Altro che Carlos Alcaraz o – peggio ancora – Sascha Zverev. L’unico possibile anti-Sinner, l’unica credibile e realistica alternativa – almeno nei grandi tornei e nelle occasioni che contano – allo strapotere del rosso di San Candido rimane lui, Novak Djokovic. Che ogni volta sembra sul punto di incamminarsi lungo il viale del tramonto e puntualmente invece torna protagonista dalla tangenziale. A Miami, ad esempio, rieccolo in semifinale dopo un percorso che sta diventando – a suo di vittorie – una marcia trionfale. L’ultimo a inchinarsi alla sinfonia intonata da Nole, rigorosamente a ritmo di violino, è stato Sebastian Korda.
- Djokovic è tornato al top: netto successo su Korda
- Per Nole semifinale con un altro "vecchietto": Dimitrov
- Se vince a Miami, Djokovic diventa secondo dietro Sinner
Djokovic è tornato al top: netto successo su Korda
Ci ha provato, il fidanzato della celeberrima influencer e brand manager Ivana Nedved, a rendere la vita difficile a Nole nel quarto di finale post-prandiale andato in scena all’Hard Rock Stadium. Ma Djokovic non s’è concesso alcuna pennichella, se non per qualche breve momento della gara. Come a inizio secondo set, in cui ha dato l’impressione di “prepararsi” mentalmente alla terza e decisiva frazione, prima di risorgere d’incanto e di chiudere la pratica in due soli parziali, evitando pericolose e soprattutto dispendiose perdite di energie. Anche perché venerdì, alle 20 italiane, sarà già tempo di semifinale contro un altro “vecchietto”: Grigor Dimitrov.
Per Nole semifinale con un altro “vecchietto”: Dimitrov
Contro il bulgaro Djokovic vanta uno score impressionante: 12 vittorie in 13 precedenti. Unico (e ultimo) ko a Madrid, dodici anni fa. Anche contro Korda, Djokovic ha dato una notevole impressione di forza e solidità. “Quando supera uno o due turni in un torneo, Nole entra in forma”, la sentenza di Stefano Pescosolido durante il commento della partita su Sky. Ed è impossibile non essere d’accordo. Anche perché, ogni volta che è servito, Djokovic si è dimostrato ancora in grado di piazzare accelerazioni brucianti. Come sul 3-3 e 0-15 del primo set, in cui ha piazzato 12 punti di fila valsi il 6-3. O come sotto 2-5 nel secondo set, poi raddrizzato e portato a casa (7-4) al tie-break.
Se vince a Miami, Djokovic diventa secondo dietro Sinner
Numeri alla mano, il fuoriclasse serbo è a due partite dall’ennesima impresa: il successo numero 100 in un torneo ATP, anzitutto. Ma pure da un altro piccolo, grande record: dovesse trionfare a Miami, balzerebbe dall’ottavo al secondo posto della “race”, la classifica annuale dell’ATP. Dietro Sinner, che di fatto ha giocato – e vinto – un solo torneo, gli Australian Open. Ma davanti a tutti gli altri. Erano in tanti a dare Djokovic per finito, o comunque fuori dai giochi ormai. E invece Nole è sempre lì. Anzi, probabilmente è l’unico che ancora può dar filo da torcere a Jannik Sinner, il cui rientro è atteso messianicamente da tutto il mondo del tennis.