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Sinner, l'ex arbitro del Tas e il ricorso Wada: "Jannik è responsabile per lo staff, la quantità non conta"

Come andrà a finire il processo al Tas a carico di Jannik Sinner, dopo il ricorso presentato dalla Wada? Il punto di vista di Angelo Cascella, avvocato ed esperto.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Come andrà a finire il processo al Tas a carico di Jannik Sinner? Il ricorso della Wada contro l’assoluzione del rosso di San Candido decisa dall’Itia ha prolungato la questione di qualche mese, gettando un po’ di apprensione nel campione altoatesino e nei suoi tifosi. Come andrà a finire? Davvero Sinner potrà essere sospeso per uno o due anni, come richiesto dall’Agenzia Mondiale Antidoping? E quando ci sarà il giudizio?

Il caso doping di Sinner: parla l’avvocato Angelo Cascella

Della questione, in una lunga e dettagliata intervista a Repubblica concessa a Matteo Pinci, ha parlato l’avvocato Angelo Cascella, per dieci anni arbitro del Tas di Losanna in diversi procedimenti. E la prima rivelazione è preoccupante: “Sinner ha molti strumenti per difendersi, ma per punirlo non dovranno dimostrare che fosse in malafede“. Insomma, la Wada non dovrà farsi carico di nulla. L’assunzione accidentale, involontaria e inconsapevole del Clostebol da parte di Jannik è già un elemento acquisito e che non scagiona il campione.

Il parallelo tra le vicende Sinner e Palomino e le differenze

Si sono fatti molti paralleli tra la vicenda di Sinner e quelle di altri atleti, poi assolti proprio in sede di giudizio al Tas. Uno di questi riguarda il difensore Palomino, oggi al Cagliari, all’epoca all’Atalanta, che fu trovato con una quantità di Clostebol nel sangue dieci volte superiore: colpa di una crema applicata al suo cane. “La differenza tra lui e Palomino è che l’atleta è responsabile del comportamento del suo staff“, il chiarimento – anch’esso piuttosto preoccupante, nell’ottica di Sinner – da parte dell’avvocato Cascella.

La minima quantità di Clostebol trovata in Jannik? Non conta

Quanto alla tempistica, potrebbero volerci fino a sei mesi per completare l’iter e nel frattempo Jannik dovrà giocare con un peso non indifferente. Per Cascella “il punto di partenza resta la normativa antidoping. E sono pochi gli atleti che riescono a difendersi: la linea difensiva deve essere verosimile e convincere gli arbitri che non ci sia alcuna responsabilità dell’atleta”. Insomma, la partita è aperta e neppure il fatto che il Clostebol sia stato trovato in modiche quantità aiuta Sinner: la positività potrebbe essere sopraggiunta subito dopo un controllo negativo.

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