Mattia Furlani, diciannove anni, nato a Marino, figlio di Marcello Furlani (altista da 227 cm.) e Khaty Seck (velocista senegalese), o anche Larissa Iapichino, nata a pochi chilometri da Firenze nel 2002, talentuosissima lunghista, figlia dell’astista Gianni Iapichino e della campionessa Fiona May, o Nadia Battocletti, che ha la madre marocchina. Sono solo tre degli esempi di azzurri medagliati a Parigi che hanno origini miste, italiane solo per metà, pur essendo italiani al 100% con cittadinanza regolare. Vale anche per Marcell Jacobs, nato in Texas da padre americano e madre italiana, ma cresciuto a Desenzano sul Garda. Una generazione di fenomeni dello sport che ha spinto Enrico Mentana a una nuova intemerata sui social.
Mentana scatenato su Facebook durante le Olimpiadi
Il direttore del Tg7 sta seguendo con attenzione i Giochi e pubblica decine di post al giorno. Dopo la crociata sull’elogio dei perdenti e la cultura della sconfitta con il podio allargato anche ai quarti posti, Mentana allarga il tiro e scrive: “Lo sapevamo già alla vigilia, ma ora è una certezza conclamata: con buona pace dei residui assertori di un’Italia fatta di “italiani puri”, una parte rilevante dei campioni azzurri che hanno ottenuto medaglie e onore ai Giochi di Parigi ha almeno un genitore nato lontano dal nostro paese. E, alla faccia di chi tenta di negarlo, tutti loro hanno fatto per l’orgoglio nazionale più di tanti tromboni, custodi gelosi e miopi dell’italianità. Alla fine delle Olimpiadi, la vera nostra grande vittoria è questa“.
Il post di Mentana scatena il web
Fioccano le reazioni: “È molto semplice, se hanno la cittadinanza sono italiani. La questione è la cittadinanza come si ottiene, se questi atleti di origine straniera hanno potuto gareggiare e vincere medaglie alle olimpiadi è perché hanno potuto crescere, svilupparsi e costruire delle fondamenta nel nostro paese, hanno pagato le tasse, sono andati a scuola e hanno usufruito dei nostri servizi”.
Il popolo dei social si divide: “Capisco che veniamo da settimane di retorica, ma pensare che questi atleti competano spinti dell’orgoglio nazionale che arde forte dentro di loro è ridicolo. Competono per se stessi, come è normale che sia” e poi: “caro dottor Mentana molte volte credo che siate voi giornalisti che accentuate le diversità sottolineando la provenienza loro o dei genitori da altri paesi. Io invece ho visto italiani che gareggiavano orgogliosi del loro paese” e ancora: “Si ma dillo che oltre queste brave persone ci saranno sempre flotte di delinquenti a cui non siamo in grado di dare una opportunità di riscatto e che faremo la fine di Francia e Inghilterra”
Il web è scatenato: “Il vero razzismo sta nel mettere in evidenza come fa lei una questione che evidentemente esiste per lei, perché in queste settimane olimpiche non avevo visto nessun post razzista e razziale in tal senso. Vedere il marcio dove il marcio non esiste è preoccupante direttore…” e poi: “Manco Toto Cotugno credeva alle sue parole quando cantava dell’italiano vero” oppure: “Questa precisazione Direttore non fa altro che dare spazio ad una minoranza del tutto irrilevante….la Grande maggioranza degli Italiani gioisce per i risultati e le Medaglie senza nemmeno notare i tratti somatici ma il Tricolore….questi precisazioni servono solo ad ottenere click e reazioni”
C’è chi scrive: “In altre parole parte del successo sportivo di alcune nazioni si base sulla disperazione dei genitori di questi campioni che non potendo dare un futuro ai propri figli sono emigrati per necessità. In altri casi, invece, il successo deriva da un retaggio fortemente coloniale come per la Francia e gli USA. Se l’Africa nei secoli non fosse stata maltrattata oggi avrebbe i 3/4 del medagliere” e poi: “Bravo. Continua a ribadire ľovvio in modo da essere più divisivo di coloro che critichi. Sei il perfetto esempio.di comunicazione social gen x.” e infine: “Ovvero ci siano arrivati per ultimi.. ma per vincere ci vogliono loro. Altro che integrazione.. puro opportunismo, come tutti gli altri paesi ipocriti a partire dagli Usa”.