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Fluminense, Renato: per colpa dell’Inter ho litigato con mia figlia. Poi la frecciata a Chivu

Il tecnico del Fluminense, ex Roma, prepara la sfida all’Inter. I ricordi del passato italiano, chi è Renato Portaluppi e come affronta il big match

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sulle interviste ai grandi protagonisti

A Roma lo ricordano più per la dolce vita tra night e donne che per le sue prodezze in campo: Renato Portaluppi – per tutti Renato – doveva essere il grande colpo di mercato dei giallorossi. La Roma di Dino Viola lo acquistò per 2,7 milioni di dollari con il compito di sostituire Boniek. A Trigoria lo accolgono 2000 tifosi in festa ma l’avventura del brasiliano si rivelò un disastro. Liedhlom lo mise in panchina dopo 6 giornate e Renato lasciò Roma dopo una sola stagione con 23 presenze e nessun goal in campionato, 3 partite e 1 rete in Coppa Uefa, 6 partite e 3 reti in Coppa Italia ma in patria era prima ed è rimasto anche ora una star.

Oggi Renato allena il Fluminense e sogna di andare in fondo al Mondiale per club. Stasera, ore 21, c’è l’Inter a Charlotte (meteo permettendo) e i brasiliani non hanno alcuna intenzione di recitare il ruolo di vittima sacrificale, a partire dal loro allenatore con un passato in Italia. La preparazione tattica e l’esperienza saranno le armi con cui Gaucho Renato Portaluppi proverà a scrivere una nuova impresa internazionale: alla vigilia dell’attesissima sfida tra Inter e Fluminense agli ottavi di finale del Mondiale per Club, l’allenatore brasiliano ha dichiarato di aver studiato in modo ‘maniacale’ gli avversari. Ed infine, proprio per questo motivo, è sorta una lite familiare a causa dei nerazzurri.

L’aneddoto con la figlia: “Ho saltato la cena per studiare l’Inter”

Il tecnico del Fluminense ha raccontato con ironia quanto sia stato meticoloso nello studiare l’Inter, rinunciando persino a un momento familiare: “Dopo la partita che ho giocato, quando ci siamo qualificati, molte persone sono uscite con le loro famiglie, io sono rimasto in hotel e sono stato persino maledetto da mia figlia. È venuta a prendermi in hotel per andare a cena fuori, ma ho detto di no, dovevo studiare le partite dei nostri avversari…”

L’Inter favorita? “Solo per motivi economici”

Pur riconoscendo la forza dei nerazzurri, l’allenatore brasiliano ha smontato il concetto di superiorità assoluta, ponendo l’accento sulla disparità economica tra i due club: “L’atteggiamento è fondamentale in una partita così importante. Ma il fatto che una squadra come l’Inter sia favorita dipende soprattutto da ragioni economiche: se vai al mercato con 1000 reais, puoi comprare quello che vuoi, se vai con 100 hai meno scelta…”

Possesso palla sì, ma senza rischi inutili

Renato Gaúcho ha descritto chiaramente la filosofia tattica del suo Fluminense: gioco palla a terra, sì, ma solo se in condizioni di sicurezza. Lo ha ribadito con una metafora molto chiara rivolta ai suoi giocatori: “Molti dei miei giocatori sono padri di famiglia. Così chiedo loro: ‘Voi camminate per il centro commerciale con vostro figlio di un anno e mezzo e gli voltate le spalle?’. Nessuno lo fa…”

Thiago Silva e Soltedo: armi ritrovate per il Fluminense

Tra le notizie positive per il Fluminense, ci sono i recuperi di Thiago Silva e dell’attaccante Soltedo. Il veterano ex Chelsea avrà un ruolo fondamentale: “Thiago è un giocatore chiave nel mio schema. È un leader, il capitano della squadra, praticamente un allenatore in campo. È una guardia di sicurezza per noi là dietro.”

Rischio maltempo al Mondiale? “In Brasile giochiamo sotto tutto”

Renato non si è poi mostrato preoccupato dalle condizioni atmosferiche che hanno recentemente interrotto Benfica-Chelsea per via dei fulmini. Con la solita schiettezza – e lanciando una chiara sfida a Chivu – ha dichiarato: “La natura è natura, non posso combatterla. In Brasile giochiamo sotto la pioggia, sotto i fulmini, sotto tutto…”

Renato Portaluppi, passato italiano e rimpianti giallorossi

Infine il ricordo dell’esperienza romana: “In giallorosso non è andata molto bene. Avevo un contratto triennale e il primo anno ho avuto molti infortuni… Oggi, con la mia esperienza, probabilmente non sarei tornato indietro…”

Il soprannome “pube de oro” e l’immagine da playboy lo hanno reso celebre più fuori che dentro al campo. Ma oggi il Renato che siede sulla panchina del Fluminense è un altro uomo: più maturo, più tecnico, e ancora desideroso di stupire: la sfida all’Inter è già iniziata!

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