Sei giornate al termine del campionato, gran bagarre sia per lo scudetto che per il quarto posto che vale la Champions: la nostra classifica senza errori arbitrali, depurata cioè da sviste e topiche dei direttori di gara, si conferma appassionante e incertissima. Per il titolo è sempre triello tra Inter, Juventus e Atalanta, mentre per la Champions da registrare il clamoroso sorpasso del Napoli ai danni di una Lazio ormai in crisi nera. Più delineata la situazione in coda, con tre squadre – Genoa, Brescia e Spal – che sembrano ormai spacciate.
Napoli-Milan, errore da (La) Penna rossa
Due le partite del turno falsate dalle incertezze dei fischietti. Napoli-Milan, ad esempio, sarà ricordata per la grave incertezza dell’arbitro La Penna, che concede un rigore più che dubbio al Milan che vale il definitivo 2-2. Maksimovic allontana il pallone dai piedi di Bonaventura, che poi finisce contro la gamba del difensore del Napoli: quello che a velocità reale poteva sembrare un contrasto scorretto si rivela un intervento regolare, anche se al limite. Il problema? Il Var Rocchi non può intervenire, visto che La Penna è a distanza minima e può giudicare direttamente. Il risultato? Un errore determinante.
Fiorentina-Verona, altra gara falsata
L’altra partita condizionata di giornata è quella del Franchi tra Fiorentina e Verona. Al 10′ della ripresa, con gli scaligeri in vantaggio, Pessina salta col braccio largo in area e tocca con la mano un pallone proveniente dalla bandierina. Chiffi decide di non intervenire, né il Var lo richiama a esaminare le immagini al monitor: un doppio errore determinante, anche se in extremis arriverà il pareggio di Cutrone. Probabilmente, trovando prima l’1-1, i viola avrebbero potuto vincere la partita.
Juve-Atalanta, polemiche e veleni
Tante polemiche per i due rigori concessi all’Atalanta da Giacomelli nel big match con la Juventus, ma a stretto rigor di logica le decisioni del fischietto triestino, chiamato abbastanza inspiegabilmente a dirigere una sfida così importante a nove mesi dalle roventi polemiche e dai clamorosi erroracci di Napoli-Atalanta, sono inappuntabili. Entrambi i penalty concessi ai bianconeri, infatti, appaiono legittimi.
Le altre partite
Tra le altre sfide di giornata, Di Bello commette un solo errore grave in Lazio-Sassuolo: quello di annullare per fuorigioco, dopo consulto Var, la rete messa a segno dal giovane Raspadori, rimesso in gioco dal retropassaggio di Parolo. Per sua fortuna, si tratterà di un errore non determinante ai fini del risultato finale. Proteste blucerchiate anche per il gol di Lasagna, che porta momentaneamente in vantaggio l‘Udinese: evidente la spinta sul difensore della Sampdoria Yoshida. Anche in questo caso, la rimonta degli uomini di Ranieri “neutralizzerà” il clamoroso errore di Valeri, che avrebbe dovuto annullare la rete. Proteste anche del Torino per un tocco di mano di Bastoni al 38′, sul punteggio di 0-1: dubbi fortissimi, Massa – ben appostato – opta però per la regolarità dell’intervento.
La classifica senza errori arbitrali
Questa la classifica al netto di sviste e svarioni dei fischietti: Inter 72; Juventus 70; Atalanta 69; Napoli 61; Lazio 60; Roma 52; Sassuolo 49; Milan 46; Parma, Verona 44; Bologna 43; Fiorentina 41; Cagliari 38; Torino 36; Sampdoria 34; Udinese 32; Lecce 31; Genoa 24; Brescia 21; Spal 15.
La classifica reale
Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Juventus 76 (+6); Inter 68 (-4), Lazio 68 (+8); Atalanta 67 (-2); Roma 54 (+2); Napoli 52 (-9); Milan 50 (+4); Sassuolo 46 (-3); Verona 44; Bologna 42 (-1); Cagliari 41 (+3); Parma 40 (-4); Fiorentina 36 (-5); Udinese 35 (+3), Sampdoria 35 (+1); Torino 34 (-2); Genoa 30 (+6); Lecce 29 (-2); Brescia 21; Spal 19 (+4).
IL REGOLAMENTO
Questa classifica è stilata sulla base di quello che avviene in campo, in occasione di episodi decisivi e che possono determinare direttamente il risultato, come i gol convalidati o annullati, i rigori concessi o non concessi, un’espulsione esagerata o ingiusta a tanti minuti dalla conclusione del match. Non sono considerate le variabili non direttamente determinanti, come i cartellini gialli, i falli veri o presunti avvenuti nell’azione precedente a quella che ha portato a un gol, le rimesse laterali, i corner contestati, un’espulsione contestata in zona Cesarini, ecc.