Saranno Cagliari e Bari a contendersi l’ultimo posto disponibile per la Serie A 2023/24 in un’attesissima finale playoff di Serie B.
Un epilogo che mette di fronte due piazze storiche e piene di passione al culmine di una stagione da record per il campionato cadetto.
La vigilia del campionato che volge al termine era ricolma di attese per il blasone e il fascino che delle partecipanti e i loro protagonisti.
Dai Campioni del Mondo in panchina fino ad un Campione del Mondo ancora in campo, Gianluigi Buffon, passando per tanti giovani calciatori italiani che si sono messi in mostra durante la stagione
In regular e post-season non è mai mancato lo spettacolo, che sarà certamente una componente, in campo e sugli spalti, degli ultimi 180 minuti della stagione.
Le due rose a confronto
Gli organici sono di assoluto valore anche se ai nastri di partenza i sardi partivano certamente davanti ai pugliesi.
Il Bari ha mantenuto l’intelaiatura dello scorso anno, culminato con il ritorno in B, con innesti ricercati e che poi si sono dimostrati di assoluta qualità.
All’esperienza dei vari Di Cesare (partito con i galletti già dalla Serie D) e Antenucci, il direttore sportivo Ciro Polito ha affiancato gente come Folorunsho, Caprile, Dorval ed Esposito, più il rientrante Bellomo, barese doc e protagonista di un ottimo campionato.
Il valore aggiunto, però, è stato Walid Cheddira: dopo un anno di apprendistato in Serie C, il talento marocchino, protagonista anche ai Mondiali in Qatar, è esploso, trascinando i galletti a suon di gol (17 alla fine della stagione ma ancora a 0 nelle due partite giocate in questi playoff).
Tanti i protagonisti, comunque, di un collettivo che ha fatto proprio della forza del gruppo l’arma in più per superare ogni momento di difficoltà.
Di contro, invece, ci sarà un Cagliari letteralmente trascinato dalla clamorosa annata di Gianluca Lapadula.
Premiato come MVP della stagione regolare, Lapagol è stato protagonista di un 2023 da urlo: diciassette gol e tre assist nelle ventuno gare disputate da gennaio a oggi.
Un ruolino impressionante, così come la crescita di Zito Luvumbo, autentico mattatore della semifinale contro il Parma.
È un Cagliari ricchissimo di talenti e uomini d’esperienza: da Pavoletti a Nandez, da Mancosu a Rog, passando per Goldanica, Paulo Azzi e Deiola.
Alcuni erano in Sardegna anche nella scorsa stagione, quella della retrocessione, altri sono arrivati per risollevare il club e riportarlo in massima serie.
L’analisi economica delle due società
Ma quanto hanno speso Bari e Cagliari per arrivare a giocarsi la Serie A?
Oggi il valore delle due rose (Cagliari 32.8 mln, Bari 31.55 mln) è molto simile, secondo i dati riportati da transfermarkt.com, ma drasticamente diversa era la situazione a settembre, alla chiusura del calciomercato estivo.
All’epoca, infatti, la rosa del Bari valeva 14,08 milioni, al sedicesimo posto fra le venti della Serie B.
Quella del Cagliari, invece, aveva un valore di 51,45 milioni, la terza del campionato.
Nei fatti, dunque, il Bari ha acquisito valore, per una percentuale addirittura del 124%, mentre il Cagliari lo ha perso del 36,2%.
Del resto, i galletti hanno il terzo giocatore della B che ha acquisito maggior valutazione economica: Cheddira, da 2,50 a 8 milioni di euro.
D’altro canto, i rossoblù hanno in Nandez il calciatore che più di tutti ha subito una svalutazione del valore di mercato, passato da 10 a 5 milioni.
Nonostante le tante voci della scorsa stagione, Inter, Roma e anche estero, il centrocampista uruguagio alla fine è rimasto a Cagliari per riportare la squadra in Serie A insieme ai suoi compagni.
Cagliari, la Serie A come unico obiettivo
Per quanto riguarda l’aspetto prettamente contabile, l’analisi dei bilanci chiusi al 30.06.2022 delle due società ci porta a delineare quali sono le premesse di questo confronto.
Per citare Mourinho, e oggi Dimarco, “per il Bari la Serie A è un sogno, per il Cagliari un’ossessione”.
Proprio così, perché per i sardi la retrocessione dello scorso brucia ancora come una ferita arrivata al termine di un progetto, iniziato nell’anno del centenario con la cessione di Barella e l’investimento su diversi profili (come Nandez e Rog ancora oggi in squadra), che alla fine non ha portato i risultati sperati.
Lo scorso esercizio del Cagliari si è chiuso con un fatturato di 76,1 milioni di euro che sarà difficile confermare in questa stagione, nonostante il paracadute di 25 milioni incassato a seguito della retrocessione.
Come riporta il bilancio dei sardi, in questa stagione si è operato ai fini di un deciso contenimento dei costi (stipendi dimezzati anche per via di rinegoziazione dei contratti) e di una campagna acquisti in entrata basata su svincolati di lusso (Viola e Mancosu) e giovani da valorizzare (Kourfalidis, Luvumbo e Obert su tutti).
