La settimana dei tennis italiano nei principali tornei sul rosso si chiude in un venerdì avaro di soddisfazioni. Dove pagano dazio sia Matteo Arnaldi che Jasmine Paolini: il ligure cedendo in due set a Casper Ruud sulla terra di Barcellona, la garfagnina sfiorando l’impresa contro Elena Rybakina a Stoccarda, non riuscendo a difendere un break di vantaggio conquistato in avvio di terzo set. Può però consolarsi col suo best ranking in carriera: da lunedì sarà numero 13 del mondo, con la voglia però di continuare a scalare posizioni.
- Arnaldi serve male, ma Ruud non è sembrato imbattibile
- Paolini sulle montagne russe: alla fine la spunta Rybakina
Arnaldi serve male, ma Ruud non è sembrato imbattibile
Arnaldi c’ha provato contro Ruud, che sulla terra è uno dei migliori interpreti al mondo. Ma è mancato nei momenti chiave di un match dove il 6-4 6-3 finale è certamente meno netto di quanto non dicano i numeri nudi e crudi. Soprattutto a essere piuttosto atipico è il primo set, nel quale il servizio è un optional un po’ per tutte e due i protagonisti, ma nel quale il norvegese riesce a interpretare e a gestire meglio le folate di vento che condizionano i momenti decisivi.
Alla fine fanno tre break per Casper e due per Matteo, che col 47% di prime in campo non riesce a sfruttare i tanti errori non forzati che concede il rivale, numero 6 del mondo. Nel secondo set l’equilibrio è maggiore, con la battuta che torna ad essere un fattore. Alla fine però è il sesto gioco che costa caro ad Arnaldi, un po’ precipitoso nella risposta e nel voler per forza di cose chiudere in fretta lo scambio. Ruud non si fa sfuggire l’occasione e sprinta verso il 6-3 finale, tenendo bene al servizio e dimostrandosi più solido Per Matteo, che torna numero 36 del mondo, un match dal quale prendere tanti spunti per migliorare.
Paolini sulle montagne russe: alla fine la spunta Rybakina
Semina certamente più rimpianti Jasmine Paolini, che per un set e mezzo (a parte l’inizio) contro Rybakina c’azzecca poco, salvo poi riemergere e scappare persino avanti di un break nel terzo parziale, subendo poi il ritorno della numero 4 del mondo. Che vince con esperienza e grande astuzia, lucrando su qualche sbavatura di troppo della toscana.
Che scatta meglio dai blocchi trovando il break nel primo gioco, ma senza riuscire a confermarlo strada facendo perché la kazaka alza i giri del motore e comincia a martellare da una parte e l’altra del campo, infilando 5 game consecutivi. Seppur gli errori forzati non siano pochi, anche i vincenti aiutano a livellare la partita dell’asiatica, che nel secondo trova il break nel terzo gioco prima di farsi riprendere da una Paolini che di colpo si scuote, ritrovando percentuali decenti con la prima (e soprattutto con la seconda) e soprattutto trovando nel dodicesimo gioco il modo per impattare sull’1-1.
Rybakina per la decima gara di fila va al terzo (e li ha vinti tutti: non succedeva da 5 anni con Osaka) ma se la vede brutta, andando sotto 2-0. Poi infila 4 game uno dietro l’altro e la musica cambia definitivamente, andando a chiudere agevolmente sul 6-3.