Davvero questa terra rimane così indigesta a Jannik Sinner? Visto che tra gli argomenti più dibattuti di questi giorni c’è l’adattamento del rosso di San Candido alla superficie più “profana” del circuito, tanto vale dare un’occhiata ai numeri del passato e farsene un’idea al riguardo. Che poi lascerebbe comunque il tempo che trova, perché da almeno 6 mesi a questa parte il mondo attorno a Sinner è notevolmente mutato, rendendo qualsiasi confronto con gli anni passati decisamente poco attendibile. Ma qualche indizio lo storico dei match giocato da Jannik sul rosso potrebbe offrirlo, naturalmente pronto ad essere smentito alla prima occasione (magari già a Monte Carlo).
- Cancellare un 2023 deludente: questa è la missione
- Numeri a confronto: sull'erba Jannik ha vinto di meno...
- Indizi positivi: servizio, tenuta fisico e quel dritto da urlo
- Altro indizio positivo: Sinner oggi è la bestia nera dei top 5
Cancellare un 2023 deludente: questa è la missione
Il passaggio dal cemento alla terra è sempre un po’ traumatico, e il più delle volte foriero di possibili sorprese. Soprattutto per i big del circuito, che hanno tanti occhi puntati addosso e che si ritrovano a fare i conti con un po’ più di pressione sulle loro spalle. ù
Questo però non sembra essere il caso di Sinner, che nella stagione europea sul rosso non avrà molti punti da difendere: se confrontati con Djokovic e Alcaraz, giusto per citare i due rivali più prossimi nel ranking, i numeri non lasciano spazio a molte interpretazioni, dal momento che il serbo (e numero uno al mondo) dovrà difenderne 2.315 (praticamente i 2.000 della vittoria nel Roland Garros), mentre lo spagnolo 2.265 (le vittorie a Barcellona e Madrid, per complessivi 1.500 punti, rappresentano più di due terzi del totale).
Sinner, al contrario, ha ben poco da difendere: i 360 punti di Monte Carlo, dove perse in semifinale contro Rune, rappresentano il tetto più rilevante sui 585 punti incamerati nei quattro tornei cui prese parte nella passata primavera (Barcellona, Roma e Parigi i tre restanti). Numeri che rendono possibile il sorpasso in vetta nel ranking a stretto giro di posta, ma che testimoniano anche qualche difficoltà di troppo palesata da Jannik su una superficie evidentemente a lui meno gradita.
Numeri a confronto: sull’erba Jannik ha vinto di meno…
In realtà i numeri complessivi sulla terra non sono neppure malvagi: su 103 incontri disputati sono 68 quelli in cui è risultato vincitore (66% di percentuale di vittorie), con la ciliegina sulla torta rappresentata dal trionfo nell’ATP 250 di Umago del luglio 2022, quando in finale ebbe ragione nientemeno che di Carlos Alcaraz (all’epoca numero 5 del mondo: Sinner era alla 10).
Tanto per dire: sull’erba, dove ha disputato in totale 24 incontri (14 vinti e 10 persi), la percentuale di vittorie è del 58%, destinata (si spera) a salire quando arriverà il mese sacro che porterà verso Wimbledon. Sul cemento i numeri si fanno più rilevanti: 260 partite giocate e 197 vinte (il 76% del totale), numeri che consentono già oggi a Jannik di essere sopra il 72% di vittorie complessive nel circuito su tutte le superfici.
Indizi positivi: servizio, tenuta fisico e quel dritto da urlo
Perché allora tanto scetticismo attorno alla campagna sul rosso di Sinner? Se è vero che quella 2023 fu piuttosto deludente, anche in relazione a quanto fatto l’anno precedente (quando centrò i quarti a Roma e Monte Carlo: l’exploit dei quarti al Roland Garros nell’edizione autunnale del 2020 rimane ancora il miglior risultato sulla terra), è evidente che a distanza di 10 mesi il giocatore che si presenterà in Europa dopo il trionfo di Miami è di tutt’altra pasta.
Sinner è migliorato tanto al servizio, soprattutto però è cresciuto tanto a livello fisico: quando la partita si allunga, anziché cedere alla distanza riesce sempre a venir fuori, e questo gli consente di rendere inefficace qualsiasi tentativo di risposta degli avversari.
Sebbene le partite sul rosso siano differenti rispetto alla superfici veloci (sia per i rimbalzi che per la velocità stessa degli scambi), è chiaro che Sinner oggi ha un ventaglio di opzioni notevolmente superiore rispetto al passato. Soprattutto col dritto, che per quanto visto di recente nel circuito oggi non ha rivali (l’ha detto anche Serena Williams, una che di certe colpi se ne intende…).
Altro indizio positivo: Sinner oggi è la bestia nera dei top 5
Sinner arriva all’appuntamento con la stagione sul rosso con 10 mesi in più di esperienza alle spalle, nei quali ha battuto 13 volte un top 10 al mondo (11 se si estende il computo alla top 5), elevando in modo mirabile il proprio range. È un giocatore diverso, più sicuro di sé e più consapevole dei propri mezzi. E che potrà sfruttare la sua enorme mobilità nel reggere gli scambi per aprirsi angoli e obbligare gli avversari a correre più di lui.
Insomma, sulla carta un motivo “logico” per vedere Sinner sfavorito sul rosso ad oggi non sembrerebbe esserci. Il responso al solito lo darà il campo, ma i “gufi” sono gentilmente invitati ad accomodarsi altrove.