Scampato il pericolo, Stefano Tacconi comincia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. L’ex portiere della Juventus e della Nazionale oggi non lotta più per la vita, per fortuna. La sua battaglia l’ha vinta, dopo che un’emorragia cerebrale dovuta a un aneurisma, mentre si stava recando col figlio Andrea a una fiera ad Asti, lo ha costretto a un lungo periodo di degenza in ospedale. Era il 23 aprile 2022 e c’è voluto un bel po’ prima di tornare – quasi – alla normalità. E in tutto questo periodo ci sono stati gli amici veri, che gli sono rimasti accanti. E quelli che invece sono spariti.
- Come sta Tacconi? Le sue condizioni oggi
- Tacconi: "Finti e veri amici, ho capito tutto"
- Tarzan e l'Uomo Ragno: l'amicizia Tacconi-Zenga
- L'addio ad alcol e sigarette, con qualche eccezione
Come sta Tacconi? Le sue condizioni oggi
In un’intervista a Sportweek, Tacconi racconta come sta adesso. Ha ripreso a camminare quasi normalmente e a sudare in palestra. Quasi come quando era calciatore: “Ho sempre odiato la palestra, ma almeno allora mi pagavano”, dice. “Ora mi restano solo i dolori: ci sono delle sere dopo la fisioterapia che mi ricordano i giorni del ritiro precampionato. Ha presente l’acido lattico? Che tormento”.
Tacconi: “Finti e veri amici, ho capito tutto”
Dal malore e dalle successive lotte, l’ex portiere umbro è uscito più forte. Ha avuto modo, ad esempio, di fare alcune valutazioni importanti: “Ho eliminato diversi numeri di telefono e fatto una bella pulizia nella rubrica. Da alcuni mi aspetto ancora una chiamata, chissà mai se arriverà. Altri invece si sono dimostrati veri amici”. Fuori i nomi: “I miei ex compagni. Loro si sono fatti sentire, anche perché prima andavo a giocare con le Legends della Juve ed eravamo sempre in contatto. Ora tocca a Peruzzi e Chimenti raccogliere le palle in fondo al sacco. Ma, per esempio, anche il mio amico Walter Zenga“.
Tarzan e l’Uomo Ragno: l’amicizia Tacconi-Zenga
Rivali in Nazionale (si contendevano una maglia da titolare), uniti fuori. Zenga è rimasto tra gli “amici veri” per Tacconi: “Lo prendo in giro e gli dico sempre: ‘Mi devi ancora 300 milioni di lire di premi per il Mondiale che ci hai fatto perdere con quell’uscita su Caniggia contro l’Argentina in semifinale‘. Mi manda al diavolo. E ha ragione, Walter fece un torneo strepitoso, ma tutti si ricordano solo di un errore sull’unico gol subito. Capito che mestiere del c… il portiere?”.
L’addio ad alcol e sigarette, con qualche eccezione
Intanto, oltre alle false amicizie, Tacconi ha messo da parte pure i vizi: “Alcol e sigarette sono altre cose che ho dovuto abbandonare. Bere non bevo più, niente più cognac come ai bei tempi. Ma la vera fatica sono le sigarette. Ero un fumatore incallito anche da calciatore. Mi facevo una sigaretta pure nell’intervallo delle partite, insieme a Platini. Pensi che anche dopo l’aneurisma, in ospedale, mi mancavano così tanto che alla fine qualcuno s’impietosiva e me ne dava una. Oggi, invece, mi concedo solo la sigaretta elettronica. Non devo sgarrare”.