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Superlega, Agnelli contro la Juve: telefonata di fuoco dopo addio al progetto

Sono volati gli stracci tra Andrea Agnelli e i nuovi dirigenti della Juventus dopo il disimpegno bianconero dalla Superlega: l'ex presidente continua a credere nel progetto.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Quando ha saputo che la Juventus stava per disimpegnarsi dal progetto in cui aveva creduto ciecamente, che continua a seguire e per cui continua a lavorare, avrà avuto una fitta al cuore. Andrea Agnelli non ha preso bene la decisione del club di cui è stato al timone dal 2010 all’inizio del 2023 di “scappare” dalla Superlega, il torneo esclusivo che avrebbe voluto costituire con Real Madrid, Barcellona e altri nove club. Un torneo fatto solo di grandi squadre, accomunate dal blasone e dai debiti, nato e morto in 48 ore, affogato dai frettolosi ritiri delle formazioni inglesi, preoccupate dalle proteste dei propri tifosi.

Agnelli non molla: è sempre al lavoro per il progetto Superlega

A quel progetto Andrea Agnelli crede ancora. Nonostante in due anni la Super League si sia trasformata, da trofeo a inviti con partecipazione assicurata ai club più seguiti di Inghilterra, Spagna e Italia, in improbabile paladina del calcio continentale dallo strapotere dei club di Premier prima, e della Saudi Pro League ora. Una clamorosa piroetta, che non sembra aver convinto più di tanto i club di medio lignaggio del Vecchio Continente contattati in questi mesi per entrare a far parte del “nuovo” progetto Superlega. Anzi, una delle tre società ancora formalmente dentro l’iniziativa, ha comunicato ufficialmente il suo disimpegno.

L’addio della Juve alla Superlega e la reazione dell’ex presidente

Due comunicati, il primo del 6 giugno, il secondo di ieri sera, 13 luglio: così la Juve si è tirata definitivamente fuori dalla Superlega, mossa probabilmente propedeutica alla definitiva distensione con l’Uefa, alla vigilia della sentenza sulla possibile esclusione del club bianconero delle coppe. Per Agnelli, un’autentica pugnalata. La Gazzetta dello Sport, infatti, racconta di una telefonata di fuoco tra il vecchio presidente e i nuovi dirigenti, accusati di aver piegato la testa e di aver assunto un “atteggiamento medievale”. Il motto della Juventus, d’altro canto, è “fino alla fine”: per Agnelli, probabilmente, gli esponenti della nouvelle vague bianconera si sono arresi troppo presto.

La lotta contro l’Uefa continua: Agnelli con Perez e Laporta

Sempre la Gazzetta ricorda come l’attività di A22, la società ad hoc creata per gestire gli interessi della Superlega, o di quel che ne resta, continua a essere attivamente al lavoro, ma anche come non riscuota troppi consensi. I club contattati, essenzialmente, “si chiedono perché due anni fa erano fuori da un torneo chiuso e ora sono invitati a lasciare l’Uefa“. Ma la fronda di Perez, Laporta e Agnelli continua. Anche se adesso l’ex presidente della Juventus è un po’ più solo. Il suo vecchio club ha scaricato anche questa sua iniziativa. E lui non l’ha presa certo bene.

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