cristiano Ronaldo, sostituito da… Kean e poi il solo innesto di Locatelli. Un mercato “rattoppato” dal colpo Vlahovic, forse non messo mai nelle migliori condizioni come a Firenze ma che ad oggi ha palesato grossi limiti tecnici e caratteriali non si sa quanto riconducibili al suo allenatore. Mercato forse anche peggiorativo questa stagione, certo con l’avallo di Allegri, ma che ha dovuto fare di necessità virtù di casse non più floride, vendendo De Ligt per prendere Bremer, sicuramente non un upgrade, per non parlare delle situazioni laocontiche sugli acquisti di Paredes, Pogba e Di Maria di fatto nulli o quasi alla causa juventina. E non è che quelli in uscita rispetto anche alla scorsa stagione abbiano dimostrato altrove chissà quale valore rispetto alla gestione “allegriana” vedi i vari McKennie, Arthur, Zakaria così come anche Bentancur e Kulusevski che avevano cominciato bene al Tottenham ma sono naufragati in questa annata, mentre lo stesso Dybala ha confermato i limiti fisici che ne avevano sconsigliato il rinnovo a certe cifre.

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