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Sinner rivela il rapporto con Tomba e Valentino Rossi poi tende la mano a Berrettini: “Voglio vincere con lui”

Jannik Sinner si è raccontato in una lunga intervista a Sportweek in cui ha parlato del suo ruolo da “esempio per i bambini” ma anche del rapporto instaurato con altri sportivi come Chiellini

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Jannik Sinner si racconta in una lunga intervista a Sportweek. A pochi giorni dall’inizio del Masters 1000 di Madrid, il tennista italiano torna sotto i riflettori. La sconfitta di Montecarlo nella semifinale con Tsitsipas è già alle spalle e lo sguardo è proiettato sul futuro ma il numero 2 al mondo non parla solo di tennis ma si lascia andare a qualche considerazione sulla sua vita, sul rapporto con il suo team e anche di quello con altri sportivi italiani.

Sinner: il rapporto con Tomba, Rossi e Chiellini

Jannik Sinner ha sempre presentato un’immagine di sé molto coerente. Quella di un ragazzo che lavora tanto sul campo da tennis per migliorare il suo gioco ma fa lo stesso con la sua testa, con il suo approccio alle partite. E ora nell’intervista rilasciata a Sportweek parla anche del suo rapporto con altri grandi protagonisti dello sport italiano come Valentino Rossi e Alberto Tomba: “Mi piace capire come funzionano le cose. Mi piace capire come lavora la testa di un altro sportivo, ogni tanto mi sento con Tomba, Valentino Rossi e Giorgio Chiellini. A Miami è stato bello e interessante incontrare Spalletti e i ragazzi della nazionale. Tutti possiamo imparare dagli altri”.

Jannik idolo dei più piccoli

Proprio questo atteggiamento di profonda umiltà hanno fatto sì che Sinner nel corso degli ultimi mesi sia diventato un idolo. Tanti i bambini che lo guardano come un esempio e che negli ultimi mesi magari hanno messo da parte il pallone da calcio e hanno deciso di prendere una racchetta tra le mani: “Sono contento di piace ai bambini e del fatto che mi prendano come un esempio. Ma non credo che loro stiano a contare quanti tornei hai vinto, se gli piace è perché riesci a trasmettergli qualcosa. Io stesso ho avuto degli idoli da bambino ed essere considerato come un esempio per me è un premio”.

Il team dietro il campione

Il tennis viene considerato come lo sport “più solitario” che ci sia, ma la verità è che a fare la differenza è la squadra soprattutto per Jannik Sinner che ha un team alle spalle che nel corso del tempo lo ha portato agli straordinari risultati dell’ultimo anno: “Credo che il segreto sia quello del rispetto dei ruoli e della compatibilità dei caratteri. Siamo tutte persone molto semplici. Cahill è un coach che ha allenato numeri uno ed è una persona molto umile, ci ha anche insegnato a fare il barbecue. Con Simone Vagnozzi lavoriamo sodo e ci confrontiamo. Mi trovo molto bene anche con lui. Darren ha un ruolo più incentrato sulla gestione della stagione mentre quello con Simone è il lavoro quotidiano. Mi piace fare un torneo con solo uno dei due. E’ importante ogni tanto cambiare prospettiva”.

Sinner: il rapporto con i soldi e la fama

E’ complicato riuscire a gestire le sconfitte e forse può essere anche più difficile avere la capacità di tenere sotto controllo la pressione. In Italia, Sinner è lo sportivo del momento con il tennis che è diventato lo sport in tendenza: “Mentirei se sono indifferente a tutto questo. Mi fa un enorme piacere. Se posso aiutare tutto il movimento a crescere allora sto facendo qualcosa di buono che va al di là del vincere i trofei. I soldi? Credo di avere un rapporto sano con il denaro, fin da ragazzino ho imparato a rispettarlo. I miei genitori e mio fratello lavorano. I primi soldi guadagnati li ho usati per un’incordatrice per la racchetta, dopo lo Slam mi sono regalato una macchina”.

Sinner: Olimpiadi e Davis tra gli obiettivi

Jannik Sinner rivela anche i suoi obiettivi per la stagione con l’Olimpiade che rappresenta senza dubbio il traguardo a cui aspira con maggiore desiderio: “Uno degli obiettivi del 2024 è Parigi mentre a Tokyo non ero ancora pronto. Spero di portare a casa una medaglia e sono curioso di vedere altri sport e conoscere grandi campioni. La Davis? E’ stato bellissimo, l’esperienza di squadra per noi tennisti non è abituale e condividere la gioia della vittoria emozionane. Speriamo di tornare a vincerla con Berrettini in campo questa volta”.

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