Problemi con la giustizia per l’attaccante dell’Inter e della nazionale argentina, Lautaro Martinez. Nella giornata odierna, il Toro è stato, infatti, condannato dal Tribunale di Milano per licenziamento ingiusto ai danni della ex babysitter, che sarebbe stata colpita da un brutto male durante il periodo in cui era regolarmente assunta dal capitano nerazzurro. Sui social, Lautaro e la moglie, Augustina Gandolfo, hanno voluto far sentire la propria voce, attaccando i parenti della ragazza. In serata è arrivata anche la nota del difensore fiduciario del calciatore, che ha voluto fare chiarezza sulla vicenda.
- Lautaro Martinez condannato
- Il licenziamento e il processo
- La decisione del Tribunale e il ruolo dei parenti della ragazza
- L'attacco di Lautaro ai parenti della babysitter
- La nota dell'avvocato di Lautaro
Lautaro Martinez condannato
Lautaro Martinez condannato a Milano. Il motivo è da ricercare nel licenziamento della babysitter, definito “ingiusto” dal Giudice del Lavoro del Tribunale del capoluogo lombardo. Regolarmente assunta dal capitano dell’Inter, la sfortunata ragazza, un’argentina di 27 anni, ha prestato servizio per quasi un anno preso l’abitazione meneghina del Toro e, a inizio 2023, ha perso la sua battaglia con il tumore che l’avrebbe colpita proprio in quel periodo.
Il licenziamento e il processo
La disputa legale sarebbe iniziata durante il periodo di cura presso l’ospedale, dopo che la babysitter si era vista notificare l’interruzione del rapporto di lavoro, visto il superamento dei giorni di malattia permessi. Una notifica che la ragazza avrebbe, in accordo con i propri legali, deciso di impugnare. Si sarebbe tentato di arrivare a una conciliazione, ma le parti non sarebbero riuscite a trovare un accordo.
La decisione del Tribunale e il ruolo dei parenti della ragazza
Da qui, la necessità di rivolgersi al Tribunale e avviare il processo. Un iter che la ragazza non ha potuto seguire, visto a gennaio di quest’anno ha perso la propria battaglia contro il male che la aveva colpita. La causa è, dunque, passata ai suoi parenti. Si sarebbe arrivati, così, alla sentenza odierna che, dopo un ulteriore tentativo di conciliazione non ha andato a buon fine, ha dichiarato illegittimo il licenziamento e, dunque, condannato Lautaro Martinez, in veste di datore di lavoro della ragazza, al risarcimento in favore degli eredi della ragazza, oltre al pagamento delle spese legali.
L’attacco di Lautaro ai parenti della babysitter
Come detto, il Toro e la moglie, Agustina Gandolfo, hanno voluto intervenire e dire la loro sull’accaduto attraverso un duro attacco alla famiglia della ragazza condiviso sui social:
Ho deciso di restare in silenzio per tanto tempo per rispetto verso una famiglia che mai lo ha avuto nei nostri confronti. Ma non permetto che possano infangare la mia. Abbiamo assunto una persona che già era malata, amica da una vita intera, fin quando purtroppo non ha più potuto lavorare perché la malattia glielo impediva. Dopo aver fatto tanto per lei e la sua famiglia, facendoci carico dei biglietti per farli venire in Italia, di mettere vicini i letti quando l’ospedale era al collasso, aiutandola nelle cure e pensando all’alloggio per i suoi genitori che abbiamo dovuto CONVINCERE a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo.
E la sua famiglia, mentre la figlia stava morendo, ha tentato di ottenere soldi da noi, ha tentato di approfittarsi della situazione anche dopo la morte. Noi l’aiuto, un grande aiuto, lo abbiamo dato a lei quando aveva bisogno. E ora tentate di infamarci? Che razza di persone siete che tentate di approfittare della morte di un figlio per ottenere denaro? Mi fate schifo, andate a lavorare!
La nota dell’avvocato di Lautaro
In serata è arrivata anche la versione dell’avvocato di Lautaro, Anthony Macchia, che in una nota ha ricostruito l’accaduto e messo i puntini sulle i:
Non corrisponde al vero che il sig. Martinez abbia interrotto il rapporto di lavoro domestico allorquando la lavoratrice risultava “in punto di morte” come emerge dalla lettura degli articoli che circolano in rete, atteso che il licenziamento le è stato comminato sei mesi prima del decesso. Inoltre, – prosegue l’avvocato – la babysitter aveva chiesto di essere licenziata per poter fruire delle retribuzioni differite e del Tfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l’Argentina.
Il mio cliente, seppur umanamente dispiaciuto per la prematura scomparsa della giovane ragazza, la quale ha svolto per un breve periodo (circa 11 mesi) il ruolo di lavoratrice domestica presso l’abitazione familiare, si trova costretto a dover prendere, mio tramite, formale posizione rispetto ad una notizia che, giammai, avrebbe voluto pubblicamente commentare, ma che sta assumendo contorni del tutto inveritieri e che stanno ledendo la sua immagine e la sua reputazione.
Non corrisponde al vero che il sig. Martinez non abbia voluto conciliare e porre fine al contenzioso. Il mio cliente, ed è a verbale, si è reso financo disponibile ad elargire gli importi indicati dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano (peraltro, ben maggiori rispetto a quelli poi indicati nel dispositivo della sentenza dallo stesso magistrato) ad una associazione benefica da scegliersi a discrezione del giudicante e che l’accordo non è stato possibile per il rifiuto degli eredi della signora e dei Suoi procuratori presenti in udienza.
Ritenendo, dunque, – ha concluso Macchia – di aver debitamente chiarito i contorni di questa triste vicenda, il mio mandante si riserva, nei confronti dei soggetti che hanno veicolato notizie false e tendenziose per un futile tornaconto, ogni opportuna azione, civile e penale, al fine di salvaguardare la propria onorabilità.
Giornata complessa con la giustizia anche per un altro calciatore…