Dopo 5 anni e mezzo d’amore, Edin Dzeko e la Roma non sono mai stati più lontani. Dopo i litigi tra il bosniaco e Paulo Fonseca che hanno caratterizzatoo tutto il mese di gennaio, è arrivata la “pace armata” tra i due, che ha permesso il reintegro in rosa dell’attaccante. E così ecco che si sta provando a tornare alla normalità, con Dzeko in panchina prima ed in campo poi nella partita persa dalla Roma ieri pomeriggio contro la Juventus di Andrea Pirlo.
Niente però è tornato alla normalità, perchè se è vero che l’attaccante è tornato in rosa, lo ha fatto spogliato della Sua fascia da capitano, finita ieri sera sul braccio sinistro di Cristante prima e Mancini poi, un giocatore alla sua seconda stagione in giallorosso. Queste le condizioni di Fonseca per riammettere in squadra Dzeko, condizioni che non lasciano di certo contento Edin.
All’inizio della vicenda, la situazione è parsa da subito davvero molto delicata per molte ragioni, anche se principalmente sono ragioni economiche. Dzeko, nonostante sia ancora un signor attaccante, non gode di un gran mercato in Europa in questo momento, soprattutto a causa del suo altissimo ingaggio, circa 7,5 milioni netti a stagione. Questa considerazione porta immediatamente ad una successiva: la Roma non si poteva permettere di tenere fuori rosa un giocatore che guadagna così tanto. Sarebbe stato semplicemente un suicidio finanziario, cosa che in questo particolare periodo nessuno si può permettere.
Questo è, a grandi linee, il quadro della situazione, a cui oggi si è aggiunto un’ulteriore capitolo. Sulle pagine di “La Repubblica“, infatti, è sbucata un indiscrezione davvero importante. Riprendiamo qui le esatte parole usate dal quotidiano per parlare del futuro a fine stagione di Edin Dzeko:
“Dicono che Dzeko sia già piuttosto insofferente con il nuovo agente che aveva scelto a gennaio dopo la lite con Fonseca. Ma a renderlo nervoso è anche l’essere stato spogliato della fascia di capitano: ieri l’ha vista passare dal braccio di Cristante a quello di Mancini, un ragazzo alla seconda stagione da romanista, mentre lui sta per completare il sesto anno. A giugno potrebbe chiedere la risoluzione consensuale del contratto, se arrivasse un’offerta pari allo stipendio da 7,5 milioni netti che gli garantisce la Roma. […] I Friedkin hanno detto apertamente alla squadra che l’allenatore della Roma è e resta Fonseca. Non è intoccabile, ma finché la squadra manterrà un rendimento da zona Champions non sono disposti a metterlo in discussione. Per il futuro, si vedrà. Ma a quel punto, potrebbe non essere più un problema di Edin“.
Dunque la risoluzione consensuale come via di fuga per entrambi. Per la Roma sarebbe un modo di liberarsi di un giocatore scontento e di un ingaggio pesante. Per Dzeko sarebbe un modo per salvare la faccia e migrare verso altri lidi senza preoccuparsi del proprio cartellino. Ma dove potrebbe andare?
Saltata in estate la trattativa che avrebbe dovuto portarlo ad essere il centravanti titolare della Juventus, l’unica squadra che al momento sembra tenere gli occhi aperti sulla situazione è l’Inter di Antonio Conte, che gli potrebbe offrire un ruolo come Vice-Lukaku. In questo momento in rosa sono già presenti Alexis Sanchez (che si sta ritagliando un buon minutaggio ma che non segna mai) e Andrea Pinamonti, mai veramente impiegato dal tecnico salentino.
Antonio Conte, si sa, stravede per l’attaccante bosniaco e lo accoglierebbe subito a braccia aperte. Certo, la situazione finanziaria dell’Inter in questo momento è una delle più preoccupanti d’Europa, e pagare un ingaggio tale per una riserva è francamente impensabile. Ma se Dzeko dovesse rivedere le proprie richieste, potrebbe essere che, alla fine, le strade di Edin e di Antonio. si incontrino davvero. E sarebbe un bel lieto fine per tutti.