Gli effetti perversi che scaturiranno dai risultati di questa Olimpiade anomala, e non certo solo per la pandemia, investiranno comunque Davide Cassani, ct federale rientrato in Italia formalmente venerdì per via della questione dei pass, ovvero dell’impossibilità per lui di poter usufruirne e assistere alla prova di Elia Viviani e compagni per via del suo incarico. Una situazione grottesca, che si somma alle affermazioni rilasciate dal presidente della Federciclismo che lasciano presagire un avvicendamento. Con un amico silenzioso, ex campione che secondo Il Corriere della Sera e non solo potrebbe subentrargli: Gianni Bugno.
Terremoto ciclismo a Tokyo: le Olimpiadi senza Cassani
Il nuovo presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni, intervistato da tuttobiciweb.it, ha ipotizzato per Cassani un “ruolo di ambasciatore del ciclismo italiano, ma solo se a Davide fa piacere. Il lavoro che Cassani sa fare bene è quello di coinvolgere nuovi ciclisti ed entusiasmarli”. Chi raccoglierà questo peso, una volta definito l’esatto ammontare delle medaglie olimpiche?
“Vedremo — ha detto Dagnoni — ma di certo oggi le figure tecniche di vecchio stampo sono meno efficaci di quelle nuove, di certi influencer ad esempio. Insomma, il fumo è quasi più importante dell’arrosto. Decideremo assieme al nuovo manager delle squadre, Roberto Amadio”.
Chi è Gianni Bugno, presunto successore del ct Cassani
Da qui, forse, l’ipotesi che Gianni Bugno (57 anni) rientri a ricoprire un incarico nel mondo del ciclismo che ha abbandonato, quasi cancellato dalla sua vita: il legame con Dagnoni è ancora forte, vivo nonostante le scelte di vita dell’ex campione. Bugno, dopo aver concluso la sua carriera da corridore, che gli ha reso popolarità e successi incredibili come due Mondiali, il Giro per un totale di 72 vittorie, ha deciso di realizzare un sogno: diventare pilota di elicotteri. Così ha lavorato anche nell’organizzazione, nella macchina complicata e magnifica del Giro per poi collocarsi altrove. Ha lasciato alle spalle il ciclismo, dedicandosi al volo e totalizzando in vent’anni di carriera più di 5000 ore di volo come ha raccontato in una rara intervista a Ravenna e dintorni, dove vive per lavorare facendo la spola con la sua Monza.
In un’intervista, rilasciata a Il Giorno, ha detto:
“Rimpianti? Zero. Non vivo di ricordi, penso solo al presente. Mi rimane la soddisfazione vissuta nel momento della vittoria. Basta”. E i cimeli, le coppe, le maglie? “Né una maglia, né coppe o memorabilia. Tutto regalato”.
Il programma di Davide Cassani e i cambiamenti che ha realizzato
Tutto donato a amici e conoscenti, persone che hanno segnato il suo percorso di vita e professionale quando amava correre in bici. Eppure sembrerebbe questa amicizia a dettare le nuove priorità e un ritorno al passato, con un incarico non da poco. A Cassani, infatti, ci sono gli Europei a inizio settembre a Trento e i campionati iridati due settimane dopo in Belgio. Pur non avendo vinto Mondiali e Olimpiadi su strada, Cassani ha rivoluzionato il concetto di Nazionale, promosso come nessuno prima l’integrazione strada-pista sensibilizzando sulla sicurezza stradale, inventato le nazionali «itineranti» e costruendo una rete di sponsor grazie alla sua personale capacità di integrare mondi distanti. Un incarico e risultati per nulla semplici da replicare.