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Mondiali, cosa resterà di Qatar 2022: L’inno silenzioso, la fascia, il maxi-recupero

Cala il sipario sulla kermesse in Qatar dopo un mese in apnea tra polemiche, esultanze, Var, gialli e misteri

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Non poteva riservare un finale migliore questo Mondiale: la sfida all’ultimo gol tra Argentina e Francia con lo show dei due campioni annunciati, Messi e Mbappè, ha racchiuso il meglio del meglio di questo mese in apnea che ha tenuto incollati miliardi di spettatori in tutto il mondo (ieri Rai1 ha battuto ogni record: 12.948.000 spettatori con il 68.6% – primo tempo a 10.944.000 e il 64.5%, secondo tempo a 13.111.000 e il 69.1%, tempi supplementari a 14.993.000 e il 71.5%, rigori a 16.101.000 e il 74.3%) ma non si può non ricordare come questa edizione in Qatar sia stata accompagnata da critiche e polemiche.

Mondiali, le polemiche per le stragi e i diritti negati

Già nel 2010, quando furono assegnati i Mondiali in Qatar, in tanti si indignarono ma è stato con l’inizio della manifestazione che si sono viste le prime vere proteste per le prevaricazioni denunciate, i diritti negati, la strage di operai per la costruzione di monumentali cattedrali nel deserto. Oltre ad alcuni tifosi che hanno manifestato contro il regime qatariota anche i calciatori hanno provato a fare la loro parte.

Mondiali, l’inno silenzioso e la fascia della discordia

Nelle prime gare gli episodi più clamorosi, come il tentativo (negato dalla Fifa) di indossare una fascia arcobaleno da parte dei capitani o la foto della Germania prima della partita con i giocatori che mimano con la mano sulla bocca il silenzio. Discorso a parte per l’Iran: la loro nazionale non ha cantato l’inno all’esordio ma la protesta era legata alle vicende del loro paese e alla mattanza sulle donne che non indossavano il velo.

Mondiali, tre giornalisti morti in Qatar

Un mezzo giallo quello dei giornalisti morti durante la manifestazione, due più uno scomparso appena prima dell’inizio del Mondiale. Il fratello di uno dei giornalisti morti ha esplicitamente parlato di omicidio perché aveva apertamente dichiarato lotta senza quartiere alle discriminazioni.

Mondiali, quante censure dalle tv

E’ stato anche il Mondiale delle censure: le telecamere erano sempre pronte a inquadrare tifosi (veri o falsi che fossero) festanti e imbandierati e a oscurare le contestazioni, qualsiasi forma di rissa o violenza. E anche gli episodi dubbi in campo non venivano mai riproposti sul tabellone.

Mondiali, le rivelazioni Marocco e Giappone

Sportivamente si è partiti col botto: l’Arabia Saudita che batte i futuri campioni del mondo dell’Argentina ma il vero botto l’ha fatto il Marocco, arrivato quarto assieme al Giappone che ha sorpreso tutti. In negativo le delusioni si chiamano Belgio, Germania e Brasile.

Mondiali, la sorpresa del maxi-recupero

Una delle prime novità del Mondiale è stato il maxi-recupero, anche 24′ tra primo e secondo tempo. Praticamente quasi come due tempi supplementari. Nelle prime gare si è un po’ esagerato probabilmente, poi si è arrivati ad una più ragionevole via di mezzo. Anche il Var ha fatto discutere: succede nei campionati nazionali, non poteva essere diversamente al Mondiale.

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