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Milan-Spezia, l'arbitro Serra torna a parlare del suo errore

Finito nella bufera per l'errore che ha deciso la sfida dello scorso 17 gennaio, il fischietto di Torino ha raccontato nel dettaglio come ha vissuto il finale del match di San Siro.

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Il Milan è ancora pienamente in corsa per lo scudetto ma a fine stagione, nel caso in cui non riuscisse ad agguantare il titolo, potrebbe avere tra i grandi rimpianti quello della sconfitta rimediata a San Siro contro lo Spezia, un match deciso nel finale dagli errori dell’arbitro Serra.

Proprio in merito a quest’ultimi, il fischietto della sezione di Torino è tornato a parlare nelle ultimissime ore rilasciando un’intervista esclusiva a Sky Sport nella quale ha raccontato con dovizia di particolari il concitato finale del Meazza e gli attimi immediatamente successivi al triplice fischio.

Milan-Spezia, l’ammissione di Serra

Non ho dormito, al massimo un’ora. Ma adesso voglio soltanto tornare in campo” ha esordito deciso Serra prima di spiegare cosa l’ha indotto a sbagliare la gestione del finale.

“Nella mia testa c’è probabilmente un errore di priorità. Io mi concentro su Rebic e su Bastoni che sta arrivando da dietro e penso ‘se lo tocca è fallo’, perché sta tirando in porta quindi non può prendergli la palla senza fare fallo. Concentrandomi su quello mi perdo lo scenario completo e non vedo Messias che sta per tirare. Ho il ricordo di aver pensato mentre la palla gli arrivava ‘speriamo non la butti dentro…’”.

Milan-Spezia, le difficoltà di Serra dopo l’errore

A correggere il suo errore di valutazione, come correttamente ha spiegato lui stesso, l’arbitro non ha potuto avvalersi del Var.

“Se un errore viene corretto dal Var rimane un errore e quindi nella mia valutazione, ma restituisce la realtà sportiva, la verità del campo, in questo caso invece il Var non può far nulla ed è forse l’errore peggiore che può succedere a un arbitro oggi col Var” ha analizzato in maniera lucida Serra il quale, sul campo, ha poi dovuto affrontare l’immediata ira dei calciatori rossoneri.

Credo che Rebic sia partito con l’idea di strangolarmi. Poi penso che abbia capito da uomo di campo che anche lui magari avrà sbagliato un gol a porta vuota, ed era quello che avevo fatto io in quel momento. Credo che tanti di noi arbitri, forse tutti, avremmo avuto la stessa reazione, dal più giovane al più vecchio, sono sicuro”.

Serra, la vicinanza del Milan e di Rocchi

Negli spogliatoi però, vedendo la disperazione del direttore di gara, molti calciatori del Milan non hanno esitato nel mostrargli tutta la loro vicinanza rincuorandolo.

Florenzi era affranto come me, sembravo io… e addirittura mi abbraccia. Poi Calabria, da capitano, passano Theo Hernadez e Diaz, anche loro a dirmi ‘succede’. Il succo era sempre ‘reagisci, che si sbaglia tutti’. E poi arriva anche Ibra e la sostanza del suo intervento era ‘ora dimostra di essere forte e reagisci‘. Mi ha fatto molto piacere ma credo di aver realizzato il giorno dopo il gesto che avevano fatto, sul momento nello stato emotivo in cui ero non l’ho apprezzato come dovevo”.

Molto comprensivo con il trentanovenne della sezione di Torino è stato anche il designatore degli arbitri di Serie A Gianluca Rocchi.

“La prima cosa che mi ha detto è stata ‘questa è la serie A’ e poi ha aggiunto ‘qui non si abbandona nessuno, massima serenità, tornerai ad arbitrare’ ed è il mio obiettivo a breve termine” ha affermato con fare determinato uno dispiaciutissimo Marco Serra.

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