Lukaku alla Juventus e Vlahovic al Chelsea: bianconeri e Blues la risolvono così. Una cosa tutta a due: Massimiliano Allegri e Mauricio Pochettino si scambiano i bomber e sono decisivi per la risoluzione di una telenovela di calciomercato che si annunciava più lunga e articolata.
A costo di rimetterci qualcosa in termini economici, la Juventus ha scelto la strategia da seguire per portare Lukaku in bianconero e accontentare il tecnico livornese nel più breve tempo possibile, garantendogli i servigi dell’attaccante belga in maniera celere.
- Vlahovic, un sacrificio necessario
- La maledetta pubalgia, il gioco e un feeling mai nato
- Non è uno scambio alla pari
- Big Rom , la quiete dopo la tempesta
- Si scambiano le maglie
Vlahovic, un sacrificio necessario
Che il sacrificato per fare spazio all’ex Inter dovesse essere Vlahovic è storia arcinota: nella speranza che Psg e Bayern Monaco potessero suonare al citofono e presentarsi dalle parti di via Druento con la valigia carica di milioni, la Vecchia Signora ha lasciato per un po’ che gli eventi facessero il proprio corso, poi Cristiano Giuntoli ha cominciato a sondare nuovi percorsi.
A sbloccare un’ipotesi che – col senno di poi – pare la più lineare e naturale possibile è stato il parere positivo di Pochettino che, a caccia di una punta di affidabilità e con tanti gol potenziali nei piedi, ha detto sì al serbo.
Già convinta, invece, la dirigenza dei londinesi che segue Vlahovic da tempo: era interessata al calciatore anche nel gennaio del 2022, quando fu proprio il blitz dei bianconeri dell’allora patron Andrea Agnelli a strapparlo alla Fiorentina per una cifra di 80 milioni complessivi.
La maledetta pubalgia, il gioco e un feeling mai nato
Celebrato come un colpo da maestro della dirigenza zebrata, il corso bianconero del serbo, in realtà è stato altalenante e mai convincente fino in fondo. 23 reti in 63 gare complessive sono un bottino che non soddisfa le aspettative.
Quanto abbiano inciso le condizioni fisiche spesso precarie, la maledetta pubalgia, un gioco non congeniale alle sue caratteristiche e il fatto che con l’allenatore non abbia mai legato davvero lo si capirà nel prossimo futuro, soprattutto se una nuova avventura lo attende altrove. La Premier League, per Vlahovic, è un campionato graditissimo: sarebbe un esordio assoluto, il terzo campionato della carriera, dopo quello serbo e la serie A. Cinque anni in Italia: tanto è durata la parentesi tricolore del 23enne, divisa tra Firenze e Torino.
Non è uno scambio alla pari
Resta da capire quale sarà l’entità complessiva dell’accordo tra i club: trovati i presupposti, occorre ora mettersi a tavolino e quantificare entrate e uscite. Da escludersi lo scambio alla pari: il bilancio bianconero non lo sosterrebbe.
La Juve farà leva, soprattutto, sulla differenza di età tra i due calciatori e sulle prospettive a lungo termine: i numeri della passata stagione dicono che è Lukaku ad aver fatto leggermente meglio, 14 reti complessive per entrambi ma il belga li ha realizzati con meno presenze (37 le sue, 42 quelle di Vlahovic).
Big Rom , la quiete dopo la tempesta
Può cominciare a sorridere anche Lukaku: ne ha ben donde, Big Rom, dopo aver scatenato l’inferno con una serie di comportamenti imprevedibili e ambigui – suoi e del suo infinito entourage – che gli sono serviti prima a mandare all’aria un legame solidissimo con l’Inter, già pronta ad acquistarne il cartellino e farne un perno inamovibile del prossimo futuro, poi a trovarsi in un isolamento forzato per evitare che l’esposizione mediatica ne compromettesse ancora di più l’immagine.
Vuole solo la Juve, ha un accordo già in tasca: è un mantra ripetuto da settimane. Abbiamo scavato in profondità e conosciuto retroscena inimmaginabili. Si è detto di contatti tra Allegri e Lukaku, tra i rappresentanti dell’attaccante e la Juve fin da tempi non sospetti: man mano che il gossip pallonaro prendeva corpo, sono diventate sempre più chiare almeno un paio di cose. La prima: Lukaku all’Inter non può più tornare. La seconda: Vlahovic alla Juve non può restare.
Si scambiano le maglie
Pari e patta: si scambiano le maglie tra loro. E i tifosi? Si sono espressi, quelli della Juve: loro Lukaku non lo vogliono e Vlahovic ancora lo coccolano. Nel ritiro estivo proprio il serbo è stato uno dei più acclamati, dei più richiesti, dei più applauditi.
Big Rom no: tra l’indifferenza e la diffidenza per scontri a distanza che, fino ai tempi recentissimi, hanno creato una discrepanza tra tifosi e calciatore che, in qualche modo, occorrerà superare. Andrà diversamente dai desiderata della piazza. Un aereo porterà via Vlahovic, un altro aereo farà atterrare il belga.
Si dice che al primo gol ci si dimentica tutto e tutto si perdona: si naseranno un po’, cercheranno un confronto, poi sarà come cantano i Subsonica. Il cielo su Torino sembrerà ridere anche al fianco di Big Rom.