I numeri del Bari e il sogno Serie A
Per quanto riguarda i galletti, invece, la massima serie rappresenta un sogno forse considerato irrealizzabile a inizio stagione.
Nell’ultimo bilancio chiuso al 30.06.2022, il Bari ha registrato un valore della produzione totale di 6,1 milioni di euro, decisamente minore rispetto al Cagliari, che fa percepire ancora di più se ce ne fosse bisogno le diverse ambizioni e disponibilità delle due squadre a inizio stagione.
Pur vero, come sottolineato anche in questo articolo, che il Bari ha nelle ultime stagioni usufruito del supporto del Napoli a livello di campagna trasferimenti, per via dell’appartenenza allo stesso gruppo (Filmauro, gestito dalla famiglia De Laurentiis).
Potendosi permettere una perdita di esercizio di 7 milioni di euro nella stagione che l’ha riportata in Serie B, che va a sommarsi alle perdite degli esercizi precedenti: 7,4 mln di euro (s.s. 2020/2021), 4,5 mln di euro (s.s. 2019/2020) e 120 mila euro (s.s. 2018/2019.
Tutte annate, è giusto sottolinearlo, fortemente influenzate dalla pandemia.
In tutto questo il Bar, grazie al lavoro del Direttore Ciro Polito, ha concluso operazioni importanti che hanno permesso di patrimonializzare il parco calciatori.
Su tutte Walid Cheddira. Acquistato per soli 150mila euro dal Parma (che si è mantenuto un 5% sulla futura rivendita), il marocchino sarà il giocatore dei baresi più ricercato del prossimo mercato, dopo alcune richieste arrivate già nella sessione di gennaio.
Non solo il capocannoniere della stagione dei baresi, ma anche Caprile, Dorval, Morachioli e Benedetti, solo per citarne alcuni.
Cagliari-Bari è anche Ranieri contro Mignani
A fare la differenza, però, ci sono gli uomini seduti in panchina.
Perché se è pur vero che Bari e Cagliari arrivano all’appuntamento perché dotate di rose complete e di grande qualità, è altrettanto giusto sottolineare l’apporto di Michele Mignani e Claudio Ranieri.
Il percorso di Michele Mignani
Il percorso, comunque vincente a prescindere dall’esito della doppia sfida, di Mignani a Bari parte dalla scorsa stagione. Dopo un biennio di delusioni e promozioni mancate in C, i galletti si affidano all’ex Modena e Siena per il terzo tentativo di risalita.
Il risultato è centrato, largamente: i biancorossi dominano il torneo, tenendo sempre a debita distanza Catanzaro e Avellino. Mignani consolida il proprio gruppo di fiducia che rimane intatto anche nell’estate successiva alla promozione.
In questa Serie B, l’opera del mister genovese si sublima: come detto, alla sua ossatura vincente, l’ottimo lavoro di Polito aggiunge innesti mirati, come quelli di Folorunsho, Dorval e Caprile.
Il Bari, partito senza particolari ambizioni, sin da subito veleggia nell’alta classifica. Mignani, tuttavia, mantiene sempre l’equilibrio che serve in una piazza appassionata come quella barese, conducendo i suoi ragazzi fino a questa doppia sfida che vale la A.
La svolta di Sir Claudio
Dall’altra parte, invece, c’è un Claudio Ranieri che ha letteralmente svoltato l’annata di un Cagliari immerso nella metà della classifica fino al ritorno del mister romano.
Il suo sbarco in Sardegna, accolto da una folla immensa, ha dato entusiasmo e solidità ai rossoblù, che hanno iniziato a risalire la china con l’ordine tattico imposto dall’allenatore campione d’Inghilterra con il Leicester.
È stato indubbiamente lui il valore aggiunto del team costruito da Giulini, che ha speso molto per riportarlo a Cagliari dopo trent’anni. Ma, evidentemente, trattasi a posteriori di tempo speso bene.
Bari-Cagliari, dunque, è anche una sfida nella sfida fra due generazioni di allenatori: Mignani, classe 1972, contro Ranieri, classe 1951.
Ventun’anni di differenza, simile parabola nei destini sportivi di biancorossi e rossoblù.
Il percorso delle due compagini
E dire, comunque, che per quanto le parabole degli allenatori siano simili, molto diverso è il contesto. Basta pensare che il Bari arriva a questa finale playoff da neopromosso, il Cagliari da retrocesso dalla Serie A 2021/22.
Un anno fa i pianeti e gli umori di queste due splendide realtà sportive erano totalmente diversi: una festeggiava la tanto attesa promozione, l’agognata uscita dall’inferno della Lega Pro.
L’altra, invece, piangeva lacrime amare per l’epilogo disastroso di una stagione da dimenticare, sintetizzata alla perfezione nella notte di Venezia, in cui i rossoblù si congedavano dalla Serie A, nonostante la Salernitana, concorrente per la permanenza, avesse perso 0-4 in casa contro l’Udinese già in vacanza.
