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Napoli, Conte e i primi 100 giorni azzurri: tutti pensano che debba vincere sempre io. La Juve? Basta essere provinciali

Il tecnico teme la trasferta di Cagliari ma chiede continuità: dalla soddisfazione per i colpi sul mercato alle celebrazioni per i 20 anni di Adl

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

E’ passato meno di un mese da quel 17 agosto, vigilia della prima di campionato a Verona, quando in conferenza Antonio Conte fece venire i brividi a tutti i tifosi, parlando di rifondazione appena cominciata, di squadra che non a caso era arrivata decima l’anno prima, di mercato deludente. Il giorno dopo il suo Napoli fu travolto al Bentegodi e i tifosi entrarono in depressione. Ne son cambiate però di cose da allora: due vittorie contro Bologna e Parma, tanti nuovi arrivi, da Lukaku a McTominay e Gilmour e l’ottimismo che è tornato poi a regnare in città. Domani c’è il test con il Cagliari, che dovrà dire se il Napoli è tornato una grande davvero.

Conte elogia gli sforzi di Lukaku

L’arrivo di Lukaku è quello che maggiormente ha restituito il sorriso a Conte: “Ha approfittato della sosta per rimettersi a livello fisico e integrarsi a livello tattico, c’è una grande predisposizione da parte sua e sta migliorando sotto ogni punto di vista. Kvara è tornato con un problema alla caviglia, per entrambi valuteremo in questi giorni”. Cento giorni fa l’annuncio di Conte allenatore del Napoli, il primo bilancio è altalenante: “Sono stati 100 giorni intensi, si è dovuto lavorare in campo e fuori e anche tanto, a 360 gradi. Mi ritengo soddisfatto, hanno dato un indirizzo ed è stato importante per me e il Napoli”,

Conte non scappa dalle responsabilità

Continuano tutti a vedere il Napoli tra le favorite: “Mi porto dietro sempre pressione e responsabilità, avendo vinto in passato. Ci si aspetta sempre tanto da me, lo dicevate anche quando ci mancava mezza squadra. Non mi sottraggo a questa responsabilità, dobbiamo crescere, il presidente ha parlato di anno zero, per me non è proprio anno zero ma se prendi 7 giocatori e ne cedi 12-13 c’è un cambiamento importante. So cosa mi aspetta, l’unica mia arma è il lavoro, il mercato ha portato dei miglioramenti rispetto all’inizio, sicuramente ci saranno delle situazioni da valutare. L’intenzione è quella di scegliere l’abito migliore per il Napoli, noi allenatori siamo dei sarti. Stiamo lavorando, ma situazioni difensive e offensive non si preparano da un giorno all’altro”.

McTominay e Gilmour sono gli ultimi arrivati: “Ho avuto ottime impressioni, li ho conosciuti in Premier, ci alzano il livello, portano competizione e questa deve essere la nostra strada, quella di creare una rosa competitiva senza posti prestabiliti, senza ragionare da provinciali”. Domani c’è il Cagliari: “Squadra tosta, Nicola è un allenatore sottovalutato che ha sempre fatto bene, troveremo un ambiente caldo ma occorre la consapevolezza di voler dare continuità di prestazioni e di risultati”

Conte e i 20 anni di De Laurentiis

Si sono celebrati 20 anni dell’era De Laurentiis, Conte vorrebbe scrivere una nuova pagina bella: “Il mio lavoro a Napoli è appena iniziato, oggi è difficile trovare una famiglia come quella di De Laurentiis che si impegna per tanti anni, gli va dato merito, vedendo anche il grande percorso fatto con la squadra presa in C e portata a livelli importanti. Aver sentito le sue parole e la sua commozione nel parlare di questi 20 anni fa capire quanto si siano impegnati per Napoli e i napoletani. Ha parlato anche dell’importanza di continuare la crescita anche extracampo. Quando sono arrivato all’Inter Appiano era un disastro e ora è un fiore all’occhiello, un buon centro sportivo porta anche punti in più in classifica”.

Dopo Cagliari ci sarà la Juve ma per Conte è presto per parlarne: “Non dobbiamo essere provinciali, dobbiamo pensare solo alla partita di domani che diventa quella più importante, non ci deve interessare chi c’è dopo in calendario, dobbiamo mettere i paraocchi e guardare solo la nostra corsia per correre veloce”. Capitolo modulo, Conte in passato non s’era detto entusiasta del 4-3-3: “Io parto dal presupposto che non si può pensare che sol perché da anni giochi così devi continuare a farlo, devi vedere le caratteristiche di chi hai. Ora con i nuovi arrivi si aprono altre possibilità ma sui sistemi di gioco c’è da lavorare”.

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