C’è un Milan scatenato sul mercato. Ma tra i tanti volti nuovi che stanno affollando il centro d’allenamento del team rossonero, ce n’è uno ormai vecchio che continuerà a rappresentare un punto fermo per Stefano Pioli. Stiamo parlando naturalmente di Rafael Leao, figura sempre più centrale per il Diavolo e dalla quale ci si attende un ulteriore salto di qualità. L’attaccante portoghese ha raccontato alla Gazzetta dello Sport sensazioni e aspettative sulla prossima stagione, anche in considerazione delle dolorose partenze di Maldini e Tonali.
- Il rinnovo del contratto, un atto d'amore
- La Champions e il sogno della numero 10
- Il mercato e gli addii di Maldini e Tonali
- Ibra e il ruolo di leader. Poi l'obiettivo personale
Il rinnovo del contratto, un atto d’amore
Tante stelle decidono di abbandonare la Serie A, in cerca di maggiore prestigio e migliori offerte economiche. Rafael Leao ha fatto invece una scelta diversa, in controtendenza rispetto a molti suoi colleghi più attenti ad ascoltare le sirene provenienti dall’estero.
“Il rinnovo del contratto è stato un atto d’amore – ha confessato il ventiquattrenne di Almada -. Nella mia testa c’era già la decisione, ci ho pensato tanto, era solo una questione di timing, di scegliere il momento giusto. Prima del contratto volevo andare in finale di Champions, ma non ci siamo riusciti. Ho firmato per 5 anni, vuol dire che voglio stare qui. Il progetto è molto importante, ci sono molti giovani e la cosa più importante è che qui posso crescere ancora per arrivare al mio obiettivo: vincere molto“.
La Champions e il sogno della numero 10
Dopo lo scudetto per Leao l’obiettivo è la Champions: “Dobbiamo fare una stagione da grande squadra e vincere un trofeo, abbiamo una squadra molto forte da quello che ho visto col Real Madrid. Il sogno dello scudetto l’ho realizzato, ora manca la Champions, il trofeo che tutti i calciatori vogliono vincere. Sto pensando di farmi un tatuaggio per lo scudetto vinto, se lo rivinciamo magari mi tatuo le due stelle. In Italia comunque è difficile vincere perché ci sono tante squadre forti e in 38 partite non puoi mai perdere punti. Le coppe europee, nell’ultimo anno, hanno dimostrato che la Serie A è un campionato forte“.
E sul suo numero di maglia lo stesso portoghese ha dichiarato:
“Sono orgoglioso di avere il numero 10, ma sarà ancora più bello giocare con la 10 a San Siro. Mi piaceva tanto come mi piace il 7, ma è di Adli“. Infine, una fonte d’ispirazione d’eccezione: “Gullit, anche se mi manca ancora molto per arrivare a quel livello“.
Il mercato e gli addii di Maldini e Tonali
Il Milan è stato grande protagonista sul mercato. Anche se, per poter comprare, ha dovuto rinunciare ad un calciatore come Sandro Tonali: “Non mi aspettavo la sua cessione – ha confessato Leao –, ma il club ha deciso così. Non è stato facile perché Sandro è milanista, ci ha aiutato a vincere lo scudetto. Ha fatto il suo percorso al Milan, ora gli auguro il meglio“.
Parole dolci anche nei confronti di Maldini: “Sono venuto al Milan perché mi ha chiamato lui, è stato importante per me. Forse ci vedremo in futuro“.
Ad ogni modo è giusto ora proiettarsi sul futuro anche perché i rossoneri sono andati avanti innestando nuova linfa quasi in ogni reparto: “Il Milan è un club storico, grande. Non è facile mostrare a tutti per che cosa sono qua, ma io di sicuro cerco di aiutare i ragazzi che arrivano. Quest’anno dal portiere all’attaccante siamo tutti forti, sento che l’ambiente è top“.
Ibra e il ruolo di leader. Poi l’obiettivo personale
Altro vuoto importante all’interno del gruppo Milan lo ha lasciato Zlatan Ibrahimovic che ha deciso di appendere le scarpette al chiodo. L’assenza dello svedese sarà inevitabilmente avvertita da parte della squadra:
“Un compagno ha girato sul gruppo whatsapp della squadra un suo messaggio di forza, dice che tifa per noi ed è uno di noi. Forse ci vedremo presto“.
Inevitabile, ora, che emergano nuove figure carismatiche tra le quali proprio lo stesso Leao, atteso da un ulteriore step di crescita: “Mi sento sempre più leader, grazie alla fiducia dei compagni. Io non sono una persona che parla tanto ma sto cercando di farlo di più, di essere una voce, anche se penso che ci siano giocatori più bravi a parlare per la squadra. Quando sono arrivato, alcuni compagni mi hanno preso per mano, ora lo sto facendo io con i nuovi“. Ultima considerazione sugli obiettivi personali dell’attaccante ex Lille: “Segnare 20 reti è un mio obiettivo, anche se non me lo metto in testa. Se faccio le cose bene, arriverà perché lo scorso anno ci sono andato vicino e la squadra può aiutarmi ad arrivare a quella cifra“.