Dicono che la terra rossa sia la superficie meno gradita a Jannik Sinner, ma di sicuro è quella dove potrebbero prendere vita i sogni futuri del fuoriclasse di San Candido. Che ha messo nel mirino due tra i campi più famosi a livello mondiale dove il colore predominante è appunto il rosso: il Philippe Chatrier di Parigi è quello che ospita il Roland Garros e quest’anno pure il torneo olimpico, il grande obiettivo estivo mai celato da Jannik. Il secondo è il centrale del Foro Italico, dove un italiano non vince guarda a caso da 48 anni (Adriano Panatta, anno di grazia 1976).
- Roma, come un sogno: "Sul centrale un'atmosfera unica"
- Parigi, doppio obiettivo: slam e (soprattutto) olimpico
- L'erba "amica" e la nuova dimensione mediatica
Roma, come un sogno: “Sul centrale un’atmosfera unica”
La stagione del rosso è ancora lontana dal venire (partirà tra poco più di un mese a Monte Carlo), ma Sinner è già proiettato avanti, ben oltre quello che lo attende nella doppietta dei sunshine americani (Indian Wells e Miami). Roma più Parigi: il ticket è servito, ed è quello che più di tutti alimenta i sogni del nuovo numero tre al mondo.
“Roma è un torneo che ho sempre desiderato di giocare, anche perché mi offre l’opportunità di giocare davanti a tantissimi tifosi. Al centrale poi l’atmosfera è unica: pare di stare davanti a 50.000 persone, talmente forte è il boato che si avverte all’ingresso sul terreno di gioco. Lo scorso anno, pur partendo bene, so di non aver disputato un bel torneo, e per questo dico che quest’anno l’obiettivo è di alzare l’asticella e provare a fare meglio”.
Al Foro Italico l’altoatesino ha un record di 9 vittorie e 5 sconfitte: non è mai andato oltre i quarti di finale, raggiunti nel 2022 (ko. con Tsitsipas), e due volte s’è fermato agli ottavi, inclusa l’edizione 2023 contro Cerundolo.
Parigi, doppio obiettivo: slam e (soprattutto) olimpico
Se Roma è il giardino di casa, Parigi è quello che più di tutti ingolosisce Sinner. Che a maggio si presenterà al Roland Garros con la voglia di cancellare la dolorosa e per certi versi sorprendente eliminazione al secondo turno patita lo scorso anno contro Daniel Altmaier. Il miglior risultato in terra di Francia rimangono i quarti di finale conquistati nell’edizione autunnale del 2020, battuto da Nadal, ma è chiaro che le prospettive quest’anno sono radicalmente cambiate.
Anche perché sullo Chatrier si disputeranno le prove generali del torneo olimpico, evento al quale Jannik ha fatto capire di tenere tantissimo (dopo la rumorosa assenza a Tokyo 2020). “Non vedo l’ora di difendere i colori azzurri nel torneo olimpico. Andrò ai giochi con la voglia di andare a caccia di una medaglia, perché so quanto sia importante per un atleta riuscire a scrivere il proprio nome sul medagliere olimpico.
Non sarà facile perché immagino che a Parigi la prossima estate ci saranno i tennisti più forti al mondo, e tutti molto motivati, ma è un obiettivo che mi sono dato e per questo sfrutterò il prossimo Roland Garros per recuperare quante più informazioni possibili in vista del torneo a cinque cerchi”.
L’erba “amica” e la nuova dimensione mediatica
Nell’intervista esclusiva concessa a Sportmediaset, Sinner ha parlato anche dell’altra superficie nella quale attende di consacrarsi: “Sull’erba so di avere dei margini, anche se è una superficie davvero molto diversa da tutte le altre. Con l’erba devi fare “amicizia”: a volte la palla rimbalza male, a volte rischi di scivolare… insomma, c’è sempre da imparare”.
Così come tanto ci sarà da imparare sul rosso, e ancora anche nella “nuova vita” da numero 3 del ranking, con oneri e onori connessi. “Ci devi fare l’abitudine, chiaramente sei maggiormente sotto i riflettori e questo può essere un bene, come un male. La cosa positiva è che tutta questa attenzione è figlia dei risultati che ho ottenuto in questi ultimi tempi, e allora vuol dire che tutto sta andando avanti nella direzione giusta.
Detto ciò, il successo non mi ha cambiato come persona: è bello vivere l’ebbrezza e la sensazione della vittoria, ma mi interessa molto di più sapere come sta la mia famiglia e occuparmi delle persone che mi sono più vicine, che alla fine è quello che ti resta”.