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Pugno duro ultrà, la decisione del Viminale scatena la bufera sui social

Il provvedimento annunciato dal ministro Piantedosi, a seguito degli incidenti sulla A1 di domenica, non piace al tifo sano

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Dopo giorni di “si va verso il pugno duro” ecco che la stangata è arrivata. Il Ministro Piantedosi oggi firmerà il provvedimento di limitazioni alle trasferte per i tifosi di Napoli e Roma per due mesi. Oltre ai Daspo per i soggetti identificati negli scontri nei pressi di Arezzo, i veri colpevoli di questa vicenda, a essere penalizzati pertanto saranno anche tutti gli altri tifosi partenopei e giallorossi che non potranno seguire la loro squadra del cuore per le prossime quattro trasferte.

Trasferte vietate, perché il provvedimento arriva oggi

Con ogni probabilità la decisione di usare il pugno duro era stata già decisa nei giorni scorsi ma il buonsenso ha indicato al Viminale la strada di temporeggiare nel comunicare il provvedimento. Ieri infatti al Maradona si è giocato Napoli-Juventus, che pure era considerata gara a rischio e per la quale non c’erano stati i tempi tecnici per limitazioni alla trasferta. ll rischio di incidenti e disordini allo stadio per protestare contro la decisione di vietare le trasferte ha indotto il Ministro ad aspettare il giorno dopo la partita per firmare il documento.

Trasferte vietate, la rabbia dei tifosi sul web

Non è ancora stato diramato in tutti i suoi dettagli il provvedimento che sul web già scatta la protesta: “Provvedimento ridicolo di un ministro ridicolo. Anziché punire severamente i singoli si penalizzano indistintamente migliaia di tifosi incolpevoli”, oppure: “E per quale motivo io con i miei figli per colpa di alcune dozzine di parassiti non dovrei andare in trasferta? Non siamo in grado di identificare questi malviventi?” e anche: “Quindi tra due mesi stessi problemi. Tutto apposto”

C’è chi scrive: “Che c’entrano in tutto questi qui veri tifosi che seguono la squadre in trasferta e che con quello che è successo non c’erano neanche” e anche: “Il classico metodo all’italiana: punire tutti perché lo Stato non è capace di dare pene e/o perseguire SOLO i soggetti che hanno fatto quella porcheria” e poi: “Facile dire “bene giusto” ma riflettiamo: è giusta una giustizia all’ingrosso? Siano identificati (già lo sono) i responsabili dei disordini e puniti duramente. Perché estendere la misura a migliaia di persone corrette? Bisogna punire i violenti non trasformare tutti in criminali”

Il web è scatenato: “Ho sempre pensato che fosse sbagliato opporsi all’uso di sistemi di identificazione, negli stadi o altrove, tra la folla del tifo, perché questo interessa davvero solo a chi si camuffa nella passione popolare per sfogare istinti violenti anche primitivi” e infine: “Hanno bloccato una delle arterie principali del paese. Hanno provocato danni. Si sono ammazzati di santa ragione. E li premiamo con solo due mesi di trasferte vietate? Pene soggettive, carcere ed divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione sportiva. Questo dovete dargli”.

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