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Le italiane in Champions League: nessun complotto ma quanti episodi a sfavore

3 partite e 3 episodi più che dubbi contro le squadre italiane in Champions League. Al di la dello scarso utilizzo del VAR in Europa, perchè tutti questi errori?

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Si è chiusa ieri sera con la sconfitta dell’Atalanta per mano del Real Madrid la prima tornata delle italiane in Champions League, e i risultati sono piuttosto deludenti sotto tanti punti di vista: intensità del gioco, livello tecnico, qualità dei giocatori e ovviamente risultati. La Juventus, prima squadra a scendere in campo, ha perso per distrazione e approccio sbagliato alla partita il suo scontro in casa del Porto per 2.-1. La Lazio è stata travolta da un Bayern Monaco ingiocabile all’Olimpico di Roma per 4-1, mentre la Dea ha perso solamente nel finale per 1-0 dopo una partita di sofferenza.

Quello che fa specie è che, in tutte e 3 le partite, ci siano stati episodi arbitrali nettamente a sfavore per le squadre italiane. Ma partiamo dall’inizio. 

La Juve ha meritato di perdere per come ha approcciato l’inizio dei due tempi di gioco, e solo il gol di Chiesa rende meno difficoltoso il ritorno a Torino. A fine partita, l’arbitro Del Cerro Grande non valuta da rigore il contatto in area di rigore tra Zaidu e Cristiano Ronaldo. Proteste veementi del portoghese ma il direttore di gara non controlla neanche il VAR e fischia la fine del match. Anche Pirlo in conferenza stampa ammette, in modo pacato, che l’arbitro avrebbe dovuto almeno guardare il VAR e che il rigore era netto. 

La Lazio, seppur sconfitta malamente, si lamenta per un fallo da rigore. 18′ del primo tempo, sullo 0-1, la gamba destra di Boateng e quella sinistra di Milinkovic-Savic vengono a contatto in area ma per l’arbitro si tratta di un normale fallo di gioco. Anche in questo caso Simone Inzaghi recrimina aspramente sia in campo che ai microfoni dei giornalisti e, nonostante la sconfitta, un rigore segnato avrebbe voluto dire una minima speranza in più di qualificarsi al ritorno. 

In ultimo arriviamo all’incredibile episodio di ieri sera, quando Freuler viene espulso con un rosso diretto per un fallo al limite dell’area su Mendy al 18′ del primo tempo. In questo caso il fallo era probabilmente da giallo, mentre per il tedesco Stieler è da cartellino rosso. Questo ha condizionato tutta la partita della Dea, costretta a difendersi in 10 per oltre 70 minuti di gara. 

Le decisioni arbitrali vanno rispettate, questo è appurato, ma qui la questione è un’altra, e forse è tutta italiana. Al di la della nostra passione per le proteste e le polemiche, il dato oggettivo è che in Europa il VAR è utilizzato molto meno rispetto al nostro paese. Basti pensare che l’ultima on field review nella fase ad eliminazione diretta risale a Barcellona-Napoli della scorsa stagione, ed erano sempre gli ottavi. Da li in poi non c’è più stato niente nessuna chiamata al VAR e nessuna decisione cambiata. 

Non tutti sono favorevoli all’utilizzo della tecnologia in campo, questo si sa, ma lo strumento tecnico è stato introdotto proprio per eliminare queste disparità di trattamento, questi errori grossolani che, quando ci sono in ballo così tanti soldi, fanno la differenza. 

Tutti e 3 i tecnici italiani si sono duramente lamentati (non ultimo il Gasp ieri sera), ma ciò non toglie che le sconfitte sono state comunque meritate e nette. Al ritorno servirà prima di tutto un altro atteggiamento, ma la disparità con cui il VAR viene utilizzato dagli arbitri sicuramente non aiuta l’accettazione di una tecnologia tanto discussa. 

Urgono cambiamenti, prima di tutto in seno alla UEFA, per far in modo che episodi del genere non si ripetano mai più.

Le italiane in Champions League: nessun complotto ma quanti episodi a sfavore Fonte: Getty Images

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