Dall’addio di Andrea Agnelli alla Juventus è trascorso un anno esatto. Un anno in cui è cambiato tutto. Della vecchia Juve, quella che sul mercato puntava a sbaragliare la concorrenza accaparrandosi nomi illustri come Cristiano Ronaldo, non è più rimasto più niente. Ad eccezione di Max Allegri, anello di congiunzione tra passato e presente. Ma, forse, non del futuro.
- Un anno senza Andrea Agnelli: com'è cambiata la Juve
- Da Cristiano Ronaldo a Cristiano Giuntoli: basta spese folli
- Addio Superlega: l'ultima mossa della Juve per tagliare col passato
- Della vecchia Juve resta solo Allegri... ma per quanto ancora?
Un anno senza Andrea Agnelli: com’è cambiata la Juve
In seguito al caso plusvalenze, un anno fa Andrea Agnelli, il presidente di una delle ere più vincenti della Juventus, ha rassegnato le dimissioni da numero uno del club assieme all’intero Cda (Nedved compreso). Al suo posto è stato nominato presidente Gianluca Ferrero, ovvero uomo di fiducia di Exor, e come amministratore delegato Maurizio Scanavino.
Nomi tecnici, esperti di conti, voluti da John Elkann per traghettare la Vecchia Signora in una delle fase più complicate e intricate della storia del club. E per varare una nuova linea societaria che tagliasse i ponti con quella del recente passato.
Da Cristiano Ronaldo a Cristiano Giuntoli: basta spese folli
Inutile girarci attorno: la vera ossessione di Andrea Agnelli è sempre stata la Champions League, soltanto sfiorata in due occasioni quando il cammino dei bianconeri si è interrotto in finale. Per provare a realizzare il sogno, l’ex presidente non ha badato spese, arrivando – nel 2018 – a prendere perfino Cristiano Ronaldo per quello che fu definito il colpo del secolo.
La scorsa estate, però, l’area tecnica è stata affidata a Cristiano Giuntoli, artefice del terzo scudetto del Napoli, il dirigente che ha portato alle falde del Vesuvio fenomeni sconosciuti come Kim e Kvaratskhelia. Puntare sui giovani della Next Gen, come Miretti o Yildiz solo per citarne alcuni, e prendere potenziali campioni da far crescere in casa: questa la strategia di una società che punta senza mezzi termini sulla linea verde.
Addio Superlega: l’ultima mossa della Juve per tagliare col passato
Una delle battaglie in cui Agnelli ha creduto di più e per cui si è speso in prima persona mettendosi contro la Uefa e l'(ex)amico Ceferin è stata quella della Superlega. Juve in prima linea con Real Madrid e Barcellona, ma il piano di un torneo riservato alle sole big del Vecchio Continente è naufragato. E la nuova società , lo scorso luglio, ha deciso ufficialmente di uscire dal progetto: una mossa, dunque, che fotografa il netto cambiamento avvenuto in società .
Della vecchia Juve resta solo Allegri… ma per quanto ancora?
Massimiliano Allegri ha sempre avuto un rapporto speciale con Andrea Agnelli, che l’ha voluto riportare a Torino con la speranze di iniziare un nuovo ciclo vincente. Ma all’addio del presidente non ha fatto seguito quello del tecnico livornese, rimasto al timone della Juve nonostante la tempesta scatenata dal caso plusvalenze con conseguente penalizzazione che ha portato il club a rimanere fuori dalla coppe europee.
Non solo: Max si è trovato a gestire altre vicende extra-campo legate a Pogba (doping) e Fagioli (scommesse). Eppure, senza stelle di livello mondiale, è lì a contendere lo scudetto all’Inter. Occhio, però, perché a fine stagione potrebbe salutare nonostante sia legato ai bianconeri da un altro anno di contratto. Intanto Antonio Conte ha già fatto sapere di essere pronto a tornare.