Alla fine, però, nel calcio un anno solare è davvero poco: l’Unipol Domus e il San Nicola, i cui umori 365 giorni fa erano decisamente diversi, saranno pronti a dare la spinta finale di una stagione incredibile che potrebbe valere una promozione importantissima.
Cosa significherebbe per il Bari la promozione
Bari, del resto, attende la Serie A dal 2011.
Sono passati dodici anni dall’ultima volta che la cresta del galletto si alzò in massima serie. Una dozzina di stagioni vissute sullottovolante: due fallimenti, un paio di playoff in Serie B amarissimi, la ripartenza dai campi di Roccella e Torre del Greco in Serie D, il triennio complicato in C.
In casa biancorossa, rilanciata dalla gestione della famiglia De Laurentiis (che, come detto, ha supportato economicamente anche attraverso il Napoli il percorso dei pugliesi), se ne sono viste davvero di tutti i colori. Il minimo comune denominatore, tuttavia, è sempre stata la passione: i baresi non hanno mai lasciato solo il galletto, sostenendolo anche nei giorni più bui.
Una delle città più importanti e appassionate del Sud Italia, adesso, sogna la propria ricompensa, quella Serie A che permetterebbe di tornare a San Siro, di ritrovare il derby con il Lecce, si sottolineare come, ancora una volta, dopo ogni tempesta c’è sempre un orizzonte soleggiato da potersi godere.
L’unico dubbio che affligge Bari è tuttavia il destino societario che potrebbe essere deciso dall’eventuale vittoria dei playoff.
Una promozione in Serie A obbligherebbe, di fatto, la famiglia De Laurentiis a vendere, sulla scorta di quanto già accaduto per Lotito con Lazio e Salernitana nel gennaio 2022, a causa delle regole sulla multiproprietà.
Cosa significherebbe per il Cagliari la promozione
Meno drammatica ma non meno complessa, invece, la recente storia del Cagliari.
L’arrivo di Tommaso Giulini nel giugno 2014 ha dato il là a un percorso costellato da alti, come il biennio 2015-2017, e bassi, come le due retrocessioni in Serie B.
Il patron rossoblù ci ha sempre messo grande impegno e, gli va dato atto, anche notevoli risorse economiche, non sempre ripagate dai risultati.
Il rapporto fra l’imprenditore milanese, proprietario del gruppo Fluorsid, e l’ambiente cagliaritano non è mai decollato completamente ma l’immediato ritorno in Serie A, in caso di successo in finale, potrebbe anche rimescolare le carte e far tornare il sereno fra lui e il popolo sardo.
Il Cagliari, di fatto, è una sorta di Nazionale della Sardegna e la promozione potrebbe essere un volano economico e sociale per l’intera isola, ormai abituata a vivere il massimo campionato, da cui è mancata soltanto quattro volte negli ultimi vent’anni.
Unipol Domus e San Nicola sold-out
La spasmodica attesa, dunque, delle due realtà si è facilmente tradotta nella velocità con cui sono andati esauriti i biglietti per le due finali.
I 16.416 tagliandi per la gara d’andata all’Unipol Domus sono durati circa 70 minuti. Per quanto riguarda il Bari, invece, dopo il record di spettatori fatto registrare contro il Suditol, saranno quasi in 58.000 i presenti al San Nicola, con biglietti polverizzati in poco meno di un pomeriggio.
E se tale statistica non vi basta, navigando nelle varie fan base sui social si può notare come la caccia al titolo d’accesso non si sia esaurita e che, purtroppo, sui due eventi aleggi l’ombra di un insensato bagarinaggio.
E dire che sia a Bari per la gara d’andata che a Cagliari per la gara di ritorno ci saranno i maxischermi: la società biancorossa li ha già annunciati ufficialmente, raccogliendo 15mila adesioni da parte dei tifosi; quella sarda non ancora, sebbene sia facile ipotizzare la replica di quanto fatto per la semifinale di ritorno contro il Parma, quando l’Unipol Domus ha aperto le porte a circa 4mila aficionados rossoblù.
Un trend, comunque, che fa fede alle cifre stagionali. A Bari, nell’annata 2022/23 si sono visti un totale di 457mila spettatori, un dato secondo solo a quello del Genoa. Quarto, invece, il Cagliari, con 257mila tifosi che hanno popolato in regular-season l’Unipol Domus.
Road to Serie A: tutto in due notti
La preview, dunque, è completa: l’identikit di Cagliari e Bari è stato redatto, resta solo da far scorrere il pallone sui due campi. Ci sono centottanta minuti che scandiranno il sogno di due squadre, due mister, due società, due tifoserie.
O, più in generale, due popoli: che fremono d’attesa, sognando un ritorno nell’Olimpo del calcio, che vada come vada sarebbe comunque meritato per entrambe. Cagliari e Bari, Bari e Cagliari: che vinca, oggi più che mai, la migliore.