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Tennis, Djokovic sempre più a caccia di nuovi record. Sinner permettendo...

Dopo aver trionfato a Parigi-Bercy, Djokovic non si pone limiti e va a caccia di altri storici record: solo Sinner può fermarlo nella sua corsa alla conquista di tutto.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Record chiama record, e Nole Djokovic quando sente l’odore di nuove imprese non sa proprio come riuscire a saziare la fama. Una rincorsa che non sembra neanche tanto affannosa, poiché i numeri mandati a referto dal fuoriclasse serbo somigliano a calcoli che hanno un che di logico, col pianeta ATP pronto a riscrivere pagine di storia e aggiornarle ad ogni torneo che finisce.

Parigi-Bercy non ha fatto eccezione: 40esimo Masters 1000 vinto in carriera, di cui tutti almeno tre volte tranne che Monte Carlo (dove ha trionfato due volte: a primavera quello potrebbe essere un obiettivo concreto per alzare ulteriormente l’asticella), 97 tornei ATP vinti dal 2006 ad oggi, di cui 70 spartiti tra slam, Masters 1000 e ATP Finals.

Un dominio incontrastato che a 36 anni suonati non sembra voler accennare a diminuire, in un’età che i suoi più illustri colleghi (Federer e Nadal) hanno vissuto in modo differente, faticando anche a trovare il modo di prendere parte ai tornei per via degli acciacchi accumulati durante quasi 20 anni di carriera

Djokovic più “maestro” di Federer

Che limite può avere un talento come Nole? Forse solo il cielo, parafrasando le parole di John Lennon in Imagine. Ecco, allora proviamo a immaginare quel che potrebbe fare ancora il serbo da qui a fine novembre, quando intanto tenterà di dare l’assalto alle ATP Finals che ha già vinto 6 volte nelle 15 precedenti edizioni disputate.

Poi magari vorrà provare ad andare oltre i propri limiti trascinando la Serbia fino alla conquista dell’insalatiera d’argento più ambita dello sport, quella Davis Cup già conquistata nel 2010, ma che oggi acquisirebbe un valore ancora superiore pensando sia al momento particolare in cui verrebbe conquistata, sia per la legacy che lo vedrebbe coinvolto dopo aver passato le pene dell’inferno nell’immediato periodo post pandemia (e per motivi più politici, che umani o sportivi).

Vincere a Torino gli consentirebbe di staccare Federer nei titoli conquistati a quello che una volta veniva chiamato “il torneo dei maestri”: nessuno ne ha vinti 7, Nole è quello che ha più possibilità di farcela.

Sinner, l’ultimo baluardo

Chi potrebbe impedirgli di riuscire nell’ennesima impresa? A detta di molti, attualmente c’è solo un giocatore in grado di poterlo realmente impensierire: è nato a San Candido, ha i capelli rossi e nell’ultimo mese ha battuto tre volte Alcaraz e Medvedev (quest’ultimo in due occasioni). Jannik Sinner è davvero l’antagonista principale sulla via che separa Djokovic dalla gloria perpetua: chi vorrebbe vederli scontrare nel girone eliminatorio lo dice a ragion veduta, perché convinto che una sfida contro la versione di Sinner ammirata da un mese a questa parte potrebbe realmente mandare in tilt gli automatismi perfetti del serbo.

Che l’ha battuto tre volte nei tre confronti diretti, due dei quali disputati sull’erba di Wimbledon, col finale thrilling del quarto di finale 2022 (Jannik subì la rimonta dopo essere stato avanti due set a zero, pagando dazio anche a un problema fisico) e la semifinale vinta lo scorso luglio, un 3-0 che pure nella sostanza fu assai più combattuto di quanto il risultati nudo e crudo non lasciasse pensare. Per Sinner la sfida con Djokovic sarebbe l’esame definitivo di maturità, per Nole a suo modo un test per far comprendere a tutti chi è che comanda per davvero.

Connors nel mirino per Nole

A precisa domanda, con tutti i record di cui si debbono tenere aggiornati i conteggi, Djokovic ha spiegato di volerne abbattere un numero esagerato da qui ai prossimi anni. E forse non mente quando afferma che il vero obiettivo sono i 109 tornei ATP vinti da Jimmy Connors, distante ormai “soltanto” 12 tornei.

Combatterò per ogni primato possibile, perché se anche affermare questo porta molte persone ad apprezzarmi di meno, non posso nascondere la fame di vittorie che mi contraddistingue da sempre. Quando dico di voler raggiungere qualcosa mi comporto di conseguenza. Il record di Connors? Se mi tengo in media come fatto quest’anno (6 tornei vinti, aspettando le ATP Finals), beh, magari lo raggiungo per davvero. Mi piace pensare di avere ancora qualche anno davanti a me ad alto livello, quindi è un primato che penso e voglio tenere bene a mente.

Metz e Sofia, gli italiani in campo

Djokovic questa settimana se ne starà buono ad allenarsi, aspettando Torino. A Sofia invece molti suoi colleghi, ma nessuno di quelli che ritroverà alle Finals, si danno battaglia in uno degli ultimi appuntamenti stagionali, con Lorenzo Musetti testa di serie numero 1, atteso al debutto mercoledì contro il vincente della sfida tra Draper e Marterer. A Metz, invece, ha già debuttato Lorenzo Sonego, testa di serie numero 6, che ha battuto in rimonta al terzo Giron qualificandosi per gli ottavi, dove attende di sapere chi affronterà tra Gaston e Shelbayh (ai quarti possibile derby con Fognini, che debutterà contro il brasiliano Seyboth Wild).

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