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Atletica, non solo Jacobs e Tamberi: a Parigi l'Italia vuol sognare anche con Lorenzo Simonelli

L'azzurro continua a mandare segnali: a Monte Carlo firma un favoloso 13"08 nei 110 hs, dietro solo a Holloway, e si candida a una medaglia per Parigi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Che l’atletica italiana stia vivendo uno dei momenti più floridi della sua storia non è un mistero. E Lorenzo Simonelli di questa storia vuole essere assoluto protagonista: il 13”08 mandato a referto nella serata di Diamond League di Monte Carlo nei 110 ostacoli è il monito col quale il 22enne di origini tanzaniane ha fatto capire al mondo intero di voler andare a Parigi con l’intento di mettersi una medaglia al collo. Anche perché per il momento solo il favoloso Grant Holloway (13”01) sembrerebbe essere davvero fuori portata: tutti gli altri (gli “essere umani”, verrebbe da dire) sanno di dover fare i conti con Lorenzo.

Solo Holloway meglio di Simonelli: tutti gli alti dietro

Che a Monte Carlo ha stupito, ma nemmeno troppo: aveva corso 13”05 nella finale dei campionati Europei dell’8 giugno scorso, laureandosi campione continentale senza dover fare nemmeno troppa fatica. E il tempo fatto registrare nel principato è il suo secondo miglior crono di sempre, tale da far presagire che a Parigi la barriera (anche psicologica) dei 13 secondi potrebbe realmente cadere. E se ciò dovesse verificarsi, difficile pensare a un Simonelli giù dal podio olimpico.

Holloway resta probabilmente fuori portata (ai Trials americani ha corso 12”86), ma tutti gli altri sembrerebbero essere comunque allo stesso livello dell’atleta del gruppo sportivo dell’Esercito. Che a Monte Carlo è partito piano, riuscendo però a riemergere con forza e vigore dal quinto ostacolo in poi, mettendosi dietro gli americani Tinch e Cunningham (che non faranno parte della squadra statunitense a Parigi: con Holloway ci saranno Crittenden e Roberts, entrambi scesi appena sotto i 13 secondi) e pure il francese Zhoya.

La carica di Lorenzo: “Sono dove volevo essere”

Le sensazioni, insomma, sono decisamente buone e tali da far presagire che a Parigi possa accadere qualcosa di veramente grandioso. Simonelli dopo la vittoria di Roma aveva osservato un periodo di carico che lo aveva portato ad alzare un po’ i tempi nei successivi appuntamenti, ma il tutto era finalizzato ad arrivare a metà luglio con una condizione in graduale crescita.

Mi sentivo stanco dopo Roma, ma sapevo che bisognava lavorare duramente per poi arrivare al picco massimo della forma in concomitanza con il periodo dei giochi. Non ero preoccupato e questo tempo fatto registrare a Monte Carlo mi da la conferma che tutto sta procedendo per il verso giusto. A Parigi darò tutto me stesso per provare a centrare un risultato storico”.

Ai giochi Simonelli potrebbe correre anche la staffetta 4×100, con la quale s’è esibito nelle batterie durante la spedizione ai recenti campionati Europei (poi in finale hanno corso Melluzzo, Jacobs, Patta e Tortu). Ma è chiaro che la volontà principale è quella di fare grandi cose nei 110 ostacoli: gli americani vanno forte, ma una macchia d’azzurro ci starebbe benissimo.

Tucuceanu avvicina Fiasconaro. Tortu non decolla

La notte di Monte Carlo ha regalato però altri spunti degni d’interesse: Catalin Tucuceanu ha avvicinato ulteriormente il primato italiano negli 800 metri, detenuto da 51 anni ormai da Marcello Fiasconaro (1’43”7): appena 5 centesimi hanno separato il mezzofondista rumeno naturalizzato italiano da quello che rimane uno dei record storici dell’atletica nazionale, con la soddisfazione di essere sceso per la prima volta in carriera sotto l’1’44” (terzo crono italiano di sempre dopo l’1’43”74 di Longo nel 2000) e di essersi piazzato al 15esimo posto assoluto nel ranking stagionale.

Buono il crono di Nadia Battocletti nei 5000 femminili (14’41”06), terzo posto per Stefano Sottile nel salto in alto (gara orfana di Tamberi) con 2,28, a 5 centimetri dal neozelandese Kerr, vincitore di tappa. Chi stenta ancora a decollare è Filippo Tortu: 20”43 e quinto posto finale nella gara dei 200 metri, vinta da Tebogo con 19”87.

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