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Ronaldo alla Juve e lo strappo con Marotta, la sua verità. La promessa dell'Inter a Dzeko

L’Amministratore Delegato nerazzurro si dice curioso di come il mondiale invernale potrà impattare sulla ripresa del campionato di Serie A

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Non è un’intervista come le precedenti, quella che l’ad dell’Inter Giuseppe Marotta ha affidato a Radio anch’io, in un lunedì mattina che di norma è presidiato dai temi emersi dalla giornata di Serie A. “Rispetto a ieri non è cambiato niente, c’è la consapevolezza di poter essere protagonisti sino in fondo in un campionato anomalo e inedito, che ripartirà il 4 gennaio”.

Un campionato spaccato, che non ha precedenti nel campionato italiano e che ha suscitato alla vigilia i consueti e inevitabili dubbi sull’opportunità di spezzare la Serie A (come gli altri campionati, del resto) dividendoli in un frammento pre Mondiale e un post.

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“È qualcosa di inedito e tutti noi siamo curiosi di capire soprattutto per quanto riguarda la sfera delle performance, fra giocatori che vanno ai Mondiali e altri che restano a casa. Per i preparatori atletici sarà difficile, inedito, bisognerà capire giocatore per giocatore eventuali carenze che saranno dimostrate i questo arco di tempo”, ha specificato l’ad nerazzurro.

Serie A: il momento difficile dell’Inter

Non ha affatto negato, in merito a questi mesi, le difficoltà affrontate e gestite con la sua consueta discrezione:

“Abbiamo avuto un handicap misterioso, silenzioso, di cui non capitavo le origini, poi la squadra e l’allenatore hanno trovato i correttivi, dei rimedi. Oggi fa sensazione il fatto che fuori casa abbiamo un percorso e in casa un altro. Abbiamo subito quattro sconfitte in trasferta, ma in evidenza ci sono i 18 gol subiti, che sono tanti rispetto ai 22 totali. Questo è l’elemento che deve farci riflettere e l’allenatore dovrà trovare i correttivi: sono questi nostri compiti per casa”.

Compiti che porteranno l’Inter di Simone Inzaghi, che rimarrà alla guida della squadra, fino a fine stagione a quanto pare fino allo scontro con la capolista, il Napoli di Luciano Spalletti che in quanto a inventiva e concretezza sta imponendo i ritmi:

“Abbiamo giocato 7 partite in casa e 8 in trasferta, abbiamo 4 punti meno dell’anno scorso, quando il Napoli era in testa con 36 punti, 5 punti in meno di ora. Ci saranno ancora 23 partite da giocare e 69 punti in palio: non penso sia la sfida con il Napoli del 4 gennaio quella decisiva. Più importante capire in che condizioni fisiche ci ritroveremo”.

Il rinnovo di Dzeko all’Inter: parla Marotta

Gennaio coincide anche con la riapertura del mercato invernale che potrebbe portare qualche aggiustamento utile al bilancio (non proprio florido dell’Inter) e alla rosa: per il rinnovo di Dzeko, Marotta non ha dubbi.

“Merita il rinnovo, è un grande professionista, attaccato alla maglia e come tanti vecchietti in giro ha il vizio del gol. Al momento opportuno avvieremo i contatti: il nostro desiderio è quello, anche se conta la volontà del giocatore”. Per ora nessun annuncio di colpi in arrivo sul mercato di gennaio: Le opportunità bisogna coglierle ma, quando si parla di grandi club, non penso ci siano opportunità che fanno al nostro caso, bisogna comunque stare con gli occhi aperti, tuttavia penso che questo sia un gruppo competitivo per quelli che sono i nostri obiettivi”.

Alla domanda sulla situazione dell’iter per il nuovo stadio, Marotta ha spiegato che “sugli stadi siamo il fanalino di coda, in Italia ci sono solo quattro stadi di proprietà. Ci sono tante difficoltà burocratiche, bisognerebbe avere un iter più fluido”. Per il nuovo stadio di Milano “ora siamo in una situazione di stallo e spero proprio che si possa risolvere al più presto”.

Alla vigilia del Consiglio federale della Figc sul caso D’Onofrio, il procuratore capo dell’Associazione arbitri arrestato per droga, l’ad nerazzurro è stato molto chiaro: “È una pagina molto triste, tra le più brutte del calcio italiano. Sono certo che Gravina la risolverà nel migliore dei modi”.

Sulla questione ultrà, dopo l’episodio della curva nord fatta sfollare dagli ultras dopo la notizia dell’omicidio di Vittorio Boiocchi: “Non voglio parlare di repressione ma di prevenzione. Si deve creare una cultura maggiore di quella che abbiamo oggi, lo stadio non deve essere un luogo dove ci si scontra, ma un luogo di aggregazione. La nostra gioventù ha perso alcuni valori, noi un po’ più maturi dobbiamo cercare di inculcarli”.

Zhang merita rispetto: le parole di Marotta

“La famiglia Zhang merita rispetto – ha aggiunto Marotta -, perché in questi anni ha profuso tante energie finanziarie, siamo intorno agli 800 milioni di investimenti. Ha dato molto al sistema-calcio Italia e soprattutto all’Inter. A seguito della pandemia tutti i grandi gruppi industriali hanno avuto delle contrazioni finanziarie; dopo la pandemia non si possono più sfoggiare investimenti milionari, normale il conseguente ridimensionamento dei costi e degli investimenti. Quando dall’altra parte non ci sono queste possibilità bisogna essere bravi e competenti per rimanere competitivi in un mondo molto complicato”.

Sull’infortunio di Lukaku ha sottolineato come sia stato “imprevisto e imprevedibile, condizionato dalla volontà di tornare in fretta, anche con la motivazione dai Mondiali. Bisogna essere cauti. Queste situazioni fanno parte del rischio d’impresa: in una rosa di 25 elementi gli infortuni sono all’ordine del giorno. Sono dell’avviso che non debba esserci uno stress competitivo come quello che c’è stato in questa stagione. Spero possa tornare già dal 4 gennaio”.

Cristiano Ronaldo-Juve, la verità di Marotta e lo strappo

Una delle notizie più sconcertanti di oggi, è certamente quella che riguarda Cristiano Ronaldo e la sua esplicita condanna nei confronti dell’allenatore del Manchester United, ten Hag. Sul campione Marotta non ha nulla da aggiungere, se non che il suo acquisto – operazione firmata da Fabio Paratici – non ha segnato il suo addio alla Juventus.

“All’interno di una struttura dirigenziale di un club è normale che ci siano posizioni differenti, ma questo non vuol dire che io fossi contrario all’operazione CR7: lui è un’icona e un campione. Ma non è stato quello il motivo del mio divorzio dalla Juventus”.

Ragioni che, ad oggi, non ha desiderato rivangare ma che investono, ed è evidente, la natura del rapporto con i vertici di allora, a partire dal presidente Andrea Agnelli.

Ronaldo alla Juve e lo strappo con Marotta, la sua verità. La promessa dell'Inter a Dzeko Fonte: Getty Images

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