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Napoli, De Laurentiis fu costretto alla pace con gli ultrà: la Procura indaga

Il sospetto degli inquirenti è che il presidente fu spinto a sedersi al tavolo con i capitifosi storici per le pressioni causate dagli incidenti in città e al Maradona dagli stessi gruppi organizzati  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Perché Aurelio De Laurentiis, da sempre intransigente nei confronti delle richieste degli ultrà del Napoli, acconsentì lo scorso aprile ad incontrare i capitifosi storici e a siglare con loro la “pace”? Questa la domanda che s’è posta la Procura della Repubblica di Napoli, che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda: per gli inquirenti il presidente del club partenopeo fu vittima di un’estorsione.

Napoli, l’incontro tra De Laurentiis e gli ultrà

La vicenda è nota: lo scorso 15 aprile Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, tiene un “incontro di pace” con i rappresentanti dei gruppi ultrà nella hall dell’Hotel Britannique, celebrato alla fine con una foto di gruppo. L’obiettivo, apparentemente, è quello di mettere fine alle incomprensioni tra club e gruppi organizzati, in particolare sul regolamento d’uso dello stadio Maradona, che avevano portato allo sciopero del tifo da parte della curva durante la partita tra il Napoli e il Milan di campionato del 2 aprile. In realtà, secondo i magistrati della Procura della Repubblica di Napoli, De Laurentiis fu costretto a partecipare a quell’incontro e a siglare la pace con gli ultrà. Lo riferiscono oggi Il Mattino e La Repubblica.

Napoli, la strategia degli ultrà contro De Laurentiis

Questa è la tesi alla base dell’inchiesta della Procura di Napoli condotta dai pm Francesco De Falco e Danilo De Simone e dall’aggiunto Sergio Amato, finita all’interno degli atti della misura cautelare nei confronti di Gennaro Grosso, capotifoso del gruppo Masseria, e del suo complice Carmine Della Cerra, agli arresti per le aggressioni avvenute a novembre contro i tifosi dell’Ajax prima della partita di Champions League tra i lancieri e il Napoli di Spalletti.

Secondo gli inquirenti, quegli incidenti, al pari dello sciopero del tifo in Napoli-Milan del 2 aprile e alle violenze perpetrate quel giorno in curva contro i tifosi che avrebbero voluto sostenere gli azzurri, violando i comandi degli stessi ultrà, farebbero tutti parte di una strategia volta a mettere pressione al Napoli e a De Laurentiis, a cui non a caso in quei giorni viene assegnata una scorta. Un piano per colpire il club e il suo presidente, che nel mese di aprile si sarebbero poi dovuti giocare la qualificazione alla semifinale di Champions League sempre contro il Milan: una sfida che metteva in palio milioni di euro.

Napoli, l’ipotesi di estorsione contro De Laurentiis

L’ipotesi di reato è di estorsione, con De Laurentiis nel ruolo della vittima: secondo gli inquirenti il presidente del Napoli fu dunque costretto a incontrare i capitifosi e a fare pace con loro violando quella politica di intransigenza verso gli ultrà adottata fin dall’inizio della sua avventura in azzurro.

Resta però ora da chiarire il ruolo delle istituzioni: in un suo comunicato ufficiale, infatti, il Napoli ha affermato che la Prefettura fosse a conoscenza dell’incontro del Britannique e che la Digos fosse presente.

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