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Sci alpino, salta la libera di Garmisch (causa meteo). Paris e Casse, le speranze azzurre per i mondiali

Il meteo fa saltare le prove e dunque niente discesa a Garmisch. Si va subito a Saalbach: l'Italia al maschile non ha grandi velleità di vittorie ma può sperare in qualche exploit

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Niente gare nel week-end, e per la federazione internazionale questa è la peggiore delle marce d’avvicinamento possibili al mondiale di Saalbach, pronto a prendere il via martedì 4 febbraio con il parallelo a squadre. C’era soltanto una discesa libera in programma, quella di Garmisch sulla Kandahar, ma le condizioni meteo hanno reso impraticabile la pista nei due giorni di prove cronometrate e da regolamento la gara domenicale è stata annullata (in discesa è necessaria almeno una prova per gareggiare). Trasferta inutile, insomma, e testa ai mondiali, dove l’Italia al maschile sa di dover sperare in qualche exploit estemporaneo se vorrà allontanare lo spettro delle zero medaglie.

L’Italjet s’è persa: Paris è ancora la stella polare?

Perché tra le donne l’Italsci va che è una bellezza (Brignone e Goggia dettano legge, ma anche Pirovano, Curtoni, Delago e Bassino hanno i mezzi per regalare qualche sorpresa), mentre tra gli uomini ormai la crisi è piuttosto evidente.

Nella velocità la punta rimane Dominik Paris: quello di Saalbach sarà l’ottavo mondiale per il carabiniere di Merano, che vanta un oro in supergigante ad Are nel 2019 e un argento in discesa a Schladming nel 2013. In stagione però il podio non è mai arrivato, con un quarto posto ottenuto a Wengen in discesa (poi quinto in supergigante) come miglior risultato.

Difficile pensare che possa realmente insidiare gli svizzeri, però su una gara secca fare i conti con Domme non è mai semplice. A Kitzbuhel non ha brillato, a Saalbach potrebbe tornare a fare la voce grossa, ma non sarà semplice. Il test di Garmisch sarebbe stato utile per capirci un po’ di più, ma quello che verrà sarà tanto di guadagnato.

Casse e Schieder per reagire, Franzoni per sorprendere

L’Italjet che qualche anno fa monopolizzava i podi quasi in ogni gara è oggi un lontano ricordo. Con Mattia Casse e Florian Schieder che hanno vissuto un’annata decisamente ondivaga, ma che per tanti motivi non arrivano alla rassegna iridata nelle condizioni di forma migliori.

Casse ha stupito tutti vincendo sulla Saslong in supergigante (era il 20 dicembre), poi però da allora è uscito progressivamente dal radar e ha fatto più fatica. Schieder sin qui non ha saputo ripetere la stagione passata, quando s’era inserito stabilmente tra i migliori nella velocità.

Paradossalmente quello su cui qualcuno sembrerebbe voler puntare è un po’ l’ultimo arrivato, cioè Giovanni Franzoni: classe 2001, il vincitore della Coppa Europa 2022 sembra aver fatto quello step che sin qui gli era sempre mancato, riuscendo a collezionare buoni piazzamenti a Kitzbuhel, giungendo finalmente a ridosso della top 10 sia in supergigante che in discesa. Può rappresentare la vera sorpresa di questa spedizione, ma è giusto non caricarlo di eccessive responsabilità e lasciarlo crescere senza troppe pressioni.

Discipline tecniche, De Aliprandini e Vinatzer le uniche luci

Nelle discipline tecniche, due buone carte da giocare rispondono al nome di Luca De Aliprandini (in gigante) e Alex Vinatzer (in slalom). Entrambi però difettano di continuità e questo è un bel problema: sulla manche secca hanno dimostrato di poter tenere tranquillamente il ritmo dei migliori, ma se Vinatzer ha sognato ad occhi aperti a Kitzbuhel una settimana fa, quando per soli 9 centesimi è stato buttato giù dal gradino più alto del podio dall’olimpionico Clement Noel, De Aliprandini quest’anno ha faticato a ritrovare il giusto ritmo, centrando però un terzo posto di valore ad Adelboden.

L’argento di Cortina 2021 resta comunque lontano e sperare in un altro miracolo è l’unica cosa che è rimasta da fare. Per il resto l’Italia tra i pali stretti ha poche carte da calare: Stefano Gross si concederà un ultimo ballo, Giovanni Borsotti e Filippo Della Vite valgono al massimo una qualificazione tra i primi 30, difficilmente un piazzamento da medaglia.

I favoriti: Odermatt sogna il tris, norvegesi all’assalto

Le gare mondiali vivranno soprattutto sulla battaglia tra svizzeri e norvegesi, con al massimo qualche intrusione austriaca. Marco Odermatt può ambire a tre bersagli grossi tra discesa, supergigante e gigante, con Franjo von Allmen e Alexis Monney mine vaganti nelle gare veloci al pari dei canadesi Cameron e Crawford e dello sloveno Hrobat (e c’è sempre Kriechmayr, che se azzecca la giornata giusta fa paura a tutti).

I norvegesi puntano forte sulle discipline tecniche: Henrik Kristoffersen e Alexander Steen Olsen puntano forte sul gigante, anche se Kristoffersen ha nel mirino soprattutto lo slalom, dove i rivali maggiori rispondono al nome di McGrath, Haugan e del francese Noel, con Loic Meillard che nelle ultime gare ha guadagnato credito, più Strasser, Feller e Pinheiro possibili outsider.

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