Il Dio del calcio compie 60 anni. Il 30 ottobre è un giorno speciale non solo per Diego Armando Maradona, ma per tutti i napoletani. Hanno imparato a celebrarlo nel 1984, primo anno del Pibe a Napoli, e da allora il compleanno di Maradona è diventato una sorta di festa collettiva, di liturgia pagana che si ripete puntuale anche da quando il re è andato via. Sono tanti gli aneddoti, le curiosità legate a Diego e in particolare alla sua esperienza partenopea. Eccone 7 che forse non sapete.
Maradona a Napoli: i locali preferiti
Quali erano i locali prediletti da Maradona a Napoli? Dopo ogni partita al San Paolo l’asso argentino aveva sempre un tavolino riservato nella saletta privé del Sarago, ristorante di piazza Sannazzaro, a Mergellina, famoso per le sue specialità a base di pesce. Per festeggiare le vittorie (o per consolarsi dopo le rare sconfitte), invece, Diego portava spesso compagni di squadra, amici e cortigiani allo Zapata o al Cachassa, storici locali notturni ubicati non lontano dal suo appartamento di via Scipione Capece, sulla collina di Posillipo.
L’amicizia con Bruscolotti e la moglie Mary
Quando Maradona è stato acquistato dal Napoli il capitano di lungo corso era Giuseppe Bruscolotti, soprannominato “palo ‘e fierro”, difensore ruvido e grintoso ma dal cuore d’oro, proprio come quello di Diego. Tra i due scattò subito un certo feeling, mentre all’inizio non furono rose e fiori con l’altro leader di quel Napoli, Salvatore Bagni. Per cementare la coesione nel gruppo, insieme a un ritiro invernale a Vietri sul Mare dove fu siglata la pace tra i due big dello spogliatoio, furono le cene infrasettimanali organizzate a casa del capitano. La moglie Mary preparava manicaretti per tutti e si finiva immancabilmente a ridere, scherzare e cantare canzoni tutti insieme, anche con le rispettive mogli e compagne. Dopo la prima stagione, fu Bruscolotti a cedere spontaneamente la fascia di capitano a Maradona. Diego, in segno di riconoscenza, gli promise lo scudetto: manterrà la parola.
Maradona campione di generosità
Un episodio significativo della prima stagione napoletana di Maradona fu la partita di beneficenza organizzata ad Acerra per raccogliere fondi per il figlio di un tifoso malato, che necessitava di costose cure. Era ancora pieno inverno, il Napoli non navigava in acque tranquille di classifica e il presidente Ferlaino non voleva saperne di mettere a rischio la salute dei suoi campioni su un campo fangoso e allentato. Ma Diego fu irremovibile, anche perché aveva assicurato la sua presenza a un giovane compagno di squadra, Pietro Puzone. Si racconta che Diego abbia pagato di tasca sua una clausola di 12 milioni di lire alla sua assicurazione pur di essere in campo. I tifosi si accalcarono come mai per vederlo all’opera e l’obiettivo di aiutare il giovane tifoso bisognoso di cure fu ampiamente raggiunto.
La seconda mano de Dios
Tutti conoscono la storia della “mano de Dios”, il gol di rapina all’Inghilterra che vendicò – sportivamente – lo schiaffo delle Falklands (pardon, Malvinas) ed eliminò la nazionale di Sua Maestà ai quarti del Mundial messicano del 1986. Un gol che sarebbe stato seguito, dopo alcuni minuti, dal “gol del secolo”, probabilmente la più bella marcatura di sempre, realizzata dribblando uno dopo l’altro gli avversari come birilli. Pochi ricordano invece che, dopo qualche mese, Maradona avrebbe realizzato un altro gol di mano. Era un Napoli-Sampdoria, stagione 1986-87, quella del primo scudetto azzurro. Gli azzurri perdevano in casa (gol di Lorenzo), ma riuscirono a pareggiare grazie a un’incredibile prodezza di Dieguito che, su cross rasoterra di Renica, trovò il modo di deviare la palla in porta di testa. Di testa? No, di mano. Ma non se ne accorse nessuno. Sarebbe stato lo stesso Diego a svelare la furbata molto tempo dopo.
Maradona e la musica
Sono tante le canzoni dedicate a Maradona, dal mitico coro da stadio “O mama, mama, mama sai perché mi batte il corazon? Ho visto Maradona” all’altrettato famosa “Maradona è meglio e’ Pele” del maestro Emilio Campassi, che però non fece in tempo a registrarla alla Siae perdendone tutti i benefici economici. Ma quali erano gli idoli musicali di Diego? Nel 1981, in occasione di un concerto a Buenos Aires, il giovane Pibe salì addirittura sul palco insieme ai Queen, di cui divenne amico. Le sue passioni musicali, però, erano di altro genere, di stampo classico. La sua cantante preferita da giovane era Lucia Pimpinela, una star argentina, mentre in Italia ha apprezzato molto la musica di Fausto Leali e Franco Califano, che avrebbero cantato al suo matrimonio.
La canzone incisa da Diego
Una volta Maradona e tutto il Napoli hanno anche inciso una canzone. Per celebrare il primo storico scudetto del club partenopeo, infatti, nel gennaio 1988 uscì “La favola più bella”, disco cantato dai protagonisti della straordinaria cavalcata tricolore. Era proprio Diego il primo cantante: “Son venuto da lontano, qui è casa mia. Già ti conoscevo Napoli, seconda mamma mia. Grazie di chiamarmi figlio, adesso che ti sto vicino. Grazie per tutto il bene che mi vuoi”, le parole della strofa. E poi, dopo le parti cantate da Giordano e Bagni, via col ritornello intonato da tutta la squadra: “Tutti insieme vi vogliamo ringraziare, per la fede che non si spegne mai. Napoli Napoli Napoli ti regaliamo il tricolore. Napoli Napoli Napoli sempre grande resterai”.
Quella volta che Diego fece attendere il Papa
Una volta Maradona, fervente cattolico, in occasione di un soggiorno della sua famiglia a Napoli chiese un’udienza privata in Vaticano da papa Wojtyla. L’episodio è raccontato da Cecilia Pagni, segretaria particolare di Diego nei suoi anni partenopei, nelle pagine de “Il mio re”, il libro su Maradona del giornalista Paolo Paoletti. “L’ora prevista per l’incontro era stata fissata per le nove e mezzo del mattino e non più tardi. Ricorderò sempre che il giorno della partenza per Roma si erano già fatte le dieci e Diego, con tutta la sua famiglia, era ancora a Napoli, tranquillo e beato e nemmeno in procinto di varcare la soglia di casa. Non so esattamente a che ora poi partirono, quello che so è che furono comunque ricevuti”. In occasione della nascita della prima figlia Dalma, inoltre, Diego e la moglie Claudia andarono in pellegrinaggio a Lourdes per adempiere a un voto.