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La classifica senza errori arbitrali: trentatreesima giornata

Una sola svista determinante nel turno: Roma-Verona è decisa da un abbaglio di Maresca, che concede un penalty inesistente ai giallorossi in avvio.

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La classifica senza errori arbitrali: trentatreesima giornata Fonte: Ansa

Un solo errore determinante nella trentatreesima giornata del massimo campionato, quello in cui è incappato Maresca in Roma-Verona. Per il resto, giornata interlocutoria e priva di grosse sbavature per la classe arbitrale. La nostra classifica al netto di sviste e topiche dei fischietti resta incertissima, soprattutto per quel che riguarda la lotta per il titolo (in corsa Inter, Juve e Atalanta) e per il quarto posto (sprint Napoli-Lazio): chi la spunterà?

La svista in Roma-Verona

Come già la settimana precedente contro il Parma, la Roma usufruisce di un’altra svista arbitrale a favore anche nel match casalingo contro il Verona. Non c’è, infatti, il fallo da rigore che porta in vantaggio i giallorossi contro gli scaligeri e che provocherà pure l’espulsione di Juric per proteste. Quello tra Empereur e Pellegrini, infatti, appare a tutti gli effetti un normale contrasto di gioco e non si capisce come Maresca, che pure è uno degli arbitri più positivi del campionato, incappi nel clamoroso errore.

Manca un rigore alla Spal

Altro errore in Spal-Inter, dove sullo 0-1 manca un rigore in favore dei romagnoli: Handanovic, in uscita, falcia Strefezza e poco importa che il calciatore estense abbia già calciato il pallone. Giua, senza consulto Var, decide piuttosto sorprendentemente di non concedere la massima punizione e non si capisce bene il perché. Per sua fortuna nella ripresa l’Inter prenderà il largo nel punteggio, neutralizzando il suo errore e spegnendo le polemiche.

Le altre partite

Poco da segnalare, invece, nelle altre gare di giornata. La Lazio recrimina per un contatto in area dell’Udinese, all’ultimo minuto, tra De Maio e Adekanye: Abisso valuta correttamente la venialità della mano del difensore sulla spalla dell’avversario, che si lascia cadere troppo platealmente. Ineccepibile pure l’annullamento per fuorigioco – millimetrico, ma incontestabile – dei due gol di Mbaye e Palacio contro il Napoli, in una gara in cui è buona la direzione di Piccinini. Prive di pecche pure le prove di Irrati in Milan-Parma e di Valeri in Sassuolo-Juventus. 

La classifica senza errori arbitrali

Questa la classifica al netto di sviste e svarioni dei fischietti: Inter 75; Atalanta 72; Juventus 71; Napoli 62; Lazio 61; Roma 53; Sassuolo 50; Milan 49; Verona 45; Fiorentina, Parma, Bologna 44; Torino 39; Cagliari 38; Sampdoria 37; Udinese 33; Lecce 31; Genoa 24; Brescia 21; Spal 15.

La classifica reale

Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Juventus 77 (+6); Inter 71 (-4); Atalanta 70 (-2); Lazio 69 (+8); Roma 57 (+4); Napoli 53 (-9), Milan 53 (+4); Sassuolo 47 (-3); Verona 44 (-1); Bologna 43 (-1); Cagliari 41 (+3); Parma 40 (-4); Fiorentina 39 (-5); Sampdoria 38 (+1); Torino 37 (-2); Udinese 36 (+3); Genoa 30 (+6); Lecce 29 (-2); Brescia 21; Spal 19 (+4).

IL REGOLAMENTO

Questa classifica è stilata sulla base di quello che avviene in campo, in occasione di episodi decisivi e che possono determinare direttamente il risultato, come i gol convalidati o annullati, i rigori concessi o non concessi, un’espulsione esagerata o ingiusta a tanti minuti dalla conclusione del match. Non sono considerate le variabili non direttamente determinanti, come i cartellini gialli, i falli veri o presunti avvenuti nell’azione precedente a quella che ha portato a un gol, le rimesse laterali, i corner contestati, un’espulsione contestata in zona Cesarini, ecc. 